Teatro, mondo di esibizioni ma anche di retroscena. Collezionate a Siracusa alcune delle realizzazioni firmate dalla Fondazione Orestiadi.
Presso il medievale Palazzo Greco, residenza dell’ INDA , viene raccontata un po’ quella che è la storia delle Orestiadi di Gibellina.
La fondazione Orestiadi nasce nel 1981 nell’omonima città. Da allora è il simbolo di rinascita culturale e spirituale delle zone colpite dal terremoto del Belice nel 1968.
Grazie al sindaco dell’epoca, Ludovico Corrao, questo progetto vede alternarsi alcuni tra i più grandi artisti e attori.
Infatti è tutt’ora uno spazio dedicato all’ingegno creativo e alla cultura, sia a livello nazionale che internazionale.
La fondazione INDA e la ONLUS Orestiadi hanno allestito una mostra riguardante alcuni importanti elementi scenografici: una recente collezione di abiti, modellini, installazioni, manifesti, attinenti a precedenti rappresentazioni teatrali, che risalgono fino al 1982 – 1986. La mostra, curata dal Direttore del Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina, Enzo Fiammetta, è stata Inaugurata lo scorso 11 maggio. Può essere visitata tutti i giorni fino al 3 settembre.
L’ispirazione nasce per soddisfare l’appassionato di teatro più curioso, offrendogli la possibilità di dare uno sguardo alla sala gratuitamente. In tal modo è possibile guardare da vicino alcune creazioni che hanno regalato parte della magia teatrale del passato.
Come è noto, ogni anno il teatro greco siracusano dedica il periodo di maggio, giugno e luglio alle rappresentazioni di tragedie e commedie greche. A Palazzo Greco, quindi, è possibile non soltanto acquistare i biglietti, ma anche reperire informazioni sui vari eventi culturali offerti dall’INDA. Quale migliore occasione per ospitare una mostra di tale rilevanza?
Una particolarità è la presenza di modellini dai quali sono ricreate delle vere e proprie macchine, realizzate appositamente per il teatro. Quindi dietro ad ogni prototipo esposto, vi è la realizzazione di un congegno per gli spettacoli. Per rendere meglio l’idea dell’effetto reale, un televisore ne trasmette le immagini .
Fra i vari autori, è presente Arnaldo Pomodoro con opere anche del 1985.
Altre delle sue realizzazioni sono contemporaneamente esposte per la mostra Ciclopica. L’elemento scenico di spicco è la bozza de La Montagna di Sale di Mimmo Paladino , ideata per il teatro come sfondo de
La sposa di Messina di Friedrich Schiller e più volte riprodotta.
Inoltre vi sono anche alcune installazione originali de
L’ esequie della luna del 1991, apparentemente realizzati in cloruro di polivinile. Questo è un racconto rappresentato al teatro, per la prima volta, da Roberto Andò. È una narrazione fantastica sulla caduta della luna di Lucio Piccolo di Calanovella.
Abiti e scudi sono generalmente realizzati con della pesantissima resina. Per di più sono indossati dagli attori che recitano nel periodo più caldo dell’anno.
Vi sono anche manifesti che richiamano alcune rappresentazioni classiche. Altri sono schizzi disegnati dagli scenografi. In questo caso si nota il procedimento e lo studio per la realizzazione delle stesse opere (macchine, soggetti, eccetera).
L’unico oggetto che non si ricollega alla storia di Gibellina, è il pannello posto all’entrata. Dullio Cambelotti lo ha dipinto per la tragedia Medea del 1927. Questo si sposa col nome della sala, detta degli Argonauti. Ritrae la nave Argo che viene spinta in mare, appunto, dagli stessi eroi.
Vicino al pannello si trova un lungo tavolo con antichi dizionari e teche che contengono quaderni datati 1982. Proprio per alcune rappresentazioni era stato pensato di dettare una frase ad un bambino che doveva riprodurne l’immagine. Il risultato ottenuto intenerisce e lascia sorridere.
Orson Welles diceva: Il teatro resiste come un divino anacronismo. Da questa mostra se ne percepisce l’immortalità.
Orestiadi di Gibellina mostra a cura di Enzo Fiammetta
Dal 11-05-2019 al 03-09-2019
ingresso gratuito.
Palazzo Greco, Corso Matteotti 29 (SR)
Aperto tutti i giorni tranne il lunedì
dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21.