Fino al prossimo 5 giugno, il PalaEden all’interno del parco giochi partenopeo ospita La Città dei Robot, una mostra internazionale itinerante dedicata all’intelligenza artificiale con 50 robot che interagiscono con i visitatori. L’esposizione fa a Napoli la sua seconda tappa italiana, dopo essere stata a Tallin, Praga, Atene, Milano, ed in attesa di viaggiare fino a Istanbul.
La sede è quanto mai azzeccata: il parco giochi è già popolato da creature meccaniche e la robotica, per l’appunto, emula le azioni meccaniche con interazione fisica. In altre parole, i giochi dell’Edenlandia sono come i nonni dei robot in mostra, nati in un’era in cui i computer erano riservati a pochissimi eletti. Ed è proprio l’azione fisica a fare la differenza tra un computer ed un robot.
Lo stupore e la meraviglia che provocano le creature robotiche in mostra si accompagnano con la consapevolezza che molte di loro trovano applicazione in ambito medicale, scientifico o comunque di supporto agli esseri umani e, come ha evidenziato il prof. Bruno Siciliano direttore dell’Interdepartmental Center for Advances in Robotic Surgery – ICAROS center dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che si occupa della sinergia tra la pratica clinica e chirurgica e la ricerca sulle nuove tecnologie per la chirurgia assistita da computer/robot “rappresentano una vera e propria sfida tecnologica. C’è una buona possibilità che tra un ventennio i robot saranno una presenza familiare nelle nostre case. Soprattutto se i giovani si iscriveranno alla facoltà di robotica, dove negli ultimi 3 anni le matricole sono pressochè quadruplicate. Sulla presenza dei robot nelle case del futuro, credo che Asimov avrebbe molto da dire.
1. Un robot non può recar danno a un essere umano e non può permettere che, a causa di un suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
In mostra c’è AIBO, un pet-bot, ossia un cagnolino che “nasce” nel momento in cui viene acceso e sviluppa il suo carattere in base a come viene trattato dal “suo” umano.
È l’intelligenza artificiale per antonomasia, visto che è in grado di apprendere i comandi dagli umani e cambiare il suo comportamento in base agli stimoli esterni. In altre parole, se viene trattato bene è un compagno di giochi fedele e piacevole, ma se viene trattato male diventa dispettoso e disobbediente. Ad un primo sguardo, i suoi movimenti, il modo in cui gioca e la sua capacità di risvegliarsi dopo un sonnellino fanno dimenticare la sua natura robotica (Realizzato da Sviluppatore Sony).

WOODY con la sua estetica poco…robotica (è rivestito di legno ed ha capelli di lana) si inserisce nella tradizione dei luna park e, come i suoi cugini fortune teller, prevede il futuro se inserisci la mano nella sua bocca e ti ringrazia se gli lasci una monetina. Ma è molto più socievole di loro: racconta anche poesie, fiabe e barzellette. (Realizzato dalla Robodem).
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge
Tra i robot “classici” esposti a La Città dei Robot c’è UBTECH ALPHA, la star dei videoclip asiatici. È capace di eseguire movimenti complessi e di ballare, grazie ai suoi 16 servomotori brevettati. (Naturalmente è realizzato da Ubtech Alpha).

Affascinante e complesso è PESCE MIRO, il primo robot-pesce acquario biometrico al mondo. Possiede articolazioni impermeabili e può immergersi fino a una profondità di 10 metri, inoltre è dotato una speciale videocamera e dell’equivalente della vescica natatoria dei pesci veri, cioè uno spazio che può riempirsi di aria e quindi consentirgli di regolare la profondità a cui muoversi. Viene usato per indagare il mondo sottomarino anche in virtù del suo aspetto luminoso che attira i pesci curiosi e le altre creatura acquatiche. (Oviamente è realizzato da Miro).
Il miglior candidato a diventare una presenza costante nelle case del futuro è PEPPER, un robot dotato di un “cuore” e di “emozioni”. Grazie alle telecamere HD e ai sensori di distanza, riconosce l’ambiente circostante e risponde alle emozioni delle persone, può quindi essere impiegato come babysitter o custode. Inoltre ha capacità di autoapprendimento e auto-sviluppo, cioè quando non sa qualcosa si connette a internet per comprenderla. Alla luce dei suoi impieghi futuri e delle sue capacità, come non pensare a Detroit Becoming Human?
SEGWAY LOOMO è invece addetto al trasporto: basato sull’autopilota, è in grado di memorizzare i percorsi soliti e quindi di portare il suo umano al lavoro, a scuola e quindi a casa. Inoltre, segue l’umano designato dovunque vada. E mentre guida può scattare foto e girare video grazie alla videocamera HD (Segway Robotics, Brian Krzanich).
PROMOBOT V2, per gli amici Diego, è il robot poliglotta che dialoga in inglese con i visitatori. Ma non solo: memorizza i nomi e riconosce il volto di più di 1000 persone, sa determinare il genere, l’età e anche le emozioni di chi gli sta di fronte. (è realizzato da Promobot).

Ma non solo: in mostra c’è anche la scacchiera con cui sfidare l’AI, il piccolo Bot che ricorda il cartone Wallye, che gioca con i suoi cubi o con i suoi umani e quando è scarico va a mettersi in carica da solo, il robot disegnatore e il manipolatore che afferra oggetti e li muove nello spazio (può, per esempio, versare dell’acqua in un bicchiere) ed è un supporto scolastico, nel senso che gli studenti imparano le basi della programmazione scrivendo i comandi per i suoi movimenti.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la sua autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge
Devo ammetterlo, come non pensare alle macchine di Matrix o alla serie SciFi Caprica guardando una stampante 3D in grado di riprodurre (quasi) qualunque cosa?
FLASHFORGE è utilizzata in campo industriale e in quello spaziale. Può stampare protesi, impianti ossei e cartilaginei ed è grazie alla sua tecnologica che scienziati di tutto il mondo stanno lavorando alla stampa di organi come cuore, reni e fegato.
Inoltre, l’Agenzia spaziale europea (ESA) prevede di creare una base 3D lunare, che potrebbe essere resa più facile impiegando una stampante 3D che adoperi materiali lunari! (è realizzata da Zhejiang Flashforge 3D Technology Co). Sembra fantascienza ed invece è già scienza.
La Città dei Robot
Da venerdì 18 marzo al 5 giugno
PalaEden – Edenlandia, Viale John Fitzgerald Kennedy, 76
La mostra è organizzata da Shake Up Srl, Agenzia di Marketing e Management con la partnership dell’ICAROS center (Interdepartmental Center for Advances in Robotic Surgery) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, diretto dal prof. Bruno Siciliano e l’avallo dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Napoli retto dall’Assessore Luca Trapanese per la disponibilità a facilitare l’incontro tra “La Città dei Robot” e varie realtà e comunità del territorio.
Official Sponsor GLS.
I biglietti sono acquistabili al botteghino del PalaEden o in prevendita su www.azzurroservice.it. Orari ingresso mostra: dal lunedì al venerdì: 15.00 / 21.00 – sabato, domenica e festivi: 10.00 / 23.00.
Pala Eden (presso Edenlandia)
via John Fitzgerald Kennedy, 76 NAPOLI
Come raggiungere La Città dei Robot:
In Auto: Dall’autostrada prendere la Tangenziale ed uscire ai caselli 10 o 11 e seguire le indicazioni per Edenlandia
In Treno: Scendere alla Stazione di Piazza Garibaldi e, da lì, metropolitana fino alla stazione Cavalleggeri d’Aosta – oppure: Ferrovia Cumana, fermata Edenlandia, davanti all’ingresso del Parco