Brutti, sporchi, cattivi e pure ignoranti. Insomma, tutte loro ce le avevano! La figura tipica del vichingo, quella che lo rappresenta come un energumeno dalla folta barba e con un elmo ornato di corna (uno dei più famosi fake storici!), è un classico intramontabile, ma anche una storpiatura della realtà.
Per fare chiarezza sulla storia dei vichinghi, Iperborea, una delle realtà più interessanti del panorama editoriale italiano pubblica il volume di Bergsveinn Birgisson, Il Vichingo nero,nella traduzione di Silvia Cosimini. Nelle oltre 400 pagine del libro, l’autore islandese, ma residente in Norvegia, ripercorre le gesta epiche di Geirmund Helijarskinn, alias Geirmund Pelle scura, uno dei personaggi più interessanti della storia scandinava, vissuto nel IX secolo d.C. e considerato colui che segna “il principio della nazione islandese”
Nato in Norvegia, Geirmund Pelle scura diventerà una delle figure centrali per la storia dei vichinghi, anche se risalire a fonti certe non è stata un’impresa semplice per l’autore che ha dedicato vent’anni a questa ricerca. Un aspetto curioso se si pensa che questo esperto cacciatore e intrepido esploratore può essere definito “il più nobile di tutti i colonizzatori islandesi”. Scavando a fondo nella storia scandinava, e grazie a uno stile di scrittura coinvolgente, Birgisson riesce quindi a ripercorre la vita avventurosa di questo personaggio, figlio del re Hjör e di una donna sami della Siberia che da piccolo conosce la discriminazione a causa dei suoi tratti mongoli, così diversi da quelli della sua gente.
Quella di Geirmund Pelle scura è una storia piena di fascino, coraggio, intraprendenza e voglia di andare oltre e raggiungere luoghi sconosciuti, come quei fiordi islandesi che diventeranno la base per il suo impero commerciale, incentrato sulla caccia al tricheco e sulla sua lavorazione, come, ad esempio, l’olio ricavato dal grasso o le corde realizzate con la pelle e le zanne. Ne Il vichingo nero Birgisson non si limita però alla semplice narrazione biografica di questo personaggio, ma arricchisce la storia di un uomo con quella del suo popolo, spiegandone usi e costumi, analizzando i ruoli nella società e nelle famiglie e ricostruendo così una storia collettiva.
Nelle pagine del libro, Bergsveinn Birgisson conferma la sua abilità di scrittore (come già fece con il famoso Risposta a una lettera di Helga) e riesce a ribaltare, con prove e documenti, l’immagine classica dei vichinghi che le leggende ci hanno tramandato, dando invece il giusto spazio alla scaltrezza di questi viaggiatori indomiti che seppero intuire l’importanza delle risorse islandesi come fonte di commercio.