“Gli artisti che usano sostanze stupefacenti tendono a decondizionare la mente, a far breccia nelle categorie del pensiero, a togliere di mezzo gli elementi costanti della percezione…”
Continua il nostro viaggio nell’arte psicadelica attraverso la rubrica curata per Whipart.it dall’amico Armando Ginesi.
Meccanismi dell’esperienza psicadelica
Il cervello, col suo funzionamento abituale, non può controllare questa massa di materiale ed organizzare nel modo consueto l’accavallarsi di immagini e di eventi che si determina sotto lo stimolo di sostanze chimiche dilatatrici. La corteccia celebrale si stanca o interrompe il suo lavorio, cosicché la coscienza viene governata principalmente dal sistema reticolare delle zone più antiche del cervello, così come avviene sotto l’effetto dell’LSD e delle altre sostanze vegetali o chimiche.
Ritornando a quanto avevano puntualizzato Master e Houston diciamo che la personalità unica dell’artista è sempre il principale fattore determinante della sua esperienza psichedelica, nonché della sua produzione. Le sostanze chimiche che influiscono sulla mente attivano vari processi mentali. I contenuti specifici della consapevolezza modificata dipendono dall’interazione di questi processi con le condizioni del soggetto che riguardano anche il modo in cui egli è stato preparato all’esperienza. L’altro fattore determinante è l’ambiente nel quale vanno comprese le persone presenti e specialmente coloro che dirigono l’esperienza. La quale quindi può essere vissuta in modi notevolmente diversi, da individuo a individuo.
Fra i fenomeni che si verificano più di frequente durante un’esperienza psichedelica alcuni hanno un interesse particolare per l’artista. Essi includono tra l’altro l’affioramento di materiale subconscio, il superamento della barriera dell’ego, la scorrevolezza, la rapidità e la flessibilità del pensiero, l’intensità dell’attenzione, cioè un aumento della capacità di concentrazione, un nuovo modo di concepire le cose, le visioni e le allucinazioni, la liberazione della fantasia, la tendenza a ragionare secondo simboli e miti, l’empatia, la regressione al servizio dell’ego, un’apparente consapevolezza di processi e di organi all’interno del corpo ed una elevazione della coscienza ad alti livelli psichici e spirituali che spesso può dar anche luogo a profonde esperienze mistiche e religiose.
Quello che più stupisce, in questo elenco, è che, a parte poche eccezioni, esso accenna a quelli che secondo molti psicologi sono i principali fattori del processo creativo, cioè alle condizioni essenziali della creazione artistica, inventiva. Questo fatto può spiegare perché alcune persone non abitualmente creative in condizioni ordinarie, siano in grado, durante un’esperienza psichedelica, di produrre immagini eidetiche (vale a dire relative alla facoltà mnemonica fondata sulla percezione fisica) che essi trovano stupendamente belle, superiori a qualunque opera d’arte che abbiano mai visto. Il grande valore che viene dato a queste immagini non è sempre illusorio o frutto soltanto del narcisismo del soggetto.
Nuove esperienze sensoriali per l’artista
Sempre per restare nell’ambito del meccanismo con il quale si realizza l’esperienza psichedelica, diremo ancora che essa altera in modo radicale la consapevolezza sia del mondo interiore che di quello esterno. Fa giungere alla conoscenza di un universo che si è liberato dalle catene dell’ordine e delle categorie normali. Un’ampia gamma di fenomeni abitualmente esclusi entra nella coscienza dilatata. La mente non è più soggetta alla rigidissima censura che le viene imposta dal meccanismo, di solito dominante, delle regioni più giovani del cervello, cioè della corteccia celebrale. Prendono il sopravvento meccanismi più antichi in termini di evoluzione. Diventano pertanto possibili nuove percezioni e una miniera di altre esperienze, le quali possono non servire alle esigenze normali della vita quotidiana e del rendimento pratico immediato, ma possono rilevarsi immensamente feconde per l’artista. Quindi, nella misura in cui l’attività dell’artista viene considerata e realizzata in termini di relazione col resto del mondo, queste esperienze, arricchendo l’artista, in definitiva intervengono anche sulla realtà sociale.
L’esperienza psichedelica modifica nel soggetto le relazioni spaziali e temporali. Le dimensioni degli oggetti possono aumentare o diminuire. Inoltre, l’estrema accelerazione dei processi mentali che si verifica durante l’esperienza psichedelica può permettere di sperimentare immagini precise o sequenze di idee, le quali richiederebbero alla coscienza normale, ammesso che fosse in grado di sostenerne il flusso continuo, un periodo di ore o anche di giorni. Questo fatto può far pensare al soggetto che in stato di ipnosi ha una percezione distorta del tempo e può rivedere in pochi minuti, ma ad una velocità apparentemente normale, un film a cui assistette in precedenza e che ebbe la durata di due ore reali. Sia chiaro però che durante l’esperienza psichedelica la mente non si limita ad una funzione di recupero mnemonico ma svolge anche, come abbiamo già detto, una funzione creativa.
Livelli dell’esperienza psicadelica
L’esperienza psichedelica si sviluppa attraverso livelli sempre più profondi e stadi sempre più complessi di coscienza. Ne sono stati classificati quattro tipi:
1) livello sensoriale nel quale si ha una notevolissima intensificazione di tutte le esperienze dei sensi, particolarmente della vista, del tatto e dell’udito. Le alterazioni visive comprendono – lo ripetiamo – una maggiore acutezza ed una distorsione della percezione visiva; 2) livello rievocativo-analitico che permette l’esplorazione del proprio “spazio interiore”. Il soggetto si occupa sempre più dell’autoanalisi e dei problemi personali. Esperienze da lungo tempo dimenticate – ed anche represse – possono ripresentarsi spontaneamente alla coscienza e a volte essere vividamente rivissute;
3) livello simbolico nel quale l’espansione implica fondamentalmente un movimento che va aldilà delle cose particolari e personali giungendo all’universale, ad un ampliamento di contesti ed a formulazioni più universali. L’individuo può sperimentare, come spettatore o come partecipante, fatti storici, mitici e rituali;
4) livello totale corrispondente al grado più elevato. L’esperienza psichedelica diventa un fatto di integrazione psicologica, di illuminazione e dà la sensazione che la persona si sia trasformata. A questo stadio le idee, le immagini, le eventuali sensazioni corporee e le emozioni si fondono in quello che è avvertito come un processo assolutamente intenzionale che culmina in un senso di autocoscienza, di auto-trasformazione, di illuminazione religiosa e a volte di unione mistica. L’uomo si sente al cospetto della Causa di Tutto, di Dio, del Noumeno, dell’Essenza, della Realtà fondamentale.
L’impiego di sostanze
L’impiego di sostanze vegetali in grado di alterare la coscienza, di dilatarne i confini risale nientemeno che alla preistoria. Oggi le sostanze chimiche psichedeliche sono spesso più potenti, ma resta il fatto che le antiche droghe (molte esistenti in natura ancora oggi) modificavano ugualmente le percezioni proiettando la coscienza a più livelli.
Allora perché solo oggi un gran numero di artisti producono opere ispirate all’esperienza psichedelica?
Si è tentato di dare molte risposte a questo interrogativo. Una delle tante è che oggi l’arte psichedelica deve essere considerata in una certa misura come il prodotto di un accidente storico: si nota, in modo particolare in coincidenza con lo sviluppo degli psichedelici sintetici, una sempre più marcata tendenza dell’uomo occidentale all’introspezione, alla ricerca dello “spazio interno”, probabilmente come conseguenza di un eccessivo razionalismo che ha modificato la realtà sociale fino al punto di farne una somma di individui alienati e spinti verso il baratro dell’inaridimento della loro individuale componente più autenticamente umana.
Esperienze “para-psicadeliche” a partire dal Rinascimento. Implicazioni nell’età moderna e contemporanea
Guardando al passato non possiamo fare a meno di considerare il tipo di profonda coscienza para-psichedelica dei dipinti di Hieronymus Bosch, nei quali il significato metaforico di ogni particolare si collegava col resto e l’insieme veniva considerato in rapporto con l’eternità, mentre tutte le normali categorie spaziali e temporali venivano sospese. L’opera di questo autore (e in una certa misura dei Pieter Bruegel, sia il Vecchio che il Giovane) testimonia una grande capacità di introspezione psicologica, ma anche il modo complicato in cui, nel mondo del tardo Medioevo, venivano concepiti il subcosciente e i molti livelli di realtà accessibili a coloro che non si sentivano limitati al contatto col mondo oggettivo.
L’esperienza psichedelica ha riaperto, se vogliamo, antiche porte chiuse di colpo dalla glorificazione della ragione iniziata durante il Rinascimento, dalle presunte certezze illuministiche e dai dogmi e pregiudizi di parecchie scuole di psicologia e di psicoterapia che hanno dominato a lungo, influenzate da un’esasperata e presuntuosa applicazione delle teorie positiviste.
Qualcuno ha cercato di sostenere la teoria secondo cui l’arte psichedelica sarebbe una pura arte di evasione e, in quanto tale, inutile. Premesso che, come ha scritto Oscar Wilde alla fine della sua prefazione nel Ritratto di Dorian Gray, “tutta l’arte è completamente inutile”, non ci troviamo d’accordo con l’affermazione sopra detta perché, se i contenuti dei più alti livelli di coscienza sono semplicemente (al pari degli oggetti fuori della portata dello sguardo) elementi che affiorano alla coscienza allorché viene applicato lo stimolo adatto, ebbene l’esperienza psichedelica, ampliando la consapevolezza, da modo di percepire molte cose che prima erano ignorate. In questo senso si accrescono le possibilità conoscitive dell’uomo (quantunque, riconducendoci all’affermazione di Wilde di cui sopra, l’obbiettivo dell’arte non è di tipo gnoseologico, ma estetico, essendo gli statuti della conoscenza e quelli dell’artisticità, di natura completamente differente) e quindi si determinano più elevati gradi di relazione con l’esterno.
In tutta la produzione di arte psichedelica sono presenti l’entusiasmo, il senso dell’esplorazione, della scoperta, dell’apertura di nuove frontiere nel regno della mente: sembrano ripetersi le ansie e gli entusiasmi di una nuova fase umanistica tutta tesa a risolvere i problemi del nostro tempo: tipico bivio della storia in cui si produce una crisi di coscienza, con le strutture della vecchia realtà che crollano ed una nuova consapevolezza che emerge.
L’immediato futuro influirà moltissimo sul nostro modo di definire che cosa sia la coscienza normale e fino a che punto la stessa possa espandersi senza pericoli.
Il nostro progresso intellettivo ha sopravanzato lo sviluppo evolutivo dei nostri corpi e specialmente delle nostre capacità mentali. Per fare un esempio la funzione selettiva e filtrante della corteccia celebrale elimina più di quanto non sia necessario in rapporto ai bisogni della vita contemporanea. Un cervello ancora adattato ad un mondo primitivo delimita la nostra realtà e impedisce molti tipi di funzionamento mentale.
Oggi la psicochimica può gradualmente stabilire un nuovo e migliore equilibrio fra il mondo e le capacità celebrali. In questo modo noi potremmo modificare quel corso dell’evoluzione che sembrava destinato alla creazione di un uomo quasi esclusivamente logico, razionale, dominato dalla corteccia celebrale, privo di fantasia e di altre doti indispensabili alla creazione artistica, sempre più simile ad un automa o ad una specie di super-formica, quasi schiavo del suo cervello-computer e della sua precisione matematica.
Armando Ginesi (Whipart.it, 2013)
GRILLO PARLANTE di Armando Ginesi – Arte psichedelica (tangenze tra arte, scienza e conoscenza) > Parte I
GRILLO PARLANTE di Armando Ginesi – Arte psicadelica (tangenze tra arte, scienza e conoscenza) > Parte III