“By order of the Peaky Blinders ”: gli appassionati di serie televisive sapranno sicuramente riconoscere questa frase iconica. Le vicende della banda criminale guidata da Thomas Shelby hanno infatti riscosso un notevole successo anche in Italia e la sesta e ultima stagione (tranquilli, niente spoiler!) ha chiuso (per il momento) una storia avvincente e coinvolgente che ha permesso di conoscere un pezzo di storia inglese sicuramente poco noto, ma estremamente appassionante.
Il libro ufficiale della serie
Come racconta il creatore della serie Steven Knight, nel volume scritto da Matt Allen, Per ordine dei Peaky Blinders. Il libro ufficiale (Salani Editore), le avventure di questi eleganti fuorilegge sono basate su avvenimenti realmente accaduti: “L’ispirazione per Peaky Blinders viene da mia madre e mio padre. Quando ero ragazzo mi raccontavano della loro infanzia a Small Heath, a Birmingham”. Una zona malfamata, dove a spadroneggiare era una banda di criminali con pochi scrupoli e molto attenti all’estetica: “Erano Blinders dalla punta dei morbidi berretti di stoffa fino agli stivaletti neri e lucidi”.
Grazie a questi racconti (in parte verificati, in parte romanzati), Knight ha quindi dato vita a un racconto corale dove spiccano i membri della famiglia Shelby, i capi dei Peaky Blinders, un vero e proprio clan guidato con scaltrezza e freddezza da Thomas Shelby, impersonato dal bravissimo Cillian Murphy. Accanto a lui, tra gli altri, spiccano l’iracondo e imprevedibile fratello Arthur (l’attore Paul Anderson) e zia Polly, la compianta (morta nel 2021), una donna assolutamente fuori dagli schemi sociali dell’epoca e in grado di tenere unita la famiglia anche nei momenti più difficili.
I blinders tra storia, romanzo e vita criminale
In un ambiente costellato di pub malfamati e reduci della Prima Guerra Mondiale costretti ad affrontare i fantasmi del passato, Peaky Blinders racconta una storia fatta di fabbriche malsane, scontri per il controllo del territorio e sentimenti solidissimi come l’amicizia e l’amore per la famiglia. Come ha dichiarato Cillian Murphy, «la genialità della sceneggiatura di Peaky Blinders era quella di riuscire a essere originale, ma anche a richiamarsi al gangster».
Un mix ben studiato di azione e psicologia, di pistole e parole che funziona per tutte le stagioni della serie, salvo qualche piccolo, ma fisiologico, calo narrativo. Un universo, quello creato da Steven Knight, che il volume racconta con precisione e ricchezza di dettagli: dalla prima idea alla stesura del soggetto e della sceneggiatura fino al casting (la fondamentale scelta degli attori) e l’inizio delle riprese. Molto interessanti le pagine del volume in cui i protagonisti raccontano la lavorazione e il dietro le quinte, permettendo così di entrare ancora più a fondo anche nella psicologia dei personaggi interpretati.