Emma Hart, vincitrice della sesta edizione del Max Mara Art Prize for Women, dopo la prima tappa londinese alla Whitechapel Gallery (12 luglio – 3 settembre 2017) presenta la nuova grande installazione Mamma Mia! alla Collezione Maramotti, da cui sarà acquisita.
L’allestimento dell’artista alla Collezione presenta delle interessanti variazioni rispetto alla mostra londinese, in base alle caratteristiche dello spazio che la ospita.
L’installazione consiste di una famiglia di grandi teste di ceramica che sembrano dialogare tra loro: ogni scultura ha la forma di una brocca, in cui il becco rappresenta un naso e l’apertura una bocca. Prodotte dall’artista a Faenza in stretta collaborazione con gli artigiani della ceramica, le sculture sono smaltate e incorporano sulla loro superficie e al loro interno motivi vivaci, disegnati e dipinti a mano dall’artista, frutto di una ricerca condotta sui disegni e sulla pratica della tradizione italiana della maiolica. Mamma Mia! inoltre rappresenta il risultato finale di un’indagine sui modelli visivi e sugli schemi del comportamento psicologico, su come disegnarli e poi sovvertirli e sulle riflessioni intermedie. Lo spazio tra lo spettatore e l’oggetto è come sempre fondamentale nel lavoro di Hart, uno spazio arricchito da una visione molto personale che l’artista ha tratto dalle sue esperienze in Italia: il calore, la luce e il colore, il linguaggio e le dinamiche familiari in un contesto insolito.
La mostra è il risultato di una residenza di sei mesi organizzata specificamente per il suo progetto, che, a partire da giugno 2016, si è svolta in tre città italiane: Milano, Todi e Faenza, con una tappa a Roma.
Nel corso della residenza, Hart ha potuto frequentare, alla scuola Mara Selvini Palazzoli, lezioni sull’Approccio Sistemico di Milano, un metodo costruttivista di terapia familiare che prevede rievocazioni fisiche e studio dei comportamenti reiterati. A Roma Emma Hart ha visitato una serie di monumenti funerari insieme a Katherine Huemoeller, una ricercatrice dell’Università di Princeton che ha condotto recentemente indagini sulle relazioni e sulle strutture familiari nell’antica Roma. A Todi, in Umbria, Hart ha scoperto la maiolica, la tecnica a smalto della tradizione ceramica italiana, che l’ha portata a creare i motivi inseriti nella sua opera prima di concludere la residenza a Faenza, luogo in cui ha iniziato a consolidare e sperimentare nuove tecniche ceramiche.
Come altri altri eventi ospitati dalla Collezione Maramotti, la mostra è accompagnata da un catalogo illustrato, corredato da alcuni contributi critici.
Mamma Mia! sarà esposta anche alla Fruitmarket Gallery di Edimburgo nell’autunno del 2018.
Emma Hart realizza opere che catturano la confusione, lo stress e il disgusto indotti dall’esperienza del quotidiano. Alla costante ricerca di vita ed emozioni reali, Hart impiega la ceramica per creare installazioni claustrofobiche che coinvolgono fisicamente ed emotivamente il pubblico o per dare vita a opere più piccole che si protendono verso chi osserva. Di frequente nei suoi lavori sono presenti emanazioni verbali e visive, e l’impiego della creta è spesso corporeo, teso a formare elementi che mimano parti del corpo, surrogati dell’azione e del lavoro umano.
Visita con ingresso libero negli orari di apertura della collezione permanente.
15 ottobre 2017: ore 14.30 – 18.30
16 ottobre 2017 – 18 febbraio 2018
Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30
Sabato e domenica 10.30 – 18.30
Chiuso: 1° novembre, 25–26 dicembre, 1 e 6 gennaio