Napoli non è solo una città: è un’anima che vibra, un respiro antico che racconta di sirene e vulcani, di vicoli e panorami sconfinati. È dentro questa cornice che si intrecciano le storie narrate in Partenope, Plurale: Storie Comuni di Donne Straordinarie, un’opera che, attraverso le parole di Deborah Divertito e gli scatti di Angelo Orefice, celebra la resilienza, l’umanità e la forza delle donne partenopee.
C’è qualcosa di magico e irriducibile nelle donne di Napoli. Qualcosa che sfida il tempo, che resiste alle tempeste, che si rialza anche quando tutto sembra perduto. Ogni donna ritratta nel libro è un simbolo di resistenza alle convenzioni, agli stereotipi e alle difficoltà. Sono storie che risuonano di quotidiana straordinarietà, che illuminano il coraggio silenzioso di chi ha affrontato e vinto battaglie personali e collettive per ritagliarsi un posto nel mondo. Ogni pagina è un manifesto di tenacia, ogni scatto un omaggio a quella bellezza che nasce dalla forza e dalla vulnerabilità. Sono storie di donne comuni e per questo straordinarie, che hanno saputo alzare la testa sopra i cori dissonanti degli stereotipi: “stai a casa”, “sei troppo fragile”, “non ce la farai mai”. Le protagoniste non solo ce l’hanno fatta, ma hanno riscritto la loro storia, trasformando ferite e ostacoli in arte, lavoro, amore.
Donne che parlano al cuore della città
Le protagoniste di queste storie – Alessia, Miriam, Tiziana, Raffaella, Marina, Clara, Imma, Brunella, Rosaria – incarnano le mille sfaccettature dell’essenza napoletana. Ciascuna, con il proprio percorso unico e irripetibile, testimonia che la lotta per la dignità e la libertà può nascere anche nei contesti più difficili. Napoli, con il suo cuore pulsante e le sue contraddizioni, diventa parte integrante di queste vite. È come se la città stessa, con la sua anima femminile, desse forza a queste donne per continuare a sorridere, combattere e amare.
Napoli e le sue donne: un legame eterno
Napoli non è uno sfondo, ma un personaggio vivo e pulsante. È Partenope, la sirena che non muore, che non si piega al destino di vittima, ma che continua a cantare, trasformando il dolore in speranza e bellezza. La città, con la sua anima femminile, accoglie queste donne, le nutre e le sfida, ricordando loro – e a noi – che la forza non è solo nella vittoria, ma nella capacità di resistere e ricominciare. Attraverso i loro racconti emerge un ritratto di Napoli che intreccia il passato millenario con la lotta contemporanea. Ogni vicolo, ogni piazza sembra custodire il respiro delle loro battaglie, che sono quelle di tutte le donne del mondo.
Vite ordinarie, storie straordinarie
Ciascuna delle protagoniste è un mondo da scoprire. Alessia, ballerina e ricercatrice, incarna la fusione di radici e futuro, dimostrando che il corpo e la mente possono essere insieme strumenti di libertà. Miriam, con la terra vesuviana tra le mani, ci insegna il coraggio di cambiare tutto per inseguire la felicità. Tiziana, dirigente scolastica con una malattia degenerativa, mostra che la determinazione non conosce confini, nemmeno quelli imposti dal corpo.
E poi c’è Raffaella, che ha lasciato la fabbrica per reinventarsi, portando con sé il valore di chi lotta ogni giorno per sé e per gli altri. Marina, che attraverso il teatro e la pedagogia del corpo ridà voce e dignità a chi pensava di aver perso entrambe. Clara, che trasforma legno e corde in musica, creando arte da ciò che altri vedrebbero solo come scarti.
E ancora: Imma, che sfida le barriere dell’abilismo, sfruttando la leggerezza dell’acqua e la sua determinazione. Brunella, che dà voce all’arte di ricominciare attraverso il canto e la musica. Rosaria, con la sua irrequieta e dissacrante verve artistica.
Sono storie che insegnano che la vera forza non è quella che non cade mai, ma quella che trova il modo di rialzarsi, di reinventarsi, di urlare al mondo: “Io esisto, e questo basta a cambiare le cose.”
La maestria di raccontare
Deborah Divertito riesce a cucire le storie di queste donne con una sensibilità rara, priva di retorica e spettacolarizzazione. La sua penna entra nelle vite delle protagoniste con rispetto ed empatia, lasciando che siano loro a raccontarsi. Angelo Orefice, con le sue fotografie, va oltre l’immagine, catturando l’essenza stessa delle donne: un sorriso che cela la lotta, uno sguardo che parla di sogni, un gesto che custodisce la memoria di chi siamo.
Insieme, creano un’opera che non si limita a descrivere, ma restituisce. Restituisce dignità, potere, presenza. Restituisce la capacità di vedere l’altro, di riconoscerne la complessità e il valore, e in questo processo ci rende tutti più umani.
Un messaggio universale
Partenope, Plurale non è solo un libro su Napoli o sulle donne. È un grido universale di speranza e coraggio, un inno a tutte coloro che non si piegano ai limiti imposti dalla società, dagli stereotipi o dalle circostanze. È una lezione su come si possa trovare la forza nell’ordinario, su come ogni battaglia, anche la più silenziosa, abbia il potere di cambiare il mondo.
In un tempo in cui spesso le donne sono ancora relegate al ruolo di vittime, quest’opera cambia la prospettiva. Non si tratta solo di resilienza, ma di ribellione. Non di sopravvivenza, ma di creazione. È un invito a vedere le donne non per ciò che subiscono, ma per ciò che scelgono di essere.
Partenope, Plurale ci ricorda che il cambiamento inizia da chi trova la forza di dire “no” e la determinazione di costruire un “sì” più grande. Napoli, con la sua storia millenaria, è il simbolo di questa lotta, e le donne che abitano le sue strade ne sono l’anima più pura e resistente.
Questo libro è una carezza e un pugno, una poesia e un grido. È un viaggio che tutti dovremmo fare, per ricordarci che dietro ogni volto c’è una storia, e dietro ogni storia c’è una rivoluzione.
Partenope, Plurale. Storie comuni di donne straordinarie
di Deborah Divertito e Angelo Orefice
- Editore : Marotta e Cafiero (15 ottobre 2024)
- Lingua : Italiano
- Pagine : 108