Sharon Eyal e Olivier Dubois @ Opera Reale Svedese, Stoccolma

Whipart, si sa, non si lascia sfuggire le occasioni per conoscere, sperimentare, avvicinarsi a realtà che si basano sull’esplorazione dell’essere umano e del suo rapporto con l’arte e la cultura, di qualunque origine e forma essa sia.
Questa volta siamo stati invitati a partecipare ad una serata in trasferta: l’Opera Reale di Stoccolma ci ha invitati ad assistere ad una serata-evento per le nuove creazioni di due coreografi d’eccezione, Sharon Eyal e Olivier Dubois: uno spettacolo di danza moderna/contemporanea in due atti, De l’origine e Half Life.


Il teatro, in pieno centro storico, ci ha aperto le porte della sua scalinata d’onore che conduce – tra marmi, statue, stucchi, intagli e sale dorate abbellite e adornate da lampadari principeschi e soluzioni baroccheggianti – all’invaso di una sala quasi intima, in cui le distanze tra palco, platea e gallerie sono quasi annullate dando l’impressione di trovarsi in uno scrigno e di essere veramente parte del tesoro in esso racchiuso.
In questo presunto stato d’intimità, è facile sentirsi assorbiti nello spettacolo sul palco o fagocitati da esso: è quello che è successo anche con De l’origine e Half Life.

Nel primo il tratto magmatico dell’insieme, fatto di corpi che si malleano e si fondono l’un l’altro in effusioni e sinuosi contorcimenti alla ricerca di sè e dell’altro, porta ad estendere la propria carica verso il pubblico;

nel secondo vi è un’esplosione magnetica che attira l’attenzione su corpi scultorei che prima si adeguano al sincopato, ripetitivo, movimento musicale e poi ne prendono le distanze. In quest’ultimo caso la macchina-uomo si riappropria della sua complessità e della necessità di unirsi in un insieme organico con gli altri.

Se il dubbio dell’esercizio di stile – per la ripetitività ossessiva eccessivamente dilatata di azioni/situazioni/substrato sonoro – resta fortissimo, è anche vero che una tale dimostrazione di bravura lascia il segno, anche grazie alla perfezione degli interpreti e a un disegno luci millimetrico (soprattutto in De l’origine) che sottolinea dettagli e accende inquietudine, eccitazione, turbamento senza alcuna catarsi.

Una serata in cui danza contemeporanea e danza moderna hanno mostrato il meglio di sè, raggiungendo picchi emotivi non sempre intellegibili, ma colorati e potenti.

Sharon Eyal & Olivier Dubois – Balletto, Danza

OLIVIER DUBOIS – De l’origine
Coreografia: Olivier Dubois
Sound design: François Caffenne
Luci: Emmanuel Gary

SHARON EYAL – Half life
Coreografia: Sharon Eyal e Gai Behar
Scene: Sharon Eyal
Sound design: Ori Lichtik
Luci: Alon Cohen

Corpo di ballo:
DE L’ORIGINE: Jonna Savioja, Gunnlaugur Egilsson
HALF LIFE: Sarah-Jane Brodbeck, Frida Hambraeus, Daria Ivanova, Emily Slawski, Lea Elizabeth Wood, Amanda Åkesson, Sarah Jane Medley, Devon Carbone, Anton Bauer Selected, Dawid Kupinski, Joakim Adeberg, Ross Martinson, Johnny McMillan, Dragos Mihalcea, Nacho Lopez

In “De l’origine” partecipano anche gli studenti della Royal Swedish Ballet School.

Durata: 1 ora 35 minuti incl. pausa

Special thanks to Kungliga Operan and Mr. Torbjörn Eriksson