Il Pensiero Cosmico di Michele Zaza in mostra al Maschio Angioino di Napoli

È sabato mattina, il sole si erge alto e cocente sul viale di accesso al Maschio Angioino. C’è uno stuolo di visitatori in fila, con il naso all’insù, che aspettano il proprio turno per entrare. Alcuni sono italiani, altri stranieri, tutti ugualmente incuriositi dalle meraviglie dello storico castello che si innalza in tutta la sua bellezza e che torna ad essere luogo vissuto e visitato. Finalmente riesco a riconoscere la mia città, quell’angolo di Paradiso dove tutto sembra possibile, quel luogo dal quale è difficile allontanarsi e quasi impossibile non tornare. Michele Zaza lo sa bene, lui che mancava da Napoli da tantissimo tempo ha accettato con entusiasmo l’invito di Andrea Aragosa, – già fondatore di Black Tarantella e con all’attivo una vasta produzione artistica di festival musicali, ad oggi impegnato anche nella curatela di mostre d’arte – e ha così dato vita ad un progetto espositivo site-specific realizzato su misura per la Cappella Palatina.

Inglobata nel cuore del castello, la Cappella sembra aver atteso da sempre l’incontro con Zaza, tale è la profonda affinità tra le memorie antiche del luogo e la percezione e l’emozione che deriva dall’osservare da vicino le opere dell’artista.
Già avvicinandoci alla porta di accesso della Cappella, si ha la sensazione di valicare un limite indefinito. Il sottofondo che accompagna ogni passo è scandito da suoni, rintocchi e musiche tibetane che predispongono l’animo nella giusta dimensione, quella necessaria a compiere un viaggio. Perché di viaggio si parla, quando si viene a contatto con la poetica di Zaza, e di quella capacità tutta sua di riconoscere la fotografia come creazione della realtà e non come mera testimonianza di una realtà oggettiva.

Percorrendo la navata, si ha la sensazione di camminare sospesi, come se ogni passo fosse fatto a pelo d’acqua, complice anche la scelta del fondo delle pareti dipinto di un blu oltremare. Lo sguardo poi si sposta, affamato di conoscenza, tra i video che si susseguono da un lato e le dodici fotografie esposte dall’altro, tra le forme create dalla disposizione di molliche di pane e le tre grandi sagome dipinte di rosso che si stagliano sulla parete, contrastando il blu del fondale.

Pensiero cosmico è un progetto espositivo di grandissimo impatto, un luogo in cui la propria immaginazione può prendere il volo e planare alta tra le volte a capriate lignee che partono dalla cantoria e arrivano all’abside della Cappella, per poi scendere sulle pareti, correndo dietro linee immaginarie tracciabili tra una mollica di pane e l’altra e infine, approdare leggera sui volti trasfigurati da campiture di colore che ne mettono in risalto la fronte, il naso, le mani.

È un ritorno verso se stessi, verso la propria interiorità, in uno scambio silenzioso tra la propria intimità e la vastità del cosmo, tra le grandi dimensioni delle opere e la consapevolezza del piccolo spazio occupato dal proprio corpo. È tutto un susseguirsi di emozioni contrastanti, laddove l’immensa vastità della Cappella sembra fondersi e confondersi tra suoni e immagini, tra respiri e sospiri, tra luci, ombre e colore, in un tutt’uno con le opere dell’artista. “Ho desiderio di infinito, di ampi spazi sonori, di dinamismi vertiginosi, di profondità dove non c’è evanescenza ma è tutto sostanza. Musicalità energetica e vitale. Il silenzio elettrico, il suono ideale del cosmo e della vita“. Queste le parole che Zaza lascia sulla porta, come ultimo regalo ai suoi visitatori, parole che mi accompagnano nel viaggio verso casa, con il cuore gonfio di emozioni e i piedi ancora leggeri, mi espongo alla luce del sole che implacabile proietta il suo calore nel centro della fortezza. In me resta la consapevolezza di aver avuto accesso ad uno scenario insolito e segreto, dove il blu e il rosso si fondono senza confondersi, dove il rumore dei passi sulla navata si intona perfettamente con i suoni tibetani che riecheggiano nell’aria, dove le immagini dei video dialogano alla perfezione con le fotografie esposte sulla parete di fronte.

La mostra, che sarà visitabile gratuitamente fino al 10 Settembre, non è una semplice esposizione del pensiero di Zaza ma assume i toni di una performance, anche se non intesa nel senso stretto del termine. La teatralità dei gesti, la dinamica dei corpi, la tensione delle forme, nei video tanto quanto nelle fotografie, scandisce il ritmo come in una partitura musicale ed è forse da ricercare proprio qui il legame tra l’artista e i Black Tarantella, in quel connubio magico tra il linguaggio musicale e quello artistico, in un crescendo di intrecci, quasi come se l’ uno non potesse esistere senza l’altro.

Michele Zaza – Pensiero Cosmico
Cappella Palatina del Maschio Angioino di Napoli
A cura di Andrea Aragosa – Blacktarantella
In collaborazione con l’archivio Michele Zaza
Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli
Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee
Dal 16 Luglio al 10 Settembre, dal lunedì al sabato, ore 10 – 17
Info e contatti: www.blacktarantella-art.itMichele Zaza; info@blacktarantella.com