La tanto attesa versione di Todd Phillips del film Joker convince critica e pubblico, soprattutto per l’interpretazione da brividi di Joaquin Phoenix.
In una Gotham City tetra e violenta più che mai, sommersa dalla spazzatura, che tanto somiglia alla New York degli anni Ottanta, Arthur Fleck, un povero clown, aspirante stand up comedian, cerca di sopravvivere ai soprusi e all’assenza dello stato. Ma la spirale della violenza troverà un terreno più che fertile nella sua tormentata psiche, dando vita al terribile Joker, che diventerà il simbolo della rivolta di una civiltà allo sbando.

Il tanto atteso, ma anche temuto, origin story del personaggio DC Comics, si discosta volutamente dai precedenti e dalla graphic novel da cui trae spunto, The Killing Joe di Alan Moore. Non piacerà forse ai fedelissimi del genere per questo motivo ma, sicuramente, conquisterà una platea diversa. Questo Joker è una lenta discesa negli inferi, nei meandri della malattia mentale, un’analisi dei perversi giochi di una società che si accanisce sui più deboli per poi abbandonarli a se stessi.
Molti i richiami ai meravigliosi film di Scorsese (che avrebbe dovuto essere il produttore del film), Re per una notte, in cui era Jerry Lewis l’aspirante stand up comedian, e Taxi Driver. Robert De Niro fa un po’ da collante, recitando qui il ruolo del cinico presentatore televisivo.

Joker è stato il primo cinecomic a essere presentato in concorso in un grande festival internazionale, aggiudicandosi anche il premio principale, il Leone d’oro.
Il regista Todd Phillips ha sorpreso positivamente per il cambio di registro, passando dalle varie goliardiche versioni di Una notte da leoni, ad un film teso, duro, che scuote nel profondo. Il merito va anche a una solida sceneggiatura ma, soprattutto, all’interpretazione fenomenale di Joaquin Phoenix. Pare che l’attore avesse voluto da tempo interpretare il personaggio, per farlo ha perso circa venti chili: la sua risata sardonica, il suo sguardo vuoto e disperato, la sua sofferenza, trapelano da ogni muscolo del corpo, da ogni movimento. Phoenix riesce a recitare davvero nel corpo del personaggio, attraverso di esso, e il risultato è qualcosa di così unico da far rimanere a bocca aperta per tutto il film.