Tramonti di Cartone, all’Istituto Nazareth reading e performance per l’ultimo libro di Marcello Affuso

Poesie, suggestioni, fotografie e disegni: Tramonti di cartone, nuovo libro dello scrittore napoletano Marcello Affuso, è un viaggio interdisciplinare, un prosimetro illustrato dai forti contrasti e chiaroscuri.

Edito dalla GM Press, il volume, che uscirà il 13 gennaio, sarà oggetto di un reading il 17 dicembre ore 17.30, all’Istituto Nazareth di via Kagoshima 15, insieme con esibizioni di artisti, tra cui la violinista Ludovica Grisolia e la cantante Manuela Capasso.
Si tratta di un lavoro corale che vede il debutto di due talentuose giovani scrittrici, Valentina Bonavolontà e Giulia Verruti, della fotografa Erica Bardi, e della riconferma ad altissimi livelli della illustratrice Federica Crispo.

Un dialogo, il loro, che parte dell’assunto di abbandonare la zona di comfort che permette di celare se stessi nel chiaroscuro delle proprie fragilità, come se la vera essenza di sé fosse qualcosa di cui vergognarsi per mettersi poi a nudo, parlando di amori vecchi e nuovi, amicizia, perdita, ricordo, incontri, dolore, speranze. Un lavoro collettivo di ben 64 contributi in cui ciascuno fa la sua parte.

Ma anche molto di più, in realtà, perché i proventi delle vendite di Tramonti di cartone saranno devoluti in beneficenza alla Onlus I Care, associazione che ogni giorno lotta per portare in Africa acqua, istruzione e formazione, in zone duramente provate dalla fame, dalla miseria, dalla siccità, dalla guerra e da gravi emergenze sanitarie.

Dal buio alla luce, con tutte le sfumature intermedie, il doppio binario che compone l’opera è un frastagliato percorso a ostacoli nel quale non ci sono punti fermi, ma solo domande, riflessioni, echi nostalgici.

Il tramonto indica, metaforicamente, qualcosa che volge al termine, che si dilegua e che, declinando, svanisce sotto la linea dell’orizzonte. Nell’istante che precede la scomparsa della luce un sentimento di malinconia può assalire lo spettatore, come se fosse l’ultima occasione per afferrare “un’effimera illusione”.