Venezia 80 – Dogman

Dogman, in concorso all’80esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, permette a Luc Besson di arrivare per la prima volta a Venezia con un suo film, entrando dalla porta principale e regalando una grande soddisfazione al regista, sceneggiatore e produttore francese dopo un periodo difficile sia dal punto di vista personale che professionale.

Dogman racconta la storia di un bambino gravemente abusato dal padre che si salva grazie all’amore dei suoi cani, che crescendo diventeranno inseparabili compagni di vita. E di vendetta. Altra partitura conosciuta, dai tempi di Léon, l’antieroe misterioso dal passato doloroso, e nel caso del killer interpretato da Jean Reno, infallibile e letale.

Nei panni del protagonista di Dogman troviamo Caleb Landry Jones, uno degli attori di maggiore talento arrivati sulla ribalta internazionale negli ultimi anni. Ha collaborato con numerosi registi famosi fino ad arrivare a Justin Kurzel, che in Nitram gli ha cucito addosso il ruolo che lo ha portato a vincere il premio come miglior attore al Festival di Cannes 2021 e l’impressione è che ci possa essere un bis qui a Venezia grazie ad un’altra grande prova da parte sua. Nel- cast di Dogman troviamo anche Marisa Berenson, già musa di Stanley Kubrick in Barry Lyndon.

L’ispirazione per questo film è scaturita, in parte, da un articolo che Luc Besson ha letto su una famiglia francese che ha rinchiuso il proprio figlio in una gabbia quando aveva cinque anni. Questa storia ha fatto interrogare il regista sull’impatto che un’esperienza del genere può avere su una persona a livello psicologico. Come riesce una persona a sopravvivere e a gestire la propria sofferenza? Luc Besson con Dogman ha voluto esplorare questa tematica con protagonista l’antieroe avulso dalla società.

La sofferenza è uno stato che accomuna tutti noi e il solo antidoto per contrastarla è l’amore. La società non ti aiuterà, ma l’amore può aiutare a guarire. È l’amore della comunità di cani che Dogman ha fondato a fungere da guaritore e da catalizzatore.

Dogman non sarebbe il film che è senza Caleb Landry Jones. Questo complesso personaggio aveva bisogno di qualcuno che potesse incarnarne le sfide, la tristezza, il desiderio, la forza, la complessità.

Le persone guardano i film per cogliere una sorta di verità dalla storia, anche se sanno che si tratta di finzione. Luc Besson prova ad essere il più onesto possibile nella realizzazione del film, vuole che lo spettatore provi dei sentimenti nei confronti del protagonista, di ciò che fa, delle azioni che compie come reazione alla sofferenza che ha patito. Non si può fare a meno di fare il tifo per lui.

“Spero che il pubblico possa elaborare nella propria mente ciò che Dogman ha subito, – ha dichiarato il regista – il dolore che è davvero difficile da ingoiare. Ha sofferto più di quanto la maggior parte delle persone potrà mai soffrire, eppure possiede ancora una dignità.”

Dogman è la straordinaria storia di un bambino, segnato dalla vita, che troverà la salvezza attraverso l’amore dei suoi cani.

“Ovunque ci sia un infelice, Dio invia un cane.”
Alphonse de Lamartine

DOGMAN
Venezia 80 Concorso

Regia:Luc Besson
Produzione:Virginie Besson-Silla, LBP, Europacorp, TF1 Films Production
Durata:114’
Lingua:Inglese
Paesi:Francia
Interpreti:Caleb Landry Jones, Jojo T. Gibbs, Christopher Denham, Clemens Schick, Grace Palma
Sceneggiatura:Luc Besson
Fotografia:Colin Wandersman
Montaggio:Julien Rey
Scenografia:Hugues Tissandier
Costumi:Corinne Bruand
Musica:Eric Serra
Suono:Yves Levêque, Guillaume Bouchateau, Aymeric Devoldère, Stéphane Thiébaut, Victor Praud
Effetti visivi:Mikros Image / MPC