Le Grotte di Lascaux arrivano a Napoli, in una mostra immersiva che si annuncia estremamente suggestiva. Intanto a teatro ci sono Faust, il testo di Jane Birkin Oh scusa dormivi e In nome del Padre.
Lascaux 3.0
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ospita, sino al prossimo 31 maggio, la mostra Lascaux 3.0.
Presentata in un’affollata conferenza stampa cui hanno partecipato il direttore del MANN Paolo Giulierini, il Console Generale di Francia a Napoli Laurent Burin des Roziers, l’assessora alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Eleonora De Majo, il direttore di Firenze Archeolfilm Dario Di Blas, i funzionari archeologi del MANN e responsabili scientifici della collezione Preistoria e Protostoria del Museo Floriana Miele e Giovanni Vastano, il responsabile dell’allestimento mostra per la società pubblica Lascaux. L’esposizione internazionale Olivier Rétout e la Regional Manager Region Sud/UniCredit Annalisa Areni, la mostra è l’evoluzione di un progetto più ampio che veicola in tutto il mondo i principali ambienti della Grotta di Lascaux e presenta al pubblico i calchi degli utensili dell’Uomo di Cro-Magnon e gli apparati didattici sulla vita di quelle comunità preistoriche.
Lascaux 3.0 arriva al MANN in anteprima assoluta per l’Italia (è stata già presentata, invece, in Germania, Francia e Belgio) e trasforma la Sala del Cielo Stellato e quelle attigue in uno spaccato dell’immaginario rituale (probabilmente la Grotta era adibita a culti e riti iniziatici) di un tempo compreso tra 20mila e 17mila anni fa.
Lascaux: la storia
La Grotta di Lascaux si trova a Montignac, un piccolo centro nella Regione francese della Nuova Aquitania. Viene scoperta per caso l’8 settembre del 1940 da un giovane del luogo, Marcel Ravidat, grazie al suo cane Robot che, infilandosi in una buca del terreno, ne causa una frana. Convinto di essere di fronte ad un sotterraneo segreto del Castello di Montignac, vi torna con tre amici (Jacques Marsal, Georges Agnel e Simon Coencas) portando alla luce un antichissimo capolavoro dell’arte rupestre.
Il patrimonio visivo della grotta è stato documentato grazie all’impegno di un insegnante di Montignac, Léon Laval, e del locale esperto di Preistoria, l’abate Henri Breuil, che durante il conflitto mondiale si attiva, insieme alla comunità locale, per difenderlo da attacchi militari.
Ben presto, la presenza dei visitatori determina dei problemi piuttosto seri di conservazione, quindi nel 1963 la Grotta viene chiusa al pubblico. Dopo circa dieci anni, nel 1973, parte il cantiere per Lascaux II, ovvero una riproduzione della Grotta in una cava abbandonata a 350 metri dal monumento preistorico, che viene aperta ai visitatori nel 1983.
All’inizio degli anni Duemila, inoltre, viene messo a punto il “velo di pietra”, ossia una grande (e sottilissima) parete artificiale che permette di riprodurre, in modo fedele all’originale, non soltanto porzioni significative delle pitture della Grotta, ma anche la stessa consistenza e l’effetto visivo della pietra.
Lascaux 3.0: la mostra al MANN
L’esposizione internazionale nasce con l’intento di coniugare scienza, tecnologia, didattica ed arte.
La Grotta, levigata da fiumi sotterranei e priva di stalattiti e stalagmiti era, per i suoi abitanti, una vera a propria tabula rasa da decorare. Inoltre vi sono stati ritrovati diversi utensili, che hanno permesso di approfondire alcuni aspetti della vita ai tempi dell’Uomo di Cro-Magnon.
Al MANN gli ambienti della Grotta sono in gran parte presentati grazie ad un suggestivo tunnel di accesso che cerca di restituire lo stupore dei quattro amici che la scoprirono e la sensazione di passeggiare tra le pitture rupestri. Mentre le postazioni interattive lungo il percorso permettono di ampliare le proprie conoscenze sull’arte primitiva e sulla vita dei Cro-Magnon.
Il ricco bestiario della Grotta comprende un “unicorno”, tori, cervi, cavalli, la celebre Mucca Rossa con la Testa Nera e la Mucca Nera, la Mucca con il corno che cade, il Grande Toro Nero, che si contrappone al colore rosso delle vacche ed un’unica figura umana, rappresentata nel cosiddetto Pozzo, circondata da quattro animali.
Nel percorso di mostra è compreso uno spazio di approfondimento ad hoc dedicato al mestiere dell’archeologo, che segue le ricerche degli studiosi che, dal 1940, si sono occupati di Lascaux. Inoltre l’artista Elizabeth Daynes, specializzata nella rappresentazione dei volti degli uomini primitivi, ha realizzato per Lascaux 3.0 alcune ricostruzioni dei Cro-Magnon ed i Servizi Educativi, Ricerca e Promozione del MANN organizzeranno (tra febbraio e maggio) quattro laboratori rivolti a bambini e ragazzi dagli 8 ai 14 anni, in collaborazione con la Scuola Italiana di Comix e l’Accademia di Belle Arti intitolati Nella Grotta di Lascaux. Laboratorio di decorazione murale, volti alla riproduzione delle pitture rupestri utilizzando strumenti e materiali rudimentali, ricreando un ambiente simile a quello in cui hanno agito i nostri antenati durante la loro realizzazione.
Jane Birkin: Oh scusa dormivi
Il ridotto del Teatro Mercadante ospita da giovedì 30 gennaio a domenica 9 febbraio Oh scusa dormivi, testo di Jane Birkin nella traduzione di Giulia Serafini con la regia di Marcello Cotugno.
La 73enne attrice, cantante, modella, scrittrice londinese, icona della rivoluzione del costume e della morale della seconda metà del ‘900 scrisse Oh Scusa dormivi del 1992, raccontando la lunga, tormentata notte di una donna afflitta dall’insonnia, che confessa al marito i dubbi sulla loro relazione e la sensazione che il loro amore si stia esaurendo.
Questo spietato duetto attinge alle relazioni che Jane Birkin ebbe con John Barry, Jacques Doillon e con Serge Gainsbourg e si configura come il momento di un duro bilancio esistenziale.
OH SCUSA DORMIVI
di Jane Birkin
Ridotto del Mercadante dal 30 gennaio al 9 febbraio
traduzione Giulia Serafini
regia Marcello Cotugno
con Anna Ammirati, Paolo Giovannucci
scene Dionisio Paccione
luci Carmine Pierri
costumi Giuseppe Avallone
colonna sonora a cura di Marcello Cotugno
foto di scena Marco Ghidelli
produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale
INFO e ORARIO RAPPRESENTAZIONI: www. teatrostabilenapoli.it
BIGLIETTERIA: tel. 081.5513396 | biglietteria@ teatrostabilenapoli.it
Scene da Faust
Federico Tiezzi, dal 4 al 9 febbraio, torna al Teatro Mercadante con Scene da Faust di J.W. Goethe, di cui, nella versione italiana di Fabrizio Sinisi, firma sia la regia che la drammaturgia.
Interpretato da Marco Foschi, Sandro Lombardi, Leda Kreider (nei ruoli, rispettivamente, di Faust, Mefistofele, Margherita), e da Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Nicasio Catanese, Valentina Elia, Fonte Fantasia, Francesca Gabucci, Ivan Graziano, Luca Tanganelli, Scene da Faust ha debuttato al Fabbricone di Prato lo scorso maggio.
Le scene e i costumi sono di Gregorio Zurla; le luci di Gianni Pollini; le coreografie di Thierry Thieû Niang; il canto di Francesca Della Monica.
La produzione dello spettacolo è del Teatro Metastasio di Prato/Compagnia Lombardi–Tiezzi in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana/Manifatture Digitali Cinema Prato e Teatro Laboratorio della Toscana/Associazione Teatrale Pistoiese.
Riferimento per lo spettacolo è la prima parte del Faust, in cui è centrale la figura di Mefistofele, che si pone come il doppio speculare di Faust, la sua metà, il suo alter ego e, freudianamente, la proiezione del suo inconscio.
La brama di conoscenza, l’aspirazione a un’eterna giovinezza, la ricerca della saggezza, delle risposte alle domande su che cosa siano la natura, la storia e la vita dell’uomo si riversano sulla scena nella complessità di un dramma cosmico che gira su due perni, il bene e il male.
Ma nello stesso tempo lo spettacolo ci parla del rapporto conflittuale tra l’intellettuale e la realtà, del dramma della conoscenza, dell’insoddisfazione per un sapere vecchio, inefficace, non più capace di interpretare il mondo col solo ausilio dei dogmi religiosi. E ci parla anche delle dinamiche del desiderio (tra cui quello sessuale) e del sentimento.
INFO e ORARI su www. teatrostabilenapoli.it
BIGLIETTERIA tel. 081.5513396 | e.mail: biglietteria@ teatrostabilenapoli.it
In nome del Padre: da Massimo Recalcati a Mario Perrotta
Dal 4 al 9 febbraio il Teatro Bellini ospita In Nome del Padre, scritto e diretto da Mario Perrotta con la consulenza alla drammaturgia di Massimo Recalcati.
Lo spettacolo nasce prprio da un intenso confronto tra Perrotta e Recalcati, che, come psicanalista, ha dedicato gran parte del suo lavoro alle relazioni familiari.
In scena, tre figure paterne e un unico attore che le incarna: tre padri diversi, in crisi, ridicoli a confronto con i figli adolescenti. Un monologo che è un flusso di dialoghi mancati con i figli.
Un confronto impietoso, alla luce di un tempo incerto per la famiglia, poiché – come afferma lo stesso Perrotta – Il nuovo millennio ha portato con sé lo stravolgimento totale di questa triade “padre – madre – figli” alterando le fattezze di ruoli che parevano immutabili nei secoli.