Ben (Oakes Fegley) è ossessionato da un padre che non ha avuto mai modo di conoscere. Sua madre Elaine (Michelle Williams), a tal proposito, si mostra reticente ma Ben non si perde d’animo e sogna, un giorno, di andare a cercarlo. A ostacolare Ben c’è però un imprevisto: un fulmine che lo rende sordomuto e che lo porta a un totale disorientamento.
Nel 1927, cinquant’anni prima della vicenda di Ben, la piccola Rose (Millicent Simonds), anziché dedicarsi allo studio, come vorrebbe suo padre, segue le fortune di un’attrice del muto, Lillian Mayhew (Julianne Moore), a cui è legata non soltanto da una profonda ammirazione ma da qualcosa di molto più forte.
I due ragazzini, pur in epoche diverse, compiono un viaggio parallelo nella stessa città, New York: Ben, poco alla volta, è costretto a imparare il linguaggio dei segni e a comprendere il mondo silenzioso che lo circonda, mentre Rose segue, in qualche modo, i suoi stessi passi, fino a scoprire di avere con lui un legame indissolubile.
Tratto dal best-seller di Brian Selznick, già autore della Straordinaria invenzione di Hugo Cabret, La stanza delle meraviglie (Wonderstruck) gode di una maniacale cura delle immagini e dell’accompagnamento musicale. Il bianco e nero della vicenda di Rose è in linea con l’assenza di dialoghi e il tentativo di ricreare l’effetto del cinema muto dell’epoca. È il cinema delle origini, tanto amato dalla stessa Rose, capace oltretutto di creare maggiore empatia con la protagonista.
Per quanto riguarda Ben, invece, la perdita dell’udito è un vero e proprio colpo, a cui fa seguito, anche in questo caso, una riduzione dei dialoghi, se non quando Ben conosce il piccolo Jamie, che vorrebbe essergli amico.
In tutto ciò, l’elemento comune alle due storie, apparentemente disgiunte, è una magica stanza in cui si raccolgono tutti gli oggetti più impensabili, quella “stanza delle meraviglie” del titolo italiano. Raccogliere qualcosa, diventare il curatore di una collezione, significa fare una selezione di quello che conta e di quello che deve restare nella memoria. Ed è questo che Ben capisce nel momento in cui incontra Rose, ormai adulta: la storia si ripete e le generazioni sono legate da un filo che nemmeno il tempo può spezzare.
Le due vicende parallele sono anche segnate da un doppio sguardo sulla storia, in epoche molto diverse: il 1927 è un’età di ascesa e speranza di una città in espansione, ma anche l’anno in cui i fratelli Warner inaugurano, con Il cantante di Jazz, l’era del cinema sonoro; dall’altro lato, il 1977 è stato il punto più basso della storia di New York, l’anno del blackout a causa di un fulmine, quello stesso fulmine che strappa l’udito a Ben.
«Ho accettato di fare questo film perché non avevo mai fatto un film rivolto a un pubblico giovane e interpretato solo da giovani» ha detto il regista Todd Haynes. «Ho voluto trovare un modo per accendere la fantasia dei bambini senza le convenzioni del suono, così come si riempiono gli spazi delle illustrazioni. Quando chiedi agli spettatori di riempire gli spazi, questi mettono in moto un certo potere che tutti possediamo ma che spesso trascuriamo.»
Vera protagonista del film è però la sordità, da cui sono affetti non soltanto Ben e Rose ma anche gli attori che interpretano altri attori nel 1927. Per immergere del tutto Oakes Fegley nel mondo dei sordomuti, Haynes ha pensato di fargli indossare delle cuffie isolanti mentre percorreva a piedi la zona di New York in cui si svolge l’azione: un metodo riduttivo ma efficace, ha detto il regista, per far capire che cosa provi un sordo ogni giorno.
DATA USCITA: 14 giugno 2018
GENERE: Drammatico
ANNO: 2017
REGIA: Todd Haynes
CAST: Oakes Fegley, Millicent Simmonds, Michelle Williams, Julianne Moore, Jaden Michael, Cory Michael Smith, Tom Noonan, Amy Hargreaves, James Urbaniak, Ekaterina Samsonov, Damian Young
PAESE: USA
DURATA: 117 Min
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution