Ryszard Kapuscinski, il reporter…poeta

“Quando mi accingo a scrivere non so mai che cosa scriverò, davanti a me c’è solo il foglio bianco… Scrivere è un happening. Per me questo è uno dei valori dello scrivere, perché se sapessi in anticipo che cosa scriverò non mi metterei mai a scrivere.“ (Ryszard Kapuscinski)

Biografia

Ryszard Kapuscinski nasce nel 1932 a Pinsk nella Polonia orientale, oggi annessa alla Bielorussia.
Da piccolo é testimone delle sofferenze e della crudeltà della guerra.
E’ fra gli scrittori polacchi più famosi, nonostante la sua vera professione sia stata quella di reporter, intrapresa giovanissimo .
Appena laureato fu mandato allo sbaraglio prima in India e poi in Cina, senza conoscere niente di quei paesi.
Inoltre ha lavorato fino al 1981 come corrispondente estero dell’agenzia di stampa polacca PAP. Negli anni 80 é stato  molto vicino al movimento di Solidarnosc che aveva fatto sperare in una svolta democratica della Polonia per poi ricadere nel buio, nella cupezza, nella disillusione di altri 10 anni di dittatura militare. Muore il 23 gennaio del 2007 a Varsavia.

Autoritratto di un reporter – Feltrinelli 2006

L’opera

I suoi reportage sono state vere e proprie opere letterarie. Il suo stile, la sua ottica di osservazione descrivevano gli avvenimenti sempre dalla parte della gente comune, in genere i più’ poveri e i più oppressi. Il suo riferimento come giornalista fu Erodoto. Da lui prende l’umiltà e l’innocenza di un bambino che vuole capire, ma anche la determinazione di un uomo semplice, meravigliato e innamorato del genere umano.
E’ fedele ai vecchi dettami di quel giornalismo per il quale si scrive ciò che si vede e non ciò che si legge nelle agenzie di stampa, senza cadere nel pigro impressionismo di quegli inviati che descrivono un paese straniero dal bar di un albergo a cinque stelle.
Nelle sue descrizioni emergevano tutte le sofferenze, tutta l’impotenza e la rabbia dei popoli di cui si occupava. Era anche la sua rabbia, la sua sofferenza.

La poesia

Ha vissuto in prima persona ben ventisette rivoluzioni fra le più cruente dei continenti africano e asiatico . Ha rischiato più volte la vita durante combattimenti, è scampato a quattro condanne a morte, è riuscito a sopravvivere alla malaria e alla tubercolosi. Sempre per essere in prima fila, per testimoniare emozioni e sofferenze. Ed è riuscito a farci conoscere e soprattutto capire situazioni che non saremmo mai stati in grado di decifrare. Fra tante sofferenze, atrocità, dolori, trovò spazio la sua poesia.

Filo spinato

Tu scrivi dell’ uomo nel lager
io – del lager nell’ uomo
per te il filo spinato è all’ esterno
per me si aggroviglia in ciascuno di noi.

– Pensi che ci sia tanta sofferenza ?
sono due facce della stessa pena .
(da Notes ed. Forum)

” E’ una poesia che zampilla dall’attrito fra la descrizione realistica di un comportamento o di uno stato d’animo tanto naturale in chi li esprime quanto estraneo al nostro sentire e alla nostra fruizione estetica”. ” La rivoluzione elettronica ha abbattuto i due pilastri della nostra immaginazione: la barriera del tempo e la barriera dello spazio. Tempo e spazio hanno smesso di esistere.
La nostra immaginazione non riesce a funzionare in un mondo simile…..

Se non è possibile descrivere il mondo nella sua interezza, bisogna descriverlo per frammenti “.
Queste sue teorie le ha descritte in “Lapidaria”, l’opera dove concentra aforismi e la sua visione filosofica della vita e che è anche il collante della sua visione poetica.“Il mio argomento principale è la vita dei poveri Ogni forma di potere è degradante , si porta dietro le forme del male: brutalità, aggressività, primitivismo, stupidità, cinismo, guerre; essa ci induce a pensare che il male sia immanente nell’ uomo e la catastrofe sempre in agguato. 

Il deserto dei tartari

Là ormai non c’è altro che trucioli e sterpi
Erbacce ingiallite cespugli riarsi
Terra screpolata pozzi disseccati
Ammassi di pietre un vento gelato
Là ormai non c’è altro che ossame ciarpame
E polvere e muffa chiazze rugginose
Ed il silenzio
Che spezzano tratti
Stridore di ferri e urla di comandi.
(da Notes ed. Forum)

Ciò che lo scrittore considera una delle peggiori malattie è l’indifferenza.
Kapuscinski non si vergogna di usare parole come bontà, amorevolezza, generosità, rispetto, etica.

“Il cinico non è adatto a fare il corrispondente, ci vuole comprensione della miseria umana, simpatia per la gente , bisogna far parte della famiglia cui appartengono tutti i semplici del pianeta, il calore umano è basilare per questo lavoro, cinismo e nichilismo, caduta dei valori e disprezzo per gli altri hanno contribuito al fatto che il mondo è diventato difficile da sopportare”.

Taccuino d’appunti – Forum Ed. Universitaria Udinese (2004)

Nella sua prima raccolte di poesie “ Notes ” uscita negli anni ’80 vi è la speranza e l’attesa della Libertà…sono poesie in forme solenni, endecasillabi. La seconda, edita negli anni ’90, dal nome “appunti nuovi”, e pubblicata completamente solo nel 2004, descrive la vita quotidiana dei semplici: la vita quotidiana diventa essa stessa un valore, è anonima e privata . Nei rapporti con gli altri preferiamo rimanere un po’ in disparte: vogliamo che la vita scorra senza traumi, senza grandi cambiamenti, senza avventure, follie. La morte ci condanna all’uguaglianza, ubbidisce alla stessa legge di natura cui soggiace il fiume che cerca l’oceano per poi scomparire, affidandoci infine ad un oltretomba gelido e tenebroso. Nessuna speranza nell’aldilà: Dio è una grande passività, una forma possibile della nostra fantasia.

I nostri morti

Non gliene importa proprio più nulla
sono freddi
indifferenti
non chiedono niente
si tengono in disparte
sempre nello stesso posto
tacciono

(da Notes ed.forum)

Conclude che l’uomo può avere un’ esistenza infinita solo se è stato notato e riconosciuto dagli altri. Molte persone scompaiono perché nessuno le scorge più e nessuno riconosce che esistono.
Ogni giorno, ogni ora è importante, sento che il tempo mi incalza, sento la sua pressione.

L’attimo

Tu sei stato sincero
O attimo fugace
O stella indicata
Generata dalla luce

Tu sei stato l’unico
D’un tratto sei passato
È ritornato il vuoto
Di te nessuna traccia
(da Appunti nuovi ed. Forum)


Inquietudine dentro . Continui rimorsi di coscienza per i momenti perduti.
La poesia –qualcosa di indefinibile che “non ha niente in comune con nulla . Quel tempio nella cui frescura non molti eletti hanno la capacità di forgiare con calore della mente le fiamme coagulate delle parole.“

I poeti

Uno di loro
Scrive una poesia
E la invia in giro per il mondo
Un altro fa la stessa cosa
E anche il terzo.
Le poesie si incontrano
Stanno ore e ore all’ angolo della strada
Non vedono che è gia notte
E ha incominciato a piovere
Forse è l’insonnia
Pensa un passante inzuppato
Forse non hanno dove andare
Con questo diluvio.
( da Notes ed. forum)

La grandezza dell’ arte si esplica laddove cominciamo ad avvicinarci a toccare ciò ch’è invisibile, ciò di cui presentiamo l’ esistenza ma che dobbiamo ancora trovare .
Non possiamo giungere alla meta. Possiamo solo avvicinarsi “è già questo è tanto, non è tutto. ma è veramente tanto”. 
E’ stato autore di numerosi libri-reportage che lo hanno reso famoso. Per questo è stato fra gli autori polacchi   tradotto nel mondo 
 in Italia la  la maggior parte sono stati pubblicati da Feltrinelli che ha operato anche diverse ristampe.

Opere tradotte in italiano:

Il Negus: splendore e miserie di un autocrate, Feltrinelli (1983)
Imperium, Feltrinelli (1995)
Lapidarium. In viaggio tra i frammenti della storia, Feltrinelli (1997)
Il cinico non è adatto a questo mestiere. Conversazioni sul buon giornalismo, Edizioni e/o (2000)
Shah-in-Shah, Feltrinelli (2001) 
Dall’Africa, Mondadori Bruno (2002)
La prima guerra del football e altre guerre dei poveri, Feltrinelli (2002)
Taccuino d’appunti  – Forum edizioni (2004)
In viaggio con Erodoto, Feltrinelli (2004)
Raccolta completa poetica, Notes e Appunti nuovi (2008)
Giunta Polacca, Feltrinelli (2008)
Ryszard Kapuscinski. Opere, Meridiani Mondadori (2009)
Il cinico non è adatto a questo mestiere, Feltrinelli (2010)
Ancor un giorno,  Edizioni e/o (2012)
Cristo con il fucile in spalla, Feltrinelli (2013)
La prima guerra del footbal e altre guerre di poveri, Feltrinelli (2014)
Nel turbine della storia. Riflessioni sul XXI secolo, Feltrinelli (2015)
L’altro, Feltrinelli (2015)
Stelle nere, Feltrinelli (2016)

I reportage pubblicati da Feltrinelli.

Fonti

Ryszard Kapuściński e i suoi reportage dall’Africa