Fin qua tutto bene, Vulcani in pace

Fin qua tutto bene, è quello che possiamo provare a risponderci tutte le mattine guardando fuori dalla nostra finestra, il sole continua a salire e gli uccellini cantano ancora. È vita. Forse giusto la sera prima di chiudere gli occhi e farci quella domanda alla quale risponderemo la mattina possiamo renderci conto che per esempio le lucciole non ci sono più. E quando sono scomparse le lucciole? Fin qua tutto bene, nonostante tutto. Fin qua tutto bene continua a ripetere in maniera ossessiva Marco Parente sulle musiche di Paolo Cattaneo.

Fin qua tutto bene, almeno finche ci sono i Vulcani in pace, nuovo progetto di questo inedito duo nato da qualche telefonata e dall’incontro geniale di menti creative.
Fin qua tutto bene è il brano che incontriamo quasi per caso a settembre, mese dove tutto ricomincia e qualcosa inizia per davvero. Un brano di una frase sola, come di mantra, di ossessione, di ribellione alla frase stessa. Ogni parola, di queste quattro messe in fila, perde di significato, ne acquista in potenza sonora e diventa trampolino di lancio per una nuova entità, una nuova identità musicale che come vulcani dormienti aspettano e, se loro aspettano, fin qua tutto bene.
Vulcani in pace, nove canzoni, all’inizio erano solo due, nate per una coincidenza creativa, ma il caso non esiste e così adesso possiamo parlare di questa nuova identità, dove prima c’erano solo Paolo e Marco.

Una terza creatura, Vulcani in pace, come quelli di Lanzarote, circa centoquaranta coni che caratterizzano quest’isola delle Canarie, crateri che in una notte silenziosa hanno visto nascere una carezza, una promessa nata, una via di salvezza, dove se tu mi salvi allora ci salviamo. Sotto le stelle, ogni sera, sotto i vulcani, ogni mattina. Se resti qui con me. Amore accanto. Uscita  venerdì 18 ottobre in un giorno di pioggia. Con la produzione di Taketo Gohara. Seconda uscita per Cattaneo e Parente, una canzone di speranza, una dolcissima intenzione ad andare oltre anche alla stessa frase ripetuta nel primo brano. Fin qua tutto bene, ma possiamo fare di più, accanto. Possiamo guardarci intorno, scoprire la bellezza. Capire che il mare è il polmone blu della terra e che noi lo stiamo perdendo, e con lui stiamo perdendo anche noi stessi.

Marco Parente e Paolo Cattaneo si interrogano sulle reali conseguenze del cambiamento climatico e con questo progetto vogliono partire insieme verso nuovi fondali accompagnati dallo scultore Jason deCaires Taylor.
Ambientalista e fotografo sottomarino che realizza opere in maniera totalmente sostenibile e pone l’attenzione sul potere rigenerativo della natura. Le sue sculture sono negli oceani e nei mari di tutto il mondo.

Una comunione d’intenti, artistica e non solo, grazie alla collaborazione con un team di ricerca dei Dipartimenti di Bioscenze dell’Università di Milano e di Padova e della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.

Ogni uscita discografica di Vulcani in Pace racconterà una parte di questa storia nuova che ci stiamo preparando ad affrontare e della quale non si parla mai abbastanza e le foto , che Jason ha gentilmente concesso, saranno da accompagnamento visivo e preziosa testimonianza di quanto sta accadendo.
Salvami, almeno ogni giorno.
Salvami, che ci salviamo.
Come Vulcani in pace.