“Trovo che nulla sia più originale del proprio stato d’animo che erompe, si rompe, ritorna, fluisce. Nessuno può imitarlo, nessuno può viverlo come te, ma tutti possono ritrovarsi. La bellezza dell’arte è partire da sè per giungere all’altro, gettare un ponticello gentile“. Pasqualina Caiazzo
È un universo rosa quello che ci accoglie all’ingresso della Piccola Galleria Resistente di Antonio Conte, l’universo di Pasqualina Caiazzo che con le sue opere ci conduce per mano in un antro remoto e rassicurante, quel posto che fa da preludio alla nostra esistenza, quel posto in cui diveniamo carne e muoviamo i nostri primi passi verso la vita.

L’artista ci racconta così della sua rinascita, perchè rinascere è quasi necessario nella vita soprattutto quando ti ritrovi improvvisamente catapultata in un mondo che non riconosci più, dove non hai più quelle stesse libertà che ti accompagnavano ogni giorno. Nessun impegno, nessun incontro, nessuno scambio di odori, sapori, umori, parole, pianti o risate. Niente. La Pandemia ha calato un’ombra nera sul quotidiano di ciascuno di noi costringendoci ad una realtà che nemmeno negli incubi più paurosi avremmo mai potuto immaginare.

Così qualcosa dentro noi è morto, sepolto per sempre tra i ricordi di una vita che non riconosciamo più. Eppure per ogni cosa che muore, un’altra prende vita ed è così che in Pasqualina Caiazzo si è fatto strada quel desiderio e quel bisogno di rinascere a nuova vita, partendo dalle radici solide e sicure dell’utero materno. Quel posto che ci accoglie per nove mesi, che ci nutre, ci rende carne e ci proietta nel mondo senza che ci sia detto cosa fare e come farlo.
È così che le pareti della casa diventano involucro salvifico e quello che prima sembrava una prigione, diviene per la Caiazzo il punto di partenza. Osserva, si mette in ascolto di sè, recupera materiali, sente l’urgenza di raccontare nell’unico modo che conosce, ovvero l’arte, quel ritorno alla vita. Si ribella alla costrizione e si affida alla sapienza delle sue abili mani. Per lei il segno è elevazione dello spirito, trovarsi davanti ad un’opera della Caiazzo è come avere un incontro magico e misterioso con la sua energia creatrice, è un effluvio di chiaro scuri, diluci e ombre, di colori forti e prorompenti, è un grido, non certo di disperazione , quello che l’artista lancia nel mondo, è un grido che sa di presenza, che ripete incessantemente “io sono qua e se ci sei anche tu, insieme possiamo andare lontano“.

È la comunione delle anime che spinge infatti Pasqualina a ricercare anche nel suo modo di fare arte, una connessione con il prossimo. A dimostrazione di ciò l’artista non compie da sola questo viaggio. È di Alessandra Rimonti il corpo che porta in scena le visioni della Caiazzo ed è di Federica Pistone la voce che si eleva nella performance che le ha viste tutte insieme protagoniste alla serata inaugurale della mostra.
Oltre l’Utero è una performance ricca e intesa, un crescendo che ha visibilmente scosso e catturato gli astanti che sono rimasti ipnotizzati dai movimenti fluidi della ballerina e coreografa Rimonti perfettamente in sintonia e sinergia con la voce prorompente, calda, profonda e viscerale della Pistone.

Salvami e risolvimi, risolvimi e salvami. Queste le parole incise su una piccola tela bianca che la Caiazzo tiene tra le mani durante la performance Oltre l’Utero. Un’invocazione alla mamma di tutte le mamme, la Madonna, che l’artista rivela di sentire più vicina a sè, forse per quella naturale propensione a vederla umana e reale più di quanto, agli occhi di qualsiasi religioso, non appaia Dio stesso. In fondo la Madonna non era altro che una donna che ha conosciuto il dolore della vita, che si è scontrata con le crudeltà di un mondo che ha voluto fortemente la morte di quell’unico figlio che le era stato concesso e per quel figlio ha dato ogni cosa, ogni lacrima, ogni respiro, ogni battito, ogni sorriso e ogni rassicurazione. Perchè la mamma questo fa, sorride, rassicura e alla fine lascia che le cose fluiscano come devono, pur restando sempre accanto, senza mai ergersi a giudice.

Oltre l’utero, apri le finestre è un invito a guardare oltre e a guardarsi dentro, a ritrovare la forza per rinascere dal profondo, per risalire dalle difficoltà e dal dolore, un modo per scoprire nuovi universi in cui trovare lo spunto e la forza per risolvere quelle che sentiamo come nostre più intime mancanze e quando proprio tutto ci sembra impossibile sarà la mamma di tutte le mamme che ci salverà mostrandoci quella strada dietro le colline che aprira’ nuove finestre sul nostro mondo.
Oltre l’utero, apri le finestre
Opere di Pasqualina Caiazzo
04 – 19 Febbraio 2023
Piccola Galleria Resistente di Antonio Conte
Vico Santa Maria a Lanzati – Napoli Info 3490550376