Il libro Nomadic subject (Soggetto Nomade) edito da Nero, Centro Pecci, raccoglie una selezione di opere di Paola Agosti, Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, Elisabetta Catalano e Marialba Russo.
Le cinque fotografe, attive nel periodo compreso tra gli anni ’60 e gli anni ’80, hanno indagato l’identità femminile da prospettive diverse, dando vita a immagini che sono al contempo “riflessive e riflettenti, e che sollecitano e interrogano chi le guarda”.
Il libro si apre con due testi introduttivi: Volti e luoghi: i soggetti nomadi nelle fotografie di Rosi Braidotti, e Non sono una signora. Rappresentazione dell’identità femminile tra gli anni sessanta e ottanta di Cristiana Perrella ed Elena Magini.
Nel suo testo, Rosi Braidotti propone una riflessione sul concetto di “nomade”, il soggetto nomade e non lineare e non omogeneo secondo la sua visione e procede attraverso percorsi multipli e frastagliati come quelli che caratterizzano i soggetti delle foto presenti nel testo. La parola nomade viene qui utilizzata in un senso abbastanza alterato si fa una forzatura evidente del termine a cui io sostituirei la parola marginalità, perché di marginalità si tratta possiamo accettare il termine nomade soltanto se si intende come qualcosa che per tradizione natura è alieno dello stabile, ovvero è alieno di una configurazione lineare, prestabilita.
Le fotografie delle cinque fotografe, secondo Braidotti, “sollecitano, interrogano, entrano in relazione”. Sono immagini che sono un esperimento con la forza cognitiva ed edificante ed etica dell’arte.
Gettano luce sulla funzione esperienziale che l’arte può avere nella vita di tutti i giorni, laddove per esperienza io intendo un vissuto che ci trasforma, che opera una modifica del nostro modo di pensare di vedere le cose.
Questa è la più grande funzione di fotografie come quelle presenti in questo libro di riuscire a scardinare i nostri stati mentali di portarci ad avere una visione diversa del mondo laddove incontriamo la visione di un autore di un soggetto che è stato capace di elaborare una propria visione del mondo e di tradurla in immagini.
Nel loro testo, Cristiana Perrella ed Elena Magini analizzano le opere delle cinque fotografe, mettendo in luce le diverse prospettive da cui esse hanno affrontato il tema dell’identità femminile.
È interessante che laddove Rosi Braidotti parla di una funzione etica e cognitiva, nel testo non sono una signora si mette in evidenza la compresenza di esigenze estetiche e politiche insite in questa tipologia di foto. Tutti i testi insistono però su un concetto che è alla base di questo libro del progetto espositivo e che rappresenta il suo punto di forza principale, la diversità.
L’arte dei ritratti fotografici è in grado di restituire una carrellata di diversità di sguardi e di soggetti senza curarsi di inquadrare volti che siano espressione dei codici estetico culturali e politici dominanti. Anzi alla base di molte delle fotografie contenute nel libro c’è proprio la ricerca della cosiddetta devianza.
Questo è uno dei più grandi pericoli del nostro secolo figlio del positivismo dell’Ottocento la creazione di categorie considerate normali, la creazione di un tipo umano normale o dominante che stabilisce il grado 0 della devianza.
È importante sottolineare che il volume “Soggetto nomade” offre un punto di vista femminile sulle identità femminili.
Questo è un aspetto fondamentale, in quanto la fotografia è spesso utilizzata per rappresentare le donne in modo stereotipato o sessista.
Queste cinque fotografe, invece, offrono uno sguardo più complesso e sfaccettato sull’esperienza femminile, cinque visioni differenti. Ognuna di esse affronta la questione dell’identità femminile a partire dallo strumento fotografico e a partire da una vicinanza a se stesse come donne e ai soggetti fotografati.
Le bellissime didascalie che riproducono delle riflessioni delle autrici ci portano proprio a immergerci nell’universo di ciascuna fotografa e a capire come la fotografia sia stata uno strumento di presa di parola e al tempo di indagine di se stesse e della realtà.
Elisabetta Catalano si concentra su attrici, scrittrici e artiste, offrendo uno sguardo sulle donne che hanno contribuito a plasmare la cultura e la società italiane.
Paola Agosti si concentra sul movimento femminista, documentando le lotte e le conquiste delle donne italiane.
Letizia Battaglia si concentra sulla Sicilia, documentando la violenza della mafia e la sofferenza delle donne e dei bambini.
Marialba Russo si concentra sul carnevale, offrendo uno sguardo sulla rappresentazione della femminilità in una festa popolare