Venezia 81 – The room next door

The Room Next Door, il primo lungometraggio in lingua inglese del pluripremiato regista spagnolo Pedro Almodovar, irrompe nel concorso dell’81. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

The Room Next Door racconta di Ingrid (Julianne Moore) e Martha (Tilda Swinton), due grandi amiche in gioventù. Lavoravano entrambe per la stessa rivista, poi Ingrid è diventata scrittrice di autofiction e Martha corrispondente di guerra. Le circostanze della vita le hanno allontanate e, dopo essersi perse di vista per molti anni, tornano ad incontrarsi in una situazione estrema, eppure insolitamente dolce.

The Room Next Door parla della rinascita di una vecchia amicizia, in una situazione intima ed estrema. Una delle amiche, Martha, sta per morire e l’altra, Ingrid, imparerà, tra le altre cose, a riconoscere e ad accettare la morte, purché liberamente decisa; e anche che la morte, in definitiva, non è la fine di ogni cosa.

Le persone non muoiono del tutto; impregnata dalla mia visione atea dell’esistenza, c’è nella sceneggiatura di questo film la possibilità della reincarnazione o di qualcosa oltre il buio nell’ “aldilà”. Martha, la malata di tumore terminale, si reincarna (non in modo letterale né paranormale) nella sua amica Ingrid. Questo è il processo di cui parla il film: l’amicizia ritrovata dalle due donne che si sublima in un’emozione simile all’amore, ma senza gli inconvenienti dell’amore, nel corso delle settimane in cui condividono la Casa del Bosco, un luogo che si trova, come un limbo, tra l’esistenza reale e l’aldilà.

Accompagnare. Fare compagnia, stare accanto a qualcuno senza bisogno di parlare, semplicemente esserci. Si accompagna nel dolore e nel piacere. La generosità di “accompagnare” qualcuno è una delle qualità più altruistiche in assoluto. Una qualità superiore persino ai grandi sentimenti quali l’amore, l’amicizia o la fratellanza. Stare accanto, in complicità silenziosa, solidale, umana, a volte è quanto di meglio possiamo fare per gli altri. Non occorre neppure essere un buon interlocutore, che sarebbe un’estensione della capacità di accompagnare. Per accompagnare non occorre parlare, si accompagna soprattutto per ascoltare, un ascolto attivo che permette a chi parla di vedere le sue parole riflesse negli occhi di chi l’ascolta e l’accompagna. Tutto questo e molto altro è The Room Next Door.

Ne The Room Next Door un personaggio, Ingrid, interpretato da Julianne Moore, impara a stare accanto incondizionatamente, accompagnando Martha, il personaggio interpretato da Tilda Swinton.

Nei film di Pedro Almodovar si parla molto, la parola è fondamentale come nel teatro. Tra i tanti elementi narrativi sono gli attori, le attrici, a raccontare realmente la storia. Ne The Room Next Door Tilda Swinton e Julianne Moore portano sulle spalle tutto il peso del film e sono incredibili. Sono loro lo spettacolo. Nell’ interpretare Martha ed Ingrid hanno dato ognuna un’autentica prova di maestria attoriale. I lunghi testi di Tilda – da lei divinamente padroneggiati – tengono perché si alternano con lo sguardo di Julianne, che l’ascolta.

Il film è un vero tour de force per le due attrici: per Tilda Swinton si tratta di mantenere il tormento dell’agonia nei suoi lunghi monologhi, senza risultare teatrale né monotona, nell’alternanza con i controcampi di Julianne Moore che la guarda e l’ascolta. Solo le grandi attrici sanno guardare e ascoltare in silenzio.

Tilda Swinton e Julianne Moore sono molto ben accompagnate da John Turturro, un amante che le due donne hanno condiviso in gioventù. Damian Cunningham, il personaggio di Turturro, porta la testimonianza di un’altra agonia, quella del pianeta nel quale viviamo. Il cambiamento climatico. Il giorno in cui neoliberismo ed estrema destra avanzeranno insieme inizierà il conto alla rovescia, e oggi estrema destra e neoliberismo si tengono già per mano.

Il cast è completato da Alessandro Nivola, nei panni del detective Flannery, un aggressivo poliziotto fondamentalista.

Il genere più vicino alla storia raccontata dal film sarebbe stato il melodramma, ma il regista spagnolo ha cercato di fare un film contenuto evitando il sentimentalismo e i toni melodrammatici.

Sebbene il tema della morte sia molto presente, non è un film lugubre o gore, il film è pieno di luce e vitalità che emanano dal personaggio di Martha e dalla forza della natura che avvolge le due donne nella Casa del Bosco.

Dai tempi di Julieta Almodovar tende ad una maggiore sobrietà stilistica. Ne The Room Next Door il tema del film (la morte come unico futuro desiderabile) lo esigeva. È un tema eterno al quale il film cerca di accostarsi con tatto e delicatezza.

The room next door

Venezia 81 Concorso

Regia: Pedro Almodóvar
Produzione: El Deseo (Agustin Almodóvar, Esther García)
Durata: 107’
Lingua: Inglese
Paesi: Spagna
Interpreti: Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro, Alessandro Nivola, Juan Diego Botto, Raúl Arévalo, Victoria Luengo, Alex Hogh Andersen, Esther McGregor, Alvise Rigo, Melina Matthews
Sceneggiatura: Pedro Almodóvar
Fotografia: Edu Grau
Montaggio: Teresa Font
Scenografia: Inbal Weinberg
Costumi: Bina Daigeler
Musica: Alberto Iglesias
Suono: Sergio Bürmann
Effetti visivi: Eduardo Díaz, Guillermo Orbe
Dal romanzo: What Are You Going Through di Sigrid Nunez