Venezia 79 – Padre Pio

Siamo alla fine della Prima Guerra Mondiale e i giovani soldati italiani tornano dal Fronte a San Giovanni Rotondo, piccolo paese del Gargano sul quale la Chiesa e i ricchi proprietari terrieri esercitano un dominio ferreo: povertà, sfruttamento, diritti negati scandiscono la vita degli ultimi. In questo stesso periodo arriva anche Padre Pio in uno sperduto convento di frati cappuccini, per iniziare il suo ministero. Presto a San Giovanni Rotondo un evento tragico segnerà l’inizio di un nuovo periodo di violenza e morte per l’Italia e per il mondo.

A Venezia 79 arriva uno dei film più attesi nel concorso delle Giornate degli Autori, il Padre Pio di Abel Ferrara. Il regista de Il cattivo tenente e The Addiction torna a visitare l’immaginario cristiano e a riflettere sulla presenza del Male nel mondo, attraverso la biografia del celebre frate: «un monaco, un santo, un taumaturgo, un uomo carismatico», lo definisce il cineasta, che lo considera anche «uno scrittore brillante, come dimostrano le sue lettere». Ma il film, oltre a mostrarci i tormenti del santo, ci racconta soprattutto la strage del 1920 nel paese in cui Pio si era stabilito, nel quale il corteo per la vittoria elettorale socialista fu represso nel sangue con l’apporto del nascente movimento fascista, in quella che Ferrara ritiene essere «la prima battaglia della Seconda Guerra Mondiale».

Dopo Pasolini, presentato nel Concorso principale del Festival veneziano nel 2014, Abel Ferrara affronta ancora una volta il biopic, stavolta definito documentario per l’attitudine a inquadrare il suo protagonista in un periodo di mezzo decisivo per il Novecento – la “pace” tra le due Guerre Mondiali -, e trova nel suo protagonista, nelle celebri stimmate, il correlativo oggettivo di una via crucis: un simbolico percorso d’espiazione dei peccati, quasi di redenzione e di ricerca della fede, teso verso una definitiva e sofferta unione con essa.

Abel Ferrara è da sempre regista anomalo, passionale e umorale nella realizzazione dei film, mai banale, talvolta sgangherato nella forma ma rigoroso e moralmente ineccepibile nei contenuti, capace di piegare il mezzo e di trasformarlo in un contenitore di opere che si alimentano delle pagine più oscure e contraddittorie della contemporaneità. Spesso semplicisticamente identificato come artista maledetto, in realtà è regista che della riflessione sulla dicotomia Bene-Male, delle implicazioni e dei limiti del libero arbitrio ha fatto le colonne portanti di una filmografia morale ma allo stesso tempo mai moralista.

Padre Pio non fa eccezione, e nelle scene dei moti interiori e delle tentazioni di Padre Pio, Ferrara dà ancora una volta prova della densità potente del suo cinema, sempre capace di materializzare e far esplodere in superficie tutte le tensioni interne, adottando però le regole di una rappresentazione più canonica, che oscilla tra l’adesione funzionale ai fatti e il richiamo a un immaginario cinematografico “altro”, di esibita matrice statunitense (la colonna sonora blues che accompagna la sequenza di lavoro nei campi ne è evidente paradigma).

Ferrara rifugge però alla tentazione di tradire la Storia con la libertà dell’invenzione, lavorando all’interno di limiti ben definiti: produttivi certo (il film è recitato in lingua inglese da un cast presumibilmente imposto e mal assortito), ma ancor più di metodo, a cominciare dall’ossessione ormai ricorrente, della fedeltà ai fatti, per il quale probabilmente è stato coinvolto nel progetto Maurizio Braucci in sceneggiatura. Abel Ferrara imbriglia dunque la sua vena più eversiva per provare a diventare più preciso, alla ricerca di una lingua “comune” e aprendosi a un’altra sintassi, un po’ come i suoi interpreti italiani che si sforzano di parlare in inglese mentre mettono in scena una vicenda profondamente immersa nel sostrato storico del nostro Paese.

Un’opera scostante, zoppicante, sgangherata appunto, ma che se messa a confronto con quanto visto sinora nel Concorso principale di Venezia 79 fa rimpiangere l’assenza di visceralità e di deflagrazione stilistica di buona parte del cinema contemporaneo.

Padre Pio