Parco Moretti, Udine – “Terminal” è il luogo dove finiscono le corse dei mezzi di trasporto; il capolinea dove un flusso di persone viene accompagnato, fatto scendere e deve proseguire con mezzi propri.
O, in alternativa, ricominciare il giro.
Terminal festival è una rassegna che rappresenta sia un punto d’arrivo sia di partenza per chi decide di parteciparvi. Per dieci giorni una delle più belle aree urbane della città, che in questi giorni mostra tutta il suo potenziale, accoglie migliaia di persone che, complice una bella stagione, decidono di concludere la loro routine in questo luogo, per aprirsi agli stimoli di serenità, allegria, magia, libertà che questo evento riesce a trasmettere.
Nato nel 2016, pian piano, con la forza del passaparola e della sana curiosità, ma anche della necessaria professionalità e passionalità messe in campo in modo evidente dalle associazioni organizzatrici – i progettisti culturali e autori multimediali di Puntozero e gli artisti circensi di Circo all’inCirca – Terminal festival si propone come occasione di incontro, di stimolazione del pensiero, di positività, dimostrandosi, allo stesso tempo, contenitore artistico e aggregatore sociale. Al centro c’è l’arte del circo contemporaneo dove artisti locali e ospiti internazionali, mettendo al centro di tutto la condivisione e la diffusione di un fare artistico partecipato e comunitario portano l’arte fuori dai confini di un luogo per espanderla negli spazi della vita. Il risultato è il piacere del trovarsi nel catino di una festa dove si parla dell’oggi, di ieri e si pensa al domani, coccolati da suoni, happening, ritagli condivisi e accarezzati da momenti artistici che stimolano il bello e lo stare bene.
L’ultimo clown – Zeroidee (Italia)
Proposta meta-teatrale interattiva per un singolo spettatore che viene guidato attraverso dei messaggi whatsapp alla ricerca di uno sgangherato artista. “Poli è qui ospite per presentare il suo ultimo lavoro. È un personaggio imprevedibile, ormai nessun festival ci vuole più avere a che fare, dobbiamo trovarlo!”: parte così uno scambio di richieste, più o meno strampalate, che proiettano al centro dello spettacolo, per plasmarne i contorni e giungere, alla fine, all’incontro intimo, sensibile e alienato con il fantomatico clown Poli. Un momento in cui il tempo si sospende nel ritrovarsi con l’altro, si adagia sull’ascolto reciproco e regala attimi di malinconica poesia sul senso stesso dell’arte e della vita. Un “io” e un “tu” estranei, separati dalle proprie maschere e dalle proprie pareti, si modellano diventando per un momento un “tu e io” che si scambiano empatia, riflessioni, azioni e la promessa di un appuntamento, che è la promessa e la speranza e di un nuovo inizio;
We Agree to Disagree – Collectif Malunés (Belgio/Francia)
È uno spettacolo che trascende i limiti dello spazio e dei ruoli, chiamando a raccolta la partecipazione del pubblico come gruppo o come singolo. La visione diventa collaborazione all’azione e, quindi, scrittura originale all’interno di un canovaccio molto ben orchestrato dalla sorprendente visione del Collectif Malunés. Tra le maglie di uno show circense, dove alcuni numeri di volteggio appagano completamente il desiderio di sospensione emotiva ed eccitazione, s’innestano una incisiva riflessione sul fare artistico, sulle aspettative del pubblico, sull’interazione tra artisti e spettatori, sui punti di vista e sulla guida che li conduce o li dirige. Uno spettacolo divertente, totale, che è una mise-en-scène politica sulla manipolazione dello sguardo e sulla libertà di visione e il diritto a esprimersi. Un’esperienza emozionante, molto complessa nella sua leggerezza e costruita con grandissimo rigore nella sua apparente, caotica, libertà.
Bubble you – Be Flat (Belgio)
Un perfetto matrimonio di mimo clownistico dove, come nelle migliori slapstick, una manciata di eccentrici personaggi snocciola situazioni assurde e paradossali o è la miccia dell’incontro/scontro tra vizi e follie. “Bubble you” è un nonsense che vive di momenti ed estemporaneità dove gli elementi, inizialmente totalmente scollegati, pian piano trovano un loro equilibrio all’insegna della musica e dell’espressione libera di sé.
Due momenti dallo spettacolo “We Agree to disagree” di Collectif Malunés