Benvenute Stelle: Eleonora Danco e il Surrealismo della Realtà

Il 21 novembre al Teatro Mercadante ridotto ha esordito a Napoli”Benvenute Stelle”, l’ultimo lavoro teatrale di Eleonora Danco.

La pièce, scritta e diretta dalla stessa Danco, ancora una volta non smentisce la vena surrealista alla base anche del lavoro cinematografico N-CAPACE, di cui riprende i toni e i temi costituendo un prosieguo e una conclusione naturale di un percorso artistico unico. Eleonora Danco, attraverso i suoi lavori, esplora il mondo dell’essere umano con un approccio variegato, che spazia dalla docu-intervista alla performance.

La sua formazione teatrale e la sua esperienza come performer si fondono in un tessuto narrativo che parte da interviste contaminate, creando una narrazione surreale e poetica che si propone di raccogliere e raccontare il vissuto della società aimargini, quei margini che sono simboleggiati a livello visivo sulla scena da una striscia di luce che si staglia contro il fondo della scena, orizzonte ideale e definizione della soglia tra realtà e surreale.

La Danco porta alla luce e da voce per sua stessa bocca a storie vere delle periferie romane. L’attrice sulla scena si sdoppia, di moltiplica, impersonando uno, nessuno e centomila figure. La città di Roma è rappresentata attraverso le sue periferie, i suoi abitanti di cui cattura l’essenza attraverso monologhi che restituiscono uno spaccato crudo e diretto della realtà quotidiana. Un dj set di racconti ai margini, una commistione di realtà tragiche e comiche, impietose e commoventi.

Il linguaggio utilizzato da Danco è tragicomico, crudo e diretto, fisico, catturando l’aspetto più intimo dell’individuo. Nel suo processo creativo, si è immersa completamente nelle atmosfere delle periferie, affermando di essersi trovata a Tor Bella Monaca, tra case fatiscenti, madri in difficoltà economica, bambini che sognano cibi che non possono permettersi.

Ha deciso di dare voce a questo mondo senza filtri paternalistici o pedagogici, trasportando il pubblico in luoghi lontani dai comfort della vita quotidiana. Il Surrealismo, uno degli elementi chiave nel lavoro di Danco, è interpretato attraverso la visione di Salvador Dalì che appare tra i protagonisti della scena assieme a Buñuel attraverso un libro di Buñuel che reca in copertina lapsus freudiano o Lupus in fabula il quadro “la persistenza della memoria”, la memoria che rappresentava il leitmotiv di N-CAPACE.

Luis Buñuel · Dei miei sospiri estremi

I lembi umani che volano, le impressioni, le visioni, gli stati d’animo si fondono in un quadro espressionista, catturando l’essenza stessa del Surrealismo. Eleonora Danco utilizza la tecnica dell’Hasard, in cui linguaggio diventa immagine performante, innesca l’allucinazione, creando un vortice senza gravità in cui la realtà e la fantasia si fondono. Perché è importante lo sguardo surrealista e le visioni come quelle suggerite dalla Danco?

Citando André Breton possiamo dire che anche nell’opera della Danco il Surrealismo parte dal sogno, da una dimensione onirica priva di progettualità passata o futura. Per poter creare un’opera surrealista e per poterne davvero fruire si tratta di abitare la ragione come fanno i matti, con regole proprie e visioni che sfidano il reale. Il surrealismo, nel lavoro della Danco, è un modo di inseguire qualcosa di profondo, indefinibile, che si muove tra le forme logiche convenzionali, insinuandosi negli spazi liberi tra le regole e nelle fessure delle passioni.

Benvenute Stelle si presenta quindi come un’opera teatrale straordinaria, capace di trasportare il pubblico in un viaggio surreale attraverso le periferie della vita umana. Eleonora Danco, con la sua maestria artistica, offre una prospettiva unica sulla marginalità, esplorando la vita nei margini con un linguaggio potente e una narrazione coinvolgente. La pièce, in scena fino al 26 novembre, rappresenta un’opportunità imperdibile per immergersi in un mondo al di là della soglia della realtà convenzionale.

Benvenute Stelle
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