“La gioia” di Pippo Delbono

CSS, Udine – Il teatro di Pippo Delbono continua il suo discorso sulla vita, intesa come ciclo personale inserito e influenzato da quello sociale, e sulle sue fasi.
Tra esaltazione e depressione, buio e colore, urla e melodia, anche in “La Gioia” non cambia la regola della visione narrativamente destrutturata seppur saldamente organizzata.
Un’ottantina di minuti che sul palco hanno un’apparente “non forma” e si alternano con evidenti differenze di un ritmo totalmente sincopato (ora dilatato, ora velocissimo), dando seguito tangibile ai sentimenti emozionali di cui Delbono è cantore supremo e imprescindibile.


Avvicinarsi ad uno spettacolo da lui partorito e modellato è come specchiarsi un po’ nell’intimità che ognuno cova e che spesso rinuncia paurosamente ad indagare: lo sguardo sul vissuto emotivo di Delbono è un vortice che accarezza e disorienta, stimola e strapazza. Uno sguardo lucido, disincantato, al contempo etico e sfacciato, pudico e a tratti immorale. Sicuramente immensamente, laicamente religioso.
Quelle di Delbono sono opere che restano incollate, insegnano la bellezza di saper andare oltre i filtri delle convenzioni socialmente accettate e indottrinate, dell’esistenza e dell’arte.


“La Gioia”, come tanti altri lavori, ci accompagna a ridefinire i nostri pregiudizi su ciò che è giusto fare e non fare, su cos’è bello vedere e non.
Metateatro che si produce sotto i nostri occhi, prima disorientati ed increduli e poi incredibilmente affascinati, e diventa immediatamente iperteatro vestito di citazioni trasversali e universali, dove ciò che è considerato alto viene spesso incrociato, sposato a ciò che è definito basso. Invertendone l’ordine dei valori e dell’importanza.
Teatro di pause comunicanti che sembrano parlare, urlare; del grottesco, dove le linee sono sempre oblique e il contrasto acceso negli accostamenti produce vibrazioni profonde. Teatro che, secondo chi scrive, non può essere giudicato nella riuscita in termini oggettivi perché pulsa ad ogni millimetro di cristallina soggettività.


“La Gioia” è un esempio di come per Delbono gli opposti si attraggono fino a ribaltarsi uno nell’altro, favoriti dalla ciclicità della vita che non risparmia il nostro dolore, ma solo prima e dopo la gioia.

CSS – Teatro Contatto, Udine

Presenta:

LA GIOIA
uno spettacolo di Pippo Delbono
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Zakria Safi, Grazia Spinella
composizione floreale Thierry Boutemy
musiche di Pippo Delbono, Antoine Bataille, Nicola Toscano e autori vari
luci Orlando Bolognesi
elettricista Orlando Bolognesi/Alejandro Zamora
suono Pietro Tirella/Giulio Antognini
costumi Elena Giampaoli
capo macchinista e attrezzeria Gianluca Bolla/Enrico Zucchelli
responsabile di produzione Alessandra Vinanti
organizzazione Silvia Cassanelli
direttore tecnico Fabio Sajiz
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
coproduzione Théâtre de Liège, Le Manège Maubeuge – Scène Nationale
COMPAGNIA PIPPO DELBONO
Si ringraziano Enrico Bagnoli, Jean Michel Ribes, Alessia Guidoboni – assistente di Thierry Boutemy e Théâtre de Liège per i costumi
foto di Luca Del Pia
Durata: 80 min. in atto unico