Intrappolati dentro un conflitto eterno: potrebbe essere questo l’ideale sottotitolo di All this victory, film vincitore della Settimana Internazionale della Critica 2019 alla Mostra di Venezia, presentato al cinema Astra di Napoli per la rassegna Venezia a Napoli: il Cinema Esteso, alla presenza del regista Ahmad Ghossein, pronto a incontrare il pubblico di cinefili e studenti accorsi alla kermesse partenopea. Un film potente che rivela una nuova voce artisticamente rilevante da quel catino ribollente che è il Medio Oriente, in tutti i sensi possibili, positivi e negativi.
Il regista libanese racconta una drammatica vicenda sullo sfondo della continua lotta nel suo Paese tra musulmani e forze israeliane, costruendo un anomalo war movie raccontato dal punto di vista dei civili. Come si vive la guerra da questa prospettiva? Dentro a un limbo fatto di ignoto, che disorienta i sensi. La vista è sempre ostacolata, offuscata, la realtà costituita da dettagli parziali e contraddittori. I soldati sono nemici invisibili, sagome luminescenti da intravedere dietro una porta a specchio, o una voce aliena che domina dall’alto – intelligente la scelta di non sottotitolare il dialogo dei soldati – in un crescendo di tensione sempre più insostenibile.
Tra accenni visionari e un grande uso del sonoro, All this victory si smarca dal classico dramma realista mediorientale, lasciando che la casa – prigione diventi essa stessa personaggio, e non solo teatro degli eventi. Il blocco fisico a cui sono costretti i protagonisti della vicenda si fa esistenziale, nel segno di una guerra perenne che sembra farsi metafora di ogni guerra di ogni angolo del mondo. Alla fine restano solo le macerie, un silenzio irreale, la camminata di un sopravvissuto che va incontro a un pallido sole. In attesa del prossimo conflitto.