Le Origini. L’arte al Trullo 227 è Pop Up

Trullo 227 è una rassegna di arte contemporanea e land art a cura di Graziella Melania Geraci che si tiene il 4 e 5 settembre 2021 dentro e intorno al Trullo Nicolò a Martina Franca (Taranto).

L’evento giunge quest’anno alla V edizione e riunisce intorno al tema Le Origini, le opere di Damiano Azzizia, Gianfranco Basso, Giovanni Battimiello, Pierluca Cetera, Sabino De Nichilo, Alessia Lastella, Ezia Mitolo, Pantaleo Musarò, Massimo Ruiu e Raffaele Vitto in un evento “pop up” di due giorni.

La novità dell’edizione 2021 è il blog dedicato alla rassegna che, aperto l’anno scorso, raccoglie la sua storia, le foto di Vincenzo Mattei e testimonianze video di chi abita il territorio sul tema Le Origini. Una finestra online che resta aperta a contributi futuri per mostrare uno spaccato della varia umanità che ha costruito e vive la Valle d’Itria: dai contadini agli industriali, dai professionisti ai politici, passando per i poeti ed i nuovi abitanti, provenienti da lontano.

La location e gli artisti di Le Origini Trullo 227

Il trullo è l’elemento simbolo del paesaggio locale, che ne rappresenta la storia e il genius loci. Attraverso la rassegna di arte contemporanea e land art Trullo 227, la sua identità viene messa in discussione: il Trullo Nicolò entra a far parte di una grande installazione con video, fotografie, quadri e sculture. La sua estetica classica e la sua tradizionale forma a cono, legata alla storia dell’architettura di tutto il bacino mediterraneo, diventano spazi inusuali per accogliere le opere degli artisti coinvolti. 

Lo scultore Sabino de Nichilo, originario di Molfetta ma romano di adozione, utilizza per la sua Revenant la ceramica lucida e dalle cromie sgargianti in combinazione con tronchi spiaggiati: una testimonianza di relazioni e comuni origini culturali ed allo stesso tempo la manifestazione di una rinascita e di una nuova vita. 

Massimo Ruiu presenta due opere che, nello spazio interno ed esterno del Trullo Nicolò, costruiscono una narrazione di simboli e parole: all’interno, Il tuffatore riprende la celebre lastra tombale di Paestum ed il simbolismo legato al tuffo come passaggio da una dimensione vitale ad un’altra per porla in relazione con il tappeto scuro sul quale frammenti ossei costruiscono le parole “CHE TREMENDE SPERANZE!”(citazione del romanzo di Maria Corti L’ora di tutti).

All’esterno, invece, riprende i simboli abitualmente dipinti sui coni degli antichi trulli realizzando l’immagine di una barca con decine di chiocciole raccolte nel terreno circostante. 

Le piccole e solitarie opere di Damiano Azizzia parlano di angoli di quotidianità arcaiche, identiche ed eterne, fisse nel tempo delle origini. 

Pierluca Cetera presenta I Fattori, due nudi dipinti ad olio su tela che ricoprono due sfere di gomma alte 75 cm, libere di girare e muoversi nello spazio.
L’opera simboleggia le dinamiche di incontro e scontro tra l’ “universo” maschile e quello femminile, legate a incontri e scontri, avvicinamenti e allontanamenti dovuti all’intervento di altre persone. Gli animali da fattoria, invece, legano le due figure all’oroscopo cinese e giocano sui molteplici significati della parola “fattore”.

I ricami di Gianfranco Basso richiamano memorie ataviche e si inseriscono nella sua indagine del rapporto tra spazio e individuo come luogo della memoria, ricalcando rituali legati al silenzio e alla meditazione. La lentezza ed il tempo dilatato del ricamo costruiscono immagini dalle atmosfere oniriche, personaggi attoniti in un universo di indifferenza e incomunicabilità.

La scultrice Ezia Mitolo ha realizzato l’installazione Scivoli o voli via, composta da 81 cervelli in terracotta smaltata, uno specchio ed un cumulo di pietre della valle d’Itria, in cui sono simboleggiate le infinite sfaccettature del pensiero, della psiche e dell’identità umana. Posta all’esterno del trullo, l’opera interagisce con l’ambiente: il sole del mattino scalda lo specchio, alcuni dei cervelli scivolano lungo la sua diagonale, lasciando una scia ed a volte cadendo sul terreno. 

Il pane di Raffaele Vitto, plasmato con la terra di Martina Franca, unisce in un solo gesto due bisogni primari, cibo e lavoro, ed allo stesso tempo porge un omaggio alla cultura contadina. Il “pane di terra” viene pesato e venduto al prezzo del pane di farina, per l’intima convinzione di Vitto che “l’artista si fa carico attraverso le sue opere di portare un messaggio e deve fare in modo che arrivi a più persone così permette a tutti di arrivare all’opera d’arte, al bisogno intimo e naturale”.

L’installazione del partenopeo Giovanni Battimiello, intitolata Li Cùnti, combina luci e suoni per costruire uno spazio, esterno al trullo, in cui le voci narranti (tratte dalle interviste del blog) si intrecciano senza ostacolarsi, scorrono fluide per costruire un racconto di suoni e ritmi della terra. 

Alessia Lastella ha realizzato un’installazione di land art attraverso le erbe (che vengono tagliate proprio in questo periodo) che si svincolano dal terreno alla ricerca di un percorso che le conduca verso l’alto, quasi a voler sfiorare il cielo, ma non potrà sottrarle al destino di tornare alla terra da cui hanno origine.

Infine Pantaleo Musarò all’interno del trullo ha posto un’installazione che, attraverso vari medium (video, fotografie e tavole), propone immagini di gocce che colano, come simboli di filantropia, rispetto, pietà e affratellamento, ovvero i valori legati alla vita morale e civile degli esseri umani.

All’esterno, invece, ha costruito Eleos: uno spazio circolare che richiama un’ara contadina e vi ha posto al centro un tronco di ulivo seccato dalla xylella (simbolo dell’uomo e della civiltà). La particolare vernice luminescente con cui è stata trattata l’installazione cambierà il suo aspetto al calare della notte, come i ricordi che diventano luci nel buio.

Al tramonto, Barbara Gortan legge le sue poesie entrando in sintonia con l’installazione, mentre Enzo Ferrari sussurra con le sue immagini momenti di vita quotidiana, riscoperta di origini chiuse in oggetti e luci che ci appartengono ora come in passato.

Le Origini – Trullo 227
4 settembre ore 17.00 
Trullo Nicolò 
via Ostuni 227
Zona M
Martina Franca (Taranto)
web: Trullo227
grazie.geraci@gmail.com