Il fortunato momento che vive la città di Napoli sul grande schermo si arricchisce di un nuovo tassello con Core & Sang di Lucio Fiorentino, una storia di amore e sacrificio girata dentro le viscere di Bagnoli, il quartiere della periferia occidentale dalla riqualificazione eternamente incompiuta dopo la chiusura del distretto industriale che vi sorgeva. Eternamente incompiuta come la vita di Giuliano, ex pugile che di notte lavora in una pompa di benzina, e sogna (forse) di sfondare nel mondo della musica insieme alla sua band, una vita che sembra girare a vuoto, come persa in un limbo, in attesa di una prospettiva salvifica, incarnata da Livia, una ragazza immigrata che insegna kickboxing e con cui intreccia una relazione.
A sei anni dall’esordio tarkovskijano Pandemia, Core & Sang rappresenta per Lucio Fiorentino una vera e propria ripartenza: meno cerebrale e più carnale, dalle tonalità più calde ed emotive, un film che fa della semplicità, sia drammaturgica che nella messa in scena, il suo punto di forza. Il regista non ha paura di utilizzare stereotipi tipici del melodramma – il riscatto attraverso l’arte o lo sport, i conti da chiudere con il passato, il tema della malattia che coglie la sorella del protagonista, Anna – spogliandoli della sovrabbondanza ricattatoria e retorica, mostrando una sorta di pudore che elimina qualsivoglia sospetto di insincerità, per cogliere l’empatia del pubblico mediante l’uso insistito del primo piano e dei dettagli fisici, la linearità del montaggio, il pathos e la bellezza dei passaggi musicali e delle canzoni interpretate dal protagonista Alessandro Fontanarosa, bella faccia da cinema, esordiente, alla cui vita si ispira Fiorentino innestando una trama da fiction sui veri talenti del suo attore, realmente dedito al pugilato e alla musica. Segnaliamo nel pregevole cast, oltre alle due co-protagoniste Lucia Peraza Rios e Elisabetta Valgoi, la presenza di due calibri come Cristina Donadio e Massimiliano Gallo, che impreziosiscono con le loro interpretazioni un piccolo film intimista che invita lo spettatore a rialzare la testa e non arrendersi alle sconfitte della vita, a non rimanere intrappolati in una sorta di cupio dissolvi ma ad allargare, letteralmente, le proprie prospettive, come ben esemplifica il movimento di macchina del finale.
Malinconico come un blues, appassionato come un rock, Core & Sang è ancora in attesa di una distribuzione nazionale: nel frattempo sarà visibile il 13 e il 14 dicembre al cinema Hart Ambasciatori di Napoli, nella speranza di poter iniziare una programmazione a tappe anche in altre città. Come spesso accade con il cinema italiano, le opere più interessanti e curiose vanno cercate tra le maglie di una distribuzione troppo spesso disattenta a ciò che si muove al di fuori del circuito più mainstream: le due serate all’Hart con il film di Fiorentino rappresentano una buona occasione per scoprire questo piccolo film prodotto dalla Transitans Film e dalla MAD Entertainment, la factory tutta partenopea dietro anche al successo di Gatta Cenerentola. Tra il dolore dei pugni inferti e ricevuti, e il graffio di una voce che canta la sofferenza del vivere, batte il cuore e pompa il sangue di un film che sa parlare al pubblico con onestà, senza troppe elucubrazioni teoriche né il ricatto del facile sociologismo: non rinunciate all’occasione di scoprirlo.