Chiuse le votazioni per gli Oscar 2018 e scatta il conto alla rovescia per la cerimonia che la notte del 4 marzo incoronerà a Los Angeles i vincitori della 90esima edizione degli Academy Awards. Quasi tutti i premi sono stati assegnati, da quelli della critica a quelli dei sindacati di categoria passando per i televisivi Critics’ Choice, Golden Globe, Sag Award e Bafta. Alcuni nomi sembrano già essere incisi sulle statuette, restano però alcuni nodi da sciogliere, in primis il verdetto sul miglior film. Un anno fa accadeva l’imprevedibile “Oscar-gate” con La La Land trionfatore solo per pochi momenti, prima che lo scambio delle buste fosse svelato annunciando il legittimo vincitore Moonlight. Cosa dobbiamo attenderci dalla serata condotta anche quest’anno da Jimmy Kimmel? Vediamo la prima parte dei pronostici.
Oscar 2018: le sfide tecniche
Dunkirk di Christopher Nolan è probabilmente il più deluso di questa Award Season. Nonostante l’ottimo incasso al box office mondiale e le recensioni positive, il war movie sull’Operazione Dinamo ha fino ad ora raccolto il consenso dei sindacati delle categorie tecniche, mancando però l’obiettivo in quelle principali; anche i connazionali gli hanno voltato le spalle, concedendogli un solo Bafta per il miglior suono. Nolan può consolarsi con la prima candidatura alla regia della sua carriera, dopo quelle ricevute per la sceneggiatura (Memento e Inception) e la produzione (Inception). Delle sue 8 nomination, Dunkirk può convertirne realisticamente al massimo 3: montaggio, sonoro e montaggio degli effetti sonori, categorie dove sono soliti prevalere i film di guerra, ma nelle quali però si scontrerà con l’amato heist musical Baby Driver di Edgar Wright.
In queste ultime due categorie, da non sottovalutare è poi Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve, favorito nella corsa per gli effetti visivi e la fotografia. Se tutto va come ci auspichiamo, il leggendario Roger Deakins, giunto alla 14esima candidatura e responsabile della fotografia di Sicario, Skyfall e L’uomo che non c’era, potrebbe finalmente portare a casa l’agognata statuetta per l’incredibile lavoro svolto per il sequel di Blade Runner, che ha sicuramente pagato lo scotto del flop al botteghino pur ottenendo 5 candidature.
Miglior montaggio: Jonathan Amos e Paul Machliss per Baby Driver (o Dunkirk)
Miglior sonoro: Alex Gibson, Richard King, Gregg Landaker, Gary A. Rizzo, Mark Weingarten per Dunkirk
Miglior montaggio sonoro: Richard King and Alex Gibson per Dunkirk
Miglior fotografia: Roger Deakins per Blade Runner 2049
Migliori effetti visivi: John Nelson, Gerd Nefzer, Paul Lambert and Richard R. Hoover per Blade Runner 2049
Già praticamente assegnato l’Oscar nella categoria in cui i biopic la fanno da padroni, ossia trucco e acconciature. L’ora più buia , dove assistiamo all’impressionante trasformazione di Gary Oldman in Winston Churchill, non ha rivali.
La forma dell’acqua di Guillermo del Toro, che ricordiamo vanta ben 13 nomination, dovrebbe agilmente conquistare l’Oscar per le scenografie. La favola dark del regista messicano è favorita anche nella colonna sonora che può già contare su Golden Globe e Bafta: Alexandre Desplat è pronto a bissare la statuetta conquistata con Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. Possibili sorprese potrebbero arrivare da Carter Burwell, autore della musica di Tre manifesti a Ebbing Missouri e Jonny Greenwood, collaboratore fidato di Paul Thomas Anderson anche per Il filo nascosto. L’intenso psicodramma del regista californiano rischia di restare a mani vuote, se non per gli splendidi costumi di Mark Bridges, già Oscar con The Artist, che rappresentano una componente fondamentale del film. Bridges ha conquistato il Bafta, ma ha ceduto a Luis Sequeira de La forma dell’acqua nel sindacato dei costumisti. Vedremo il 4 marzo chi la spunterà.
Infine, c’è la migliore canzone originale: poche speranze per Mighty River di Mary J. Blige, candidata anche come migliore attrice non protagonista per il film Netflix Mudbound diDee Rees e l’apprezzata Mystery of Love di Sufjan Stevens, scritta appositamente per Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. La sfida sarà tra le canzoni dei due film di maggior incasso della cinquina e quindi più popolari: Remember Me del film Pixar Coco e This is Me del musical The Greatest Showman di Michael Gracey con Hugh Jackman, firmata dal team di La La Land Benj Pasek e Justin Paul.
Miglior Trucco e Acconciature: Kazuhiro Tsuji, David Malinowski e Lucy Sibbick per L’ora più buia
Migliori scenografie: Paul Denham Austerberry, Shane Vieau e Jeffrey A. Melvin per La forma dell’acqua
Miglior colonna sonora: Alexandre Desplat per La forma dell’acqua
Migliori costumi: Mark Bridges per Il Filo nascosto o Luis Sequeira (La forma dell’acqua)
Miglior canzone originale: Benj Pasek e Justin Paul per This is Me (The Greatest Showman)
La volta buona per Gary Oldman
L’anno scorso l’unica sfida aperta fu Denzel Washington contro Casey Affleck, che perse il Sag ma alla fine vinse la statuetta per Manchester by the Sea. Quest’anno non sarà lui a consegnare, come da tradizione, l’Oscar alla migliore attrice 2018; ha rinunciato alla serata per non alimentare polemiche. Nel suo caso, l’accusa di molestie sessuali scattata dopo I’m still Here! si risolse in maniera extra-giudiziale, ma sull’onda dello scandalo Weinstein e dell’ascesa dei movimenti #MeToo e Time’s Up, Affleck è di fatto considerato persona non grata.
A meno di clamorose sorprese, che comunque l’Academy ama ogni tanto riservarci, rischia di essere piuttosto scontata la premiazione delle performance attoriali. Frances McDormand e Sam Rockwell, interprete protagonista e non protagonista di Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh; Gary Oldman, il Winston Churchill de L’ora più buia, e Allison Janney, la madre terribile di Tonya Harding in Tonya di Craig Gillespie hanno lasciato le briciole agli avversari, portandosi a casa i più importanti precursori: Critics’ Choice, Golden Globe, Bafta, ma soprattutto il riconoscimento del prestigioso sindacato degli attori Sag Award.
Margine risicato per Saoirse Ronan, protagonista di Lady Bird di Greta Gerwig e vincitrice del Globo della stampa estera come migliore attrice in una commedia. A 23 anni, e con già tre nomination in tasca, può comunque ritenersi soddisfatta. Sarebbe il primo Oscar per Sam Rockwell e Allison Janney – alla prima candidatura – e Gary Oldman, che invece è già stato in lizza con La talpa di Tomas Alfredson del 2011.
Frances McDormand, già premiata con Fargo del marito Joel Coen e del cognato Ethan, raggiungerebbe in caso di vittoria un prestigioso club di attrici formato da Vivien Leigh, Jane Fonda, Olivia de Havilland, Jodie Foster, Sally Field, Glenda Jackson, Luise Rainer, Elizabeth Taylor e Hilary Swank.
Miglior attore protagonista: Gary Oldman (L’ora più buia)
Migliore attrice protagonista: Frances McDormand (Tre manifesti a Ebbing, Missouri)
Miglior attore non protagonista: Sam Rockwell (Tre manifesti a Ebbing, Missouri)
Migliore attrice non protagonista: Allison Janney (Tonya)
Non mancante alla seconda parte dello speciale previsioni per gli oscar 2018.