La bellezza, insinuante e sfuggente, è uno di quegli argomenti che sfugge a una definizione univoca. È, infatti, un concetto intrinsecamente soggettivo, vario nei suoi molteplici significati e interpretazioni. Ma che cos’è la bellezza? E, di conseguenza, che cos’è l’arte, che spesso si fa portavoce di quest’ultima?
Umberto Verdoliva, fotografo, intraprende una missione personale attraverso la sua arte, cercando di catturare la bellezza in maniera unica e coinvolgente.
Per Verdoliva, la passione per la fotografia è nata inaspettatamente, in un momento di transizione nella sua vita.
“Ho iniziato a fotografare per caso, in età matura, a quasi 46 anni, non conoscevo nulla di fotografia e inizialmente sono stato costretto a farlo per documentare l’avanzamento dei lavori di un ospedale per l’impresa di costruzioni in cui lavoravo.” confessa .
Ciò che era inizialmente un’esigenza lavorativa si è trasformato in una profonda connessione con l’arte fotografica. La sua storia, plasmata dal caso e dalla casualità, offre uno sguardo autentico sulla natura evolutiva della sua passione.
“Proprio per comprendere meglio l’arte fotografica mi avvicinai allo studio dei grandi autori e soprattutto alle loro motivazioni, ai percorsi, ai progetti che realizzavano, grazie ad un saggio bellissimo “L’infinito Istante” di Geoff Dyer, che porto ancora nel cuore e nella mente. Restai affascinato nel leggere le tante vite vissute per la fotografia. Ogni cosa letta in quel libro mi ha arricchito molto, posso dire che è diventato la base che mi ha permesso di costruire quella consapevolezza che oggi ho con la fotocamera tra le mani. Il tempo, lo studio, il confronto mi hanno dato poi modo di riflettere sul perché fotografassi, su cosa mi spingesse ad uscire sempre con una fotocamera in mano e ho così chiuso il mio cerchio.”
L’approccio di Verdoliva alla street photography si rivela altrettanto spontaneo e privo di pretese. La sua predilezione per il genere è nata in modo naturale, senza un preciso “cosa” fotografare. “La sua fotografia cattura l’umanità nelle sue sfumature quotidiane, senza forzature narrative.
“Per me è stato naturale fin da subito fotografare in strada. Non sono stato influenzato “dal cosa” fotografare, ho scelto naturalmente scene in cui l’uomo era il soggetto principale nel suo fare quotidiano. L’umanità mi ha sempre attratto e aver studiato tantissimi fotografi umanisti mi ha senza dubbio rinforzato questo pensiero. Non cerco storie, non ho l’assillo di raccontare qualcosa. Per trasformare l’ordinario in straordinario non esiste nessuna formula particolare. Devi esserci. Devi vivere il momento e sentirlo dentro. Sono attimi, pochi istanti e avere l’abilità di saperli cogliere con la fotocamera, ma non è quello il punto: devi vederli prima, immaginarli, attenderli, sentire che stanno per arrivare e poi cosa fondamentale gli attimi si riconoscono in funzione di ciò che sei come uomo. Ne sono convinto. Io credo di aver sempre osservato la gente in un certo modo anche quando non fotografavo, ho solo continuato a farlo con una fotocamera.”
Nel corso della sua evoluzione artistica, Verdoliva ha abbracciato la fotografia analogica, una scelta che ha influenzato profondamente il suo approccio all’arte. “L’attesa, la difficoltà di cogliere il momento con un solo scatto, il non vedere immediatamente l’immagine e quindi attendere se il ricordo di quell’istante è identico a ciò che sviluppato prende corpo dopo giorni,” riflette.
La fotografia analogica, con le sue sfide e ricompense, è diventata un pilastro del suo stile distintivo.
Il progetto La Via della Bellezza di Verdoliva rivela una profonda riflessione sulla nozione di bellezza.
“La via della bellezza è una questione di sguardi, è il potere degli occhi che tentano di vedere fuori il riflesso di ciò che è dentro per spiegarlo a sé stessi”
Attraverso la sua lente, Verdoliva cattura attimi semplici dal quotidiano, trasformandoli in poesia visiva. La sua definizione di bellezza diventa una celebrazione della vita, dove la fotografia diventa un mezzo per condividere il suo sguardo unico con il mondo.
La continua ispirazione di Verdoliva emerge dalla capacità di trovare connessioni tra attimi catturati in luoghi e tempi diversi.
“Gli attimi presi in luoghi diversi, in tempi diversi, con idee diverse possono improvvisamente riconoscersi e legarsi,” riflette. Questo concetto di unione visiva è un elemento chiave nella sua ricerca artistica, alimentando la sua passione continua per la fotografia.
Nel contesto dell’evoluzione tecnologica della fotografia, Verdoliva mantiene una posizione di rispetto per l’artigianato e la meditazione nell’arte fotografica. “La fotografia serve principalmente a me, non è la mia professione, è al mio fianco ogni giorno senza mai contrapporsi alle cose costruite nella mia vita,” dichiara. Per lui, la tecnologia è uno strumento nelle mani degli uomini, e il futuro della fotografia dipende dalla nostra capacità di preservarne l’essenza artistica.
In quest’ottica, il contesto espositivo di Foggia Fotografia diventa un’opportunità per Verdoliva di condividere la sua visione con altri appassionati della fotografia. “Sono cresciuto fotograficamente attraverso il confronto, le collaborazioni, i contatti che mi spingevano a spiegare il perché fotografassi,” afferma.
Il suo approccio foto amatoriale gli consente di seguire liberamente i suoi pensieri e le sue passioni senza essere intralciato da dinamiche estranee.
Una mostra dedicata al progetto La via della bellezza, ha di recente inaugurato in occasione della 12° edizione di Foggia Fotografia presso il Museo Civico sala Diomede in via Nigri 1 a Foggia. L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 5 dicembre.
Ogni contesto espositivo è un’occasione di incontro di compenetrazione di sguardi e di esperienze e contribuisce ad arricchire e amplificare il significato delle nostre immagini.
“In questo cammino personale intrapreso per caso ho avuto modo di conoscere tantissime persone tutte innamorate della stessa donna: la fotografia. Sarà così anche per l’esperienza che farò nell’evento di Foggia. Sono cresciuto fotograficamente attraverso il confronto, le collaborazioni, i contatti che mi spingevano a spiegare il perché fotografassi. Ho imparato a riconoscere chi e come le persone utilizzano la fotografia. Ho ammirato vite spese per la fotografia. Ho ascoltato storie e visto immagini significative che mi hanno fatto comprendere il senso della vita. L’ambito foto amatoriale è quello in cui mi ritrovo, ho la libertà di seguire i miei pensieri e ciò che veramente m’interessa fare. Tutte le altre dinamiche le tengo lontane, non mi appartengono, sarebbero fuorvianti ed inutili“.
Infine, guardando al futuro, Verdoliva anticipa progetti emozionanti. Un libro in collaborazione con un altro fotografo di strada è in fase di sviluppo, e Napoli è diventato il nuovo fulcro del suo lavoro. “Il libro è per me l’obiettivo finale, è quasi un album di famiglia costituito da conosciuti e sconosciuti attraverso il quale mostrare il mio cammino e la mia idea sulla vita,” rivela Verdoliva. In conclusione, l’arte fotografica di Umberto Verdoliva è un viaggio attraverso la bellezza intrinseca della vita quotidiana. Attraverso il suo sguardo unico e la sua maestria nell’arte della fotografia, Verdoliva invita gli spettatori a esplorare le profondità dell’anima umana e a cogliere la bellezza in ogni attimo.