Un concerto speciale dedicato alle vittime dell’Olocausto, Il tempo della Fine. Quattro vite nell’apocalisse di Görlitz è così che il Teatro di San Carlo di Napoli celebra il 27 gennaio, la Giornata della Memoria.
Le note dei quattro musicisti Mirabassi, Pieranunzi, Chiesa, Baglini, rispettivamente clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, racconteranno attraverso la loro esecuzione delle terribili condizioni in cui, nel 1940, Olivier Messiaen, detenuto nel campo di prigionia di Görlitz, compose lo straordinario Quartetto “Per la fine del tempo”. Una delle partiture simbolo della Giornata per la Memoria, eseguita per la prima volta dallo stesso Messiaen insieme ad altri tre detenuti il 15 gennaio 1941 nel campo di concentramento tedesco di Görlitz.
Tra una sezione e l’altra delle otto che compongono il brano, la voce narrante di Guido Barbieri – critico musicale, drammaturgo, voce storica di Radio3 – racconta le vicende dei quattro musicisti detenuti, esecutori della prima assoluta del Quatuor: oltre a Messiaen al pianoforte, il violinista Jean Le Boulaire, il violoncellista Etienne Pasquier e il clarinettista Henri Akoka. I primi tre intermezzi sono dedicati all’itinerario che i quattro musicisti hanno seguito prima dell’arrivo a Görlitz, dalla cattura fino alla detenzione, il quarto intermezzo, quello centrale, descrive la “fotografia” di quel 15 gennaio 1941, gli ultimi tre raccontano infine le vite dei quattro musicisti, dal giorno successivo fino alla fine della guerra. Quattro esistenze diverse che racchiudono speranze, oblii, pentimenti, delusioni e che costituiscono lo specchio fedele del tempo storico, tragico e irto di conflitti, in cui si sono svolte.
Tra musica e prosa, una nitida fotografia di quel periodo, forse il più drammatico e feroce della storia umana, dove la crudeltà era stata istituzionalizzata e industrializzata attraverso i campi di concentramento, vere e proprie fabbriche della morte dove persero la vita oltre un milione di persone e furono brutalmente torturate tantissime altre. Ed è proprio nello Stalag VIII-A, il campo di concentramento tedesco per prigionieri di guerra situato nei pressi di Görlitz, nell’allora Bassa Slesia, che nascono le note di quella che sarà riconosciuta come un’opera di punta della musica del Novecento, un capolavoro indiscusso che Olivier Messiaen scrisse, con un mozzicone di matita, nella sua baracca di prigioniero.
Guido Barbieri definisce l’opera di Messiaen: «Una meditazione senza parole – ispirata però all’Apocalisse di San Giovanni – sulle infinite aporie del tempo: il tempo della religione, il tempo della filosofia, il tempo della musica». Ed è proprio la forza catartica della musica a guidare l’immaginazione dello spettatore e, attraverso la potenza evocativa delle parole, proiettarlo nel racconto di quattro vite segnate dalla devastazione della guerra, i cui strascichi si faranno sentire ben oltre la fine del conflitto.
All’esecuzione completa dell’opera, si aggiunge un racconto basato su dati storici certi che trasforma “Il tempo della Fine. Quattro vite nell’apocalisse di Görlitz” in un itinerario emozionale nelle pieghe della Storia e nelle storie delle vite dei quattro protagonisti. Perché ricordare è l’unico strumento che abbiamo, e non solo in occasione della Giornata per la Memoria, affinché le pagine di quella Apocalisse contemporanea non siano mai più riscritte.
Giovedì 27 gennaio ore 20.30
Teatro di San Carlo
Via San Carlo 98, 80132 Napoli
Il tempo della Fine. Quattro vite nell’apocalisse di Görlitz
Concerto per La Giornata Della Memoria
Quatuor pour la fin du Temps di Olivier Messiaen
Quartetto composto da Gabriele Pieranunzi (violino), Gabriele Mirabassi
(clarinetto), Silvia Chiesa (violoncello) Maurizio Baglini (pianoforte)
Voce narrante di Guido Barbieri