Dopo i Coen, la 75esima Mostra del Cinema di Venezia continua ad affrontare il genere western con The Sisters Brothers, il nuovo film di Jacques Audiard che con il genere americano per eccellenza ha avuto, almeno fino ad ora, poco a che fare. Il regista francese rielabora il mito della frontiera, adattando per il grande schermo il romanzo del canadese Patrick DeWitt Arrivano i Sister, ambientato nell’Oregon nel 1851.
Girato in Spagna e Romania, anziché nelle archetipiche location Usa del genere, il film conta però su un cast anglo-sassone di grande livello: gli americani John C. Reilly – che è anche produttore, insieme alla moglie -, Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal e il britannico Riz Ahmed.
The Sisters Brothers vive di opposizioni, destinate presto a moltiplicarsi nel corso della narrazione. Eli e Charlie Sisters, rispettivamente interpretati da Reilly e Phoenix, sono due sicari al soldo del temuto Commodoro di Oregon City (Rutger Hauer), in aperto contrasto tra loro per caratteri e comportamenti. Charlie, nonostante sia il fratello minore, è il leader della coppia, spesso felicemente ubriaco, impulsivo e cinico. Eli, sotto una scorza silenziosa e arcigna, rivela invece un animo malinconico, regalando momenti di inaspettata umanità e tenerezza.
Il loro nuovo obiettivo si chiama Hermann Kermit Warm (Riz Ahmed), chimico che ha scoperto una formula in grado di facilitare l’opera dei pionieri impegnati nella corsa all’oro. Il detective John Morris (Jake Gyllenhaal) ha il compito di trattenerlo fino all’arrivo dei fratelli Sisters. Niente va però secondo i piani. Le idee utopistiche di Warm seducono Morris che decide di aiutarlo, costringendo Charlie ed Eli a inseguirli fino a San Francisco.
L’incontro tra i quattro personaggi – ognuno dei quali fortemente caratterizzato dal proprio vissuto e alla ricerca di qualcosa che dia senso alle loro esistenze – scompaginerà definitivamente le carte in tavola, influenzando i destini di tutti i protagonisti. In particolare, i due fratelli killer, specchiandosi nell’altra coppia, saranno portati a rileggere un passato comune con il quale non si sono mai realmente conciliati, e a ripensare il loro rapporto individuando una nuova prospettiva per l’avvenire.
Portatore di uno sguardo personale e di una sensibilità europea sul western, Audiard dipana con The Sisters Brothers un racconto di formazione e auto-consapevolezza che non cavalca mai l’epica fondatrice del genere ma anzi la demitizza per imboccare una strada diversa, come accade ai protagonisti del film. Picaresco, verboso e pervaso da una doppia tensione – commedia e tragedia – in costante equilibrio, il film può contare su quattro ottime performance attoriali: e se è vero che Joaquin Phoenix non delude mai per carisma e bravura, qui la parte del leone la fa John C. Reilly.