La sua ultima fatica è un saggio letterario sul massimo poeta italiano, Dante Alighieri (Dante, Laterza, 2020), e oramai se ne parla come di una emergente divinità mediatica, ma lui è più che mai una nuova figura di storico che si applica nella narrazione. Parliamo di Alessandro Barbero.
Dunque, qualcosa di diverso da un appassionato “divulgatore”, e di più. La buona parte del pubblico che segue le trasmissioni culturali della RAI conosce il Barbero come uno storico, saggista, ma anche come efficace conferenziere. E forse non tutti sanno che il Barbero ha anche pubblicato un romanzo vincitore di un Premio Strega nel 1996.
Le avventure di un americano nel regno di Prussia
Bella vita e guerre altrui di Mr Pyle, gentiluomo, (1995, Oscar Mondadori) è la storia di un diplomatico del giovane stato federale americano che nel 1806 viene inviato, d’accordo con gli inglesi, in Germania, vale a dire nel cuore dell’Europa in subbuglio. Il vecchio continente è una polveriera, e la miccia ha il nome, che spaventa i popoli e più che mai i regnanti, di Napoleone Bonaparte. Della Francia le corti d’Europa sono disposte ad adottare la lingua, la moda, ma non quelle idee illuministe che fanno molta paura, come l’ambizione del suo imperatore.
Un po’ spia, un po’ libertino, Robert L. Pyle, è nel continente per capirci qualcosa.
Quello di Barbero è un romanzo storico in forma di diario, che copre i mesi decisivi della campagna di Prussia e Polonia, che vede il còrso trionfare (ma saranno le sue ultime vittorie). Non stupisca: all’epoca quella francese è l’armata più potente mai vista.
La descrizione di un’epoca, con i tanti dettagli interessanti per il lettore col pallino della storia, fanno di questo romanzo un testo di cui non si può che dir bene. Anche se i “dettagli” sembrano prendere il sopravvento su tutto il resto: sulla trama (che si fatica a definire “avvincente”, semmai avvincente è “il quadro”), sui sentimenti e la psicologia dei personaggi, et cetera.
La storia vista da molto vicino
“Osservati da vicino e uno per uno i soldati non offrono un bello spettacolo. L’uniforme, compresi e calzoni e uose, è di un materiale così scadente da far arrossire il più spudorato dei fabbricanti di tessuti. L’equipaggiamento della truppa è fabbricato con i materiali più miserabili e grossolani; la tela è tela di sacco. Le scarpe non resistono a una marcia prolungata e i soldati sono costretti ad arrangiarsi ogni sera con ago e filo, improvvisandosi ciabattini, per conservarle lucide e intatte per l’ispezione, a scanso di tante bastonate…”
Ecco uno stralcio dell’impietosa descrizione delle truppe prussiane passate in rivista dal principe. Dalle pagine del diario di Pyle veniamo a sapere che lo stato prussiano, è sì dispotico e militaresco, ma i suoi soldati sono male armati e numericamente esigui.
Ma si colgono altri aspetti: i pregiudizi diffusissimi sugli ebrei, ad esempio, e, soprattutto, quanto ogni europeo sia intriso profondamente della propria identità etnica e nazionale.
Un aspetto questo che caratterizza anche il pensiero degli spiriti elevati e colti. Mr Pyle ne incontra diversi nel suo viaggio: l’emaciato Von Clausewitz, il bon vivant Goethe, il ritirato Fichte; più vari principi e generali. Figure storiche queste, con le quali nasce un dialogo, che butta spesso sul personale – spesso e volentieri durante laute crapule.
Dunque, Barbero si leva lo sfizio di tratteggiare questi grandi personaggi della storia per come se li è figurati studiando la storiografia.
Negli ultimi capitoli il livello di azione si alza. Siamo sul campo di battaglia. E anche qui Barbero mirabilmente ci narra, attraverso l’avventuroso Pyle, il lungo giorno della battaglia di Jena del 1806, che vide la Grande Armée ancora una volta vittoriosa. È qui che egli già sfoggia la sua idea, che potremmo definire didattica, del racconto storico: gli eventi, l’arme, per quelli veramente furono, facendo cadere i luoghi comuni, facendoci scoprire tanti elementi che gettano luce nelle profondità di un’epoca, e ci trasformano in appassionati pronti a trasferire questo sapere al nostro uditorio.