Esplorando la fotografia di Sergio Siano, il racconto emozionale di una Napoli in continua evoluzione.
Napoli, una città affascinante e complessa, ha trovato nella fotografia di Sergio Siano un interprete sensibile. Da quasi quarant’anni, il fotoreporter napoletano ha immortalato i cambiamenti sociali e culturali che hanno segnato la città, catturando i suoi volti, i suoi luoghi e la sua storia.
Sergio ha condiviso la sua visione della fotografia e di Napoli sua città natale. in occasione dell’inaugurazione dell esposizione/vendita straordinaria Terra Mia Sergio Siano, curata da Fabrizio Scomparin e Stefano Nasti, che si è tenuta lo scorso 18 maggio dalle ore 18:30 alle ore 23:00 presso In arte Vesuvio, Polo Artistico Culturale di Intrattenimento in Via Nazario Sauro, 23.
La mostra prende forma da una domanda posta dai curatori a Sergio: “Se dovessi raccogliere in 15 scatti tutta la tua carriera fotografica, quali fotografie sceglieresti?“. Il percorso espositivo si snoda quindi attraverso gli scatti fondamentali della sua carriera, partendo dalla prima fotografia scattata nel maggio 1985, che ritrae due bambini scalzi nella Villa Comunale di Napoli, per concludersi con una foto scattata nel maggio 2023 alla fontana Spinacorona, in occasione del terzo scudetto della SSC Napoli e ricomprende “Alcuni scorci della città, “citazioni” di personaggi a cui sono molto legato, ovviamente Maradona, Pino Daniele, Massimo Troisi, Ernest Piñon…“
Alla domanda sulla difficoltà di selezionare il materiale, che doveva raccontare la sua carriera fotografica Siano ha risposto: “Non mi sono posto questo impegno, mi sono lasciato andare con la massima semplicità. Le mie foto sono la mia vita stessa, la mia vita vissuta in questa che è anche la mia città, con la quale ho un rapporto quasi che fosse una persona“.
Il nuovo libro in uscita di Sergio Siano, intitolato Ricomincio da tre, Napoli in festa, deve il suo titolo, come spiegato da Siano, solo in parte allo scudetto del Napoli, ma prende anche ispirazione dall’omonimo film di Massimo Troisi.
“Mi sono molto rivisto nella riflessione contenuta nell’incipit del film“, ha affermato il fotoreporter, “il desiderio di ripartire non da zero, ma con una nuova prospettiva“.
Il legame di Sergio Siano con Napoli è profondo e radicato fin dall’infanzia, essendo vissuto e cresciuto nei quartieri popolari. La sua esplorazione e comprensione della città sono state motivate dalla “molla” scaturita dal veto di sua madre a frequentare il quartiere, che lo ha spinto a porre domande e ad avvicinarsi al mondo che lo circondava.
Napoli è una città dai mille volti, “I mille colori di Napoli” ci dice citando Pino Daniele, una città che riflette la sua storia e le molteplici dominazioni che l’hanno attraversata nel corso dei secoli.
“Napoli conserva ancora la sua grecità“, afferma Siano, “non amiamo, adoriamo, e questo è Greco“. La città e le sue sfumature si riflettono nelle fotografie di Siano e nel suo rapporto con essa.
Il fotoreporter sottolinea l’importanza dello studio e della conoscenza della città per comprenderla appieno e rispettarla: “Capire l’origine dei volti di Napoli potrebbe aiutare a rispettare la città e viverla meglio.”
Quando gli è stato chiesto quale parte di sé proietti nelle sue fotografie di Napoli, Siano ha sottolineato che in ogni scatto c’è il suo punto di vista, la sua esperienza e le emozioni che ha vissuto attraverso il suo sguardo.
“Non so se il termine giusto sia ‘autoritratto’, ma sicuramente in ogni mio scatto ci sono io, quindi c’è il mio punto di vista, la mia esperienza, quello che io vivo, quello che io ho raccolto attraverso lo sguardo. C’è questa predisposizione in me nel condividere fatti, personaggi e luoghi di Napoli con chi non li conosce o non ha la possibilità di viverli“.
Attraverso le sue fotografie, Sergio ha condiviso la sua prospettiva, la sua esperienza e le emozioni che Napoli gli ha suscitato nel corso degli anni. Ogni scatto racchiude una parte di lui, un messaggio che desidera comunicare agli altri e a se stesso.
Siano ha inoltre espresso il suo profondo rispetto per la fotografia come linguaggio. Rispetto che gli è stato trasmesso in modo diretto e indiretto, in particolare da suo fratello Riccardo, che ha influenzato la sua percezione della bellezza fotografica. “Per me non esiste la distinzione tra un grande fotografo e un fotografo medio. Ci sono persone che raggiungono un certo livello nella loro capacità di tradurre pensieri ed emozioni in fotografie“.
“Le mie foto preferite di Maradona sono quelle in cui io ho vissuto in intimità al Campo Paradiso è perché lì io mi sentivo un privilegiato, dicevo io sto vivendo qualcosa di straordinario ma perché me l’aggia tenere pe mme. Quando tu mi chiedi che cosa condivido la risposta è quello che io provo, quello che sento. È quando ci emozioniamo che la nostra vita che si sta muovendo, ed e quello che è poi bello condividere o almeno ci provo“.