Sala Ichos riparte con una nuova stagione teatrale. Oltre agli spettacoli, lo spazio di San Giovanni a Teduccio (Napoli) ospiterà una residenza teatrale e due incursioni musicali.
Dopo il successo di pubblico dell’anteprima campana del Cantico dei cantici di Fortebraccio Teatro, diretto e interpretato da Roberto Latini, Sala Ichos ha inaugurato il suo nuovo anno di programmazione il 28 ottobre scorso, con una festa ed il concerto Solo Project di Sally Cangiano.
La contaminazione tra i generi che il teatro ospita per la stagione 2017/2018 è una costante nella vita di questa piccola sala: oltre agli spettacoli in calendario da novembre ad aprile, nella programmazione ritorna (a maggio) per il secondo anno consecutivo la rassegna MusIchòs.
Si comincia sabato 4 e domenica 5 novembre 2017 con La sposa sola di Ichos Zoe Teatro, testo e regia di Salvatore Mattiello con Teresa Addeo, Giorgia Dell’Aversano, Giuseppe Giannelli, Pietro Juliano, Rossella Sabatini. Le musiche dal vivo sono di Gino Protano, le scene di Peppe Zinno e Ciro Di Matteo, le luci di Ciro Di Matteo e Salvatore Mattiello ed i costumi di Patrizia Lombardi.
Salvatore Mattiello, che cura la direzione artistica di Sala Ichos, racconta così il programma:
«Eccoci di nuovo e ancora qui.
Come ogni anno in piedi in equilibrio sulla linea del precipizio.
Fermarsi? Continuare? Andare giù?
Ogni volta, ogni anno tutte e tre le eventualità sono all’ordine del giorno.
Tutti e tre i possibili esiti non ci dispiacciono e non ci angosciano.
La tristezza vera sarebbe continuare essendo fermi dentro e nella testa.
La tristezza vera sarebbe sentirsi la morte dentro e continuare a ignorarla.
La tristezza vera sarebbe che i resti di noi continuassero a dire cose.
Morire è un dovere! Direbbe la nostra Antigone semmai dovessimo riuscire a rappresentarla.
Non tutto il Teatro che si pensa vede la scena e tuttavia non si può smettere di pensarlo.
Così un uomo non può smettere di pensare se gli si rinfacci che nella realtà di tutti i giorni dimostra di non essere all’altezza dei suoi pensieri.
Pena: lui smette di pensare e l’umanità di crescere.
Inoltre il dato di realtà che di per sé potrebbe scoraggiare deve soccombere di fronte alla capacità di immaginazione!
Bisogna immaginarsi forti consapevoli determinati per compiere nella realtà il gesto di esserlo.
In questo senso l’immaginazione è il massimo della realtà possibile.
Per questo il realismo esasperato il sangue le pistole i bambini i figli e i cani veri in carne e ossa messi sulla scena non giovano al Teatro e nemmeno alla Realtà che tenta di raccontare.
Perché la fa sembrare l’unica possibile.
Così forte da occupare persino la scena del Teatro.
Così estrema da affascinarci con il carico di Tragico che si trascina dietro.
Così pericolosa da farci rischiare di ridurre il senso del Tragico al solo Gesto che lo compie.
Per questa ragione continuiamo a confrontarci col Tragico greco tentando di riscrivere – ricevendola – una nostra Antigone e di metterla in scena. Per questo lo abbiamo fatto con Medea in parallelo e in intersezione con Filumena Marturano provando a mettere in relazione Eduardo col Tragico greco e non con il genere Gomorra.
Per questo la rimettiamo in scena come prima stazione di una nuova Mappa Concettuale che come sempre e ancora una volta proviamo a disegnare all’interno delle nostre stagioni. Fuje Filumena a cura di Magnifico Visbaal Teatro è la seconda stazione della nostra Mappa e dove una Filumena non femmina compie il gesto che fu di Medea. D’altronde in molte narrazioni Medea uccide non tanto i suoi figli ma i figli di Giasone.
La terza stazione della nostra Mappa è Addà passà ‘a nuttata di Meridiano Zero con un evidente riferimento a Eduardo il quale però qui non è messo in relazione con il Tragico greco ma con quello shakespeariano del Macbeth: se il buio entra nella nostra vita, questa si configura come una notte che deve passare.
Ecco come il naturale tranquillizzante eduardiano ciclo del giorno e della notte si sospende nel buio.
In questo buio dove si è precipitati e dove tutto il Teatro sembra precipitare si muovono anche gli altri due segmenti della trilogia trash che Meridiano Zero dedica a Shakespeare e che sono anche rispettivamente quarta e quinta stazione della nostra Mappa: B-Tragedies.
Otello alzati e cammina della Compagnia Garbuggino-Ventriglia è la sesta stazione.
In terra in cielo, “blues donchisciottesco”, è invece solo il secondo lavoro della Compagnia Garbuggino -Ventriglia che abbiamo deciso di ospitare nella nostra stagione. Solo nel senso che non è una stazione. È semplicemente il nostro modo di entrare in contatto con una nuova Compagnia per provare a capire da dove viene con un suo lavoro storico e dove sta andando con il suo l’ultimo lavoro.
Morte di Zarathustra di Teatro Akropolis è un percorso di ricerca sulla nascita della Tragedia ispirato a Nietzsche che non poteva non essere una stazione della nostra Mappa Concettuale in cui era obbligatorio fermarsi per provare a toccare con mano quella materia mitica e tragica che viene prima delle parole.
Quelle parole con le quali gli Autori hanno tentato e tentano di impadronirsi del Teatro e ancora oggi ci illudono e si illudono di poter dire l’indicibile.
Ma Teatro lo ripetiamo ancora una volta è anagramma di Attore.
Per fortuna o meglio per magia.
La restante parte della stagione è fuori Mappa Concettuale e risponde ad altre esigenze e ad altre strategie.
Esodo è al contempo il secondo lavoro della Confraternita del Chianti che ospitiamo a Sala Ichòs e segmento di un progetto triennale internazionale Pantateuco: ciclo di cinque lavori sulla migrazione costruiti su cinque Attori e prodotti insieme a cinque Partner esteri (Romania Croazia Svezia Spagna Regno Unito).
Stratr★ia di Ortika Gruppo Teatrale Nomade approderà alla sua stesura finale in residenza presso Sala Ichòs, dove sarà messo in scena in anteprima. Dare residenza ospitalità struttura a nuovi progetti teatrali è una funzione e una responsabilità che ci piace sempre più di assumere.
Giulia Lombezzi è il nome della giovane drammaturga in cui crediamo molto e alla quale abbiamo deciso di affidare l’intero mese di marzo 2018 per un ciclo di messe in scena di quattro suoi testi.
Buona stagione Ichos a tutti».