“Segnale d’allarme”, di e con Elio Germano, da non perdere @ Mittelfest 2020

Si esce con le ossa rotte dallo spettacolo “Segnale d’allarme / La mia battaglia VR” e non a causa del visore virtuale che costringe continuamente ad allargare la visione laterale sulla platea.
È una rottura che investe il profondo dell’animo dello spettatore, ed è molto vicina ad un fastidio, ad una repulsione, ad un senso di disorientamento e di colpa.
Il monologo, retto da uno straripante Elio Germano, in un’ora riesce a passare dal registro della commedia satirica a quello dell’orrore; ciò che sembra un brillante, arguto discorso sulla nostra società e sui mali che l’hanno contaminata (mancanza di competenze, esaltazione dell’apparenza, …) – con argomentazioni trascinanti e condivisibili – si trasforma in un sermone sull’inutile pericolosità della democrazia e si traduce nell’esaltazione della forza, della violenza, della purezza guidate da un leader militare.


La sola forza delle parole – scritte in maniera affilatissima, sagace e senza pause – ci riversa in un abisso senza che se ne riesca a comprendere effettivamente il punto di svolta. È questa una delle cose più fastidiose: ritrovarsi a boccheggiare senza rendersi conto che c’è stato un attimo (svanito) per salvarsi; senza capire come da un intreccio di discorsi così sentiti, palpitanti e – sì! – ragionevoli ci si sia ritrovati imprigionati e indistintamente inglobati in un credo così feroce.
I paradossi iniziali, frutto della effervescente scrittura di Elio Germano e Chiara Lagani, si plasmano sotto i nostri occhi (e le nostre orecchie) in invettive difficilmente sostenibili, chiuse in un eccellente finale in cui Elio/Hitler viene circondato dai simboli e dalle foto di un passato orrendo che purtroppo fa sempre più spesso capolino e da cui nessuno deve sentirsi protetto. E questo spettacolo, facendoci soffrire, ce lo dimostra compiutamente. Se la rappresentazione virtuale acquista vera tensione emotiva e senso solo negli ultimi minuti, penso che sarebbe un regalo prezioso vederlo dal vivo in molti palcoscenici. Perché è meravigliosamente oliato, attuale, capace di smuovere il sonno delle nostre abitudini e delle nostre convinzioni.

PS: Un’altra cosa che mi ha lasciato attonito è come, durante lo spettacolo registrato a Riccione nel 2019, parte del pubblico in sala si sia sentito trascinato man mano che i proclami del Germano “Capo popolo” si facevano sempre più divisivi, razzisti, violenti. Applausi a scena aperta di molti mentre Germano esaltava la razza, spingeva alla pulizia etnica,… Ecco, è triste pensare che il pubblico non sappia di essere pubblico, che la finzione venga scambiata per realtà, che la critica sia confusa con l’agiografia e che queste persone, armi silenti e nascoste più pericolose delle armi stesse, siano lì pronte a supportare odio e rancore non appena sentono che, in questo mondo disfunzionale, c’è qualcuno come loro. Sigh!

Mittelfest 2020 – #empatia

Cividale del Friuli (UD)

Segnale d’allarme / La mia battaglia VR
Tratto dallo spettacolo teatrale La mia battaglia.
scritto da Elio Germano e Chiara Lagani
con Elio Germano (in realtà virtuale)
regia Elio Germano e Omar Rashid
produzione Gold, Infinito, Riccione Teatro
Durata: 70′

L’Immaculata di Tomaž Pandur @ Mittelfest 2020