È un anno storico per il cinema irlandese, che porta il suo The Quiet Girl di Colm Bairéad nella cinquina del Miglior Film Internazionale agli Oscar 2023. Così come irlandesi sono molti dei candidati attoriali, tra cui i quattro superbi interpreti di Gli Spiriti dell’Isola (The Banshees of Inisherin). Presenti nelle nomination dei principali premi della Award season americana, Colin Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon e Barry Keoghan risplendono nel nuovo film di Martin McDonagh, cresciuto a Londra da genitori irlandesi e nel cui paese di origine ha ambientato le sue opere teatrali. Nel suo lavoro di drammaturgo, infatti, McDonagh ha ambientato due opere sulle Isole Aran, tre isole rocciose all’imboccatura della Baia di Galway, nell’Irlanda Occidentale, tra cui Lo Storpio di Inishmaan (1996) e Il Tenente di Inishmore (2001).
Gli Spiriti dell’Isola (The Banshees of Inisherin), che si è già portato a casa tre Golden Globe (miglior film commedia, miglior sceneggiatura e miglior attore protagonista di una commedia), è candidato a 9 Oscar e 10 Bafta, ma ha iniziato la sua corsa alla 79esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove ha conquistato il riconoscimento per la sceneggiatura e la Coppa Volpi di miglior attore per Colin Farrell.
La rottura di un’amicizia è il cuore narrativo
Dall’immaginaria e remota isola di Inisherin (il film è girato in esterni sulle isole di Inishmore e Achill sulla costa occidentale dell’Irlanda), al largo dell’Irlanda dove infuria – nel 1923 – la guerra civile, la vita scorre tranquilla. Almeno fino a quando Pádraic (Colin Farrell) non scopre con sconcerto che il suo migliore amico Colm (Brendan Gleeson) ha deciso di porre fine al loro rapporto quotidiano di chiacchiere e bevute al pub. Profondamente turbato dalla decisione dell’uomo, Pádraic non si arrende e insiste per ricucire la relazione, grazie anche all’intercessione della saggia sorella Siobhan (Kerry Condon) e di Dominic (Barry Keoghan), un giovane scombinato, vittima degli abusi fisici e morali del padre poliziotto Peadar (Gary Lydon). I ripetuti sforzi di Pádraic non fanno altro che rafforzare la determinazione di Colm, il quale lancia un clamoroso ultimatum all’ormai ex amico, generando una spirale di eventi inaspettata e violenta.
Pádraic e Colm hanno entrambi le loro ragioni. Il primo ha il cuore spezzato e inizia a perdere la gentilezza che da sempre lo contraddistingue per scoprire l’amaro sapore della rabbia. Il secondo non intende più sprecare il tempo che gli resta e così abbraccia la musica come priorità della sua vita, dedicandosi alla scrittura per violino (The Banshees of Inisherin è anche il titolo del brano musicale che il personaggio di Gleeson compone durante il film). Le conseguenze della loro faida si ripercuotono sugli abitanti dell’isola, soprattutto su Siobhan e Dominic. È inevitabile per una comunità isolata e ripiegata su sé stessa. A presagire il peggio è l’anziana osservatrice di Inisherin, la signora McCormick (Sheila Flitton), che McDonagh ci suggerisce essere una reincarnazione della banshee, figura fantastica della mitologia irlandese che di notte emetteva un urlo lamentoso per annunciare la morte di una persona del luogo.
Un ancestrale “western” irlandese dell’assurdo
Il film di Martin McDonagh è un’allegoria tragicomica del conflitto. Le divisioni che separano due amici fino alle estreme conseguenze si riflettono negli eventi della guerra civile irlandese sul continente. Gli Spiriti dell’Isola (The Banshees of Inisherin) mostra con intelligenza e umanità cosa accade alle parti in causa quando si aggrappano alle loro posizioni, portando la guerra a radicarsi e quindi a peggiorare.
La scrittura di McDonagh si conferma unica per la capacità di alternare i toni – comico, drammatico, grottesco -, di provocare e far riflettere, cesellando un mondo sottilmente invaso dalla follia, immobile nella sua ancestrale bellezza, abitato da personaggi soli. A dare corpo alla visione del regista ci pensano interpreti eccezionali, in primis Colin Farrell e Brendan Gleeson che McDonagh riunisce dopo il successo della sua opera prima In Bruges – La coscienza dell’assassino. Uno dei titoli più convincenti della 79esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Gli Spiriti dell’Isola (The Banshees of Inisherin) racconta con lucida compassione le tenebre e le vulnerabilità dell’essere umano.