Neapolis Mantra, Yorik, Cyop&Kaf, Quebradeira, Suonno d’Ajere, Lunetta Savino, Carlo Cerciello e tanto altro. Cosa succede in città, Napoli dal 2 all’8 marzo 2020

Purtroppo, la maggior parte degli eventi è stata annullata, ma la prima settima di marzo era all’insegna della musica, con Neapolis Mantra, Bruno Salicone Trio, i Ringe Ringe Raja, i Quebradeira, gli Ennò. E poi teatro, con Lunetta Savino, Carlo Cerciello e Simone Perinelli. Non manca l’arte contemporanea con Donatella Donatelli e Cyop&Kaf.

Neapolis Mantra: danza musica e parole – evento rimandato a data da definire

Il teatro Augusteo ospita, giovedì 5 marzo dalle ore 21:00 alle 23:00 Neapolis Mantra, un’opera multidisciplinare del regista e coreografo italo-africano Mvula Sungani, che porta in scena l’étoile Emanuela Bianchini e il maestro Enzo Gragnaniello.

La forza della danza si combina con una delle più potenti e intense voci black per comporre uno spettacolo globale di interazione e compenetrazione le arti, un’intensa lettura della cultura partenopea contemporanea.

Neapolis Mantra
giovedì 5 marzo dalle ore 21:00 alle 23:00
Teatro Augusteo
Piazzetta duca d’Aosta 263 – Napoli
Info: www.teatroaugusteo.it/

Se Lunetta Savino non può perdere tempo

Dal 6 all’8 marzo al teatro Sannazzaro Lunetta Savino porta in scena Non farmi perdere tempo, scritto e diretto da Massimo Andrei.
La ventisettenne Tina è invecchiata per una rara patologia e dimostra sessant’anni.

luneta savino

Ad un certo punto della sua vita, decide di affrontare e concludere molte delle faccende ordinarie e straordinarie, delle aspirazioni e passioni che ha sopportato, aspettato o rimandato per molto tempo. Perché è questa la chiave di tutto: il tempo stringe. E occorre conquistarlo, cercare “la possibilità”, con leggerezza, perché anche come gli eventi tristi spesso hanno un’altra chiave di lettura: quella buffa.

Non farmi perdere tempo
con Lunetta Savino
Teatro Sannazzaro
Via Chiaia 157
6/8 marzo 2020
scene Daniele Stella – costumi Annalisa Ciaramella
musiche Claudio Romano – aiuto regia Mario Zinno
produzione: ARTETECA – La Prima Americana – MATER
in coproduzione con Napoli Teatro Festival Italia
Info: www.teatrosannazaro.it

Yorik [unplugged]: lungo la linea – evento rimandato a data da definire

A Sala Ichòs dal 6 all’8 marzo ritorna la compagnia Leviedelfool con Yorick [unplugged], scritto, diretto e interpretato da Simone Perinelli, con le musiche originali di Massimiliano Setti e al violoncello Luca Tilli.

Uno spettacolo in cui, per dirla con le parole di Simone Perinelli «C’è una linea che divide il cervello in due emisferi. Una linea che separa il bene dal male, il sano dal malato, ciò che è consentito dire e ciò che è meglio tacere.
C’è una linea che è confine e divide le onde del mare: una linea che è frontiera.
C’è una linea che separa il presente dal ricordo e c’è un confine in ognuno di noi che separa l’abisso dell’irrazionale dalle fortezze costruite dalla ragione. C’è una linea che separa i vivi dai morti. Amleto, atto V scena I. Un cimitero qualsiasi in Danimarca. Scavando la fossa per Ofelia viene ritrovato il teschio che un tempo fu Yorick, il buffone di corte di re Amleto.
Svegliato dal “lungo sonno”, interpellato dal dramma, Yorick assiste dal sottosuolo allo spettacolo che si sta svolgendo proprio sopra di lui e intanto ci racconta il sottosuolo, il non visibile, ciò che si nasconde alla ragione umana, ciò che di solito riemerge nei sogni. Il sottosuolo di Yorick è uno spazio abitato dall’immaginazione, da un pensiero che è obliquo più che retto, da quei poeti definiti pazzi dall’altra versione dei fatti.
Il sottosuolo si nutre dello scorrere eterno del dramma in superficie.
Non è più il luogo della morte, ma quello della follia, dello sguardo sull’abisso

C’è una linea.
Il tempo passa e i significati al di là delle linee cambiano: quello che per un greco antico era un “invasato dal dio”, per un medievale un “posseduto dal demonio”, per la scienza psichiatrica diventa un “malato”.
Il tempo passa e i matti che una volta venivano allontanati via mare e affidati all’acqua, vengono rinchiusi. Il mare, metafora dell’instabile e dell’inquietante, diviene pozzanghera della terra e le sue onde divise in acque territoriali per delimitare anche sull’instabile le proprietà dell’uomo.
L’inconscio, eterna creazione di forme, diviene landa deserta da conquistare e civilizzare e la follia, figura cosmica, trasformata in difetto della ragione. Così in questo orizzonte reso piatto e arido dalla psicoanalisi e dalla psichiatria con il loro vano tentativo di codificare l’anima attraverso un balbettio di schemi, sintomi ed elenchi, ci sono ancora poche imbarcazioni che hanno l’ardire di salpare oltrepassando confini come se questi non esistessero realmente.
Sono matti, poeti o semplicemente immigrati clandestini.
Sono navi che trasportano anime pericolose perché a comandarle è una voce interiore che esce da un altoparlante di bordo. La voce di un teschio che si dice che un tempo fosse in grado di farci vedere dentro a quel fondo inesplorato e capace di scherzare su tutto, persino sulla morte
».

Sala Ichòs
Via Principe di Sannicandro 32/A
San Giovanni a Teduccio (NA)
Fermata metro linea 2: San Giovanni a Teduccio – Barra
Lo spazio è dotato di ampio e gratuito parcheggio.
Info e prenotazioni: 335 765 2524 – 335 7675 152 – 081275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17)
Orari: venerdì e sabato ore 21; domenica ore 19

Scannasurice, un viaggio all’inferno con Enzo Moscato e Carlo Cerciello

Dal 29 febbraio fino all’8 marzo il teatro Elicantropo vede in scena Scannasurice, il testo che nel 1982 segnò il debutto di Enzo Moscato come autore e interprete.

Ambientato dopo il terremoto del 1980 a Napoli, Scannasurice è una sorta di discesa agli “inferi”, di un personaggio dall’identità androgina, nell’ipogeo napoletano dove abita, all’interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità, in compagnia dei topi – metafora dei napoletani stessi – e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella ‘mbriana al Munaciello, tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente.

Il personaggio di Scannasurice si prostituisce, è originariamente, un “femminiello” dei Quartieri Spagnoli di Napol.

Ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità, quasi mitologiche. Oltre l’identità sessuale, sono quasi magiche. Per questo ne è interprete un’attrice che del personaggio esalta l’ambiguità e l’eccesso.

In un dialetto lirico e suggestivo, tra oscenità e il sublime, imprecazioni, filastrocche popolari e antiche memorie, lo spettacolo si costruisce intorno alla Parola. Cerciello coniuga qui i due finali scritti da Moscato in due momenti successivi: il primo nel 1982, il secondo, su impulso di Annibale Ruccello che ne fece la regia due anni dopo.

Fino a domenica 8 marzo 2020
Teatro Elicantropo
vico Gerolomini 3, 80138 Napoli
spettacoli dal giovedì al sabato ore 21 – la domenica ore 18 – per informazioni e prenotazioni 3470552551 3491925942 081296640
intero 10€ euro – ridotto studenti 8€
scena RobertoCrea – costumi DanielaCiancio
musiche originali PaoloColetta disegno luci Cesare Accetta
suono HubertWestkemper aiuto regia Aniello Mallardo
assistente alla regia SerenaMazzei
una produzione Elledieffe e TeatroElicantropo

Cyop&Kaf: nel cuore del sottosuolo, c’è l’Archeologia dell’Avvenire

Il duo artistico Cyop&kaf festeggia il suo venticinquesimo anno di attività con Solidi – Archeologia dell’Avvenire, una mostra tridimensionale e multisensoriale. Sessanta opere che interagiscono con un pezzo dell’antico acquedotto augusteo del Serino, oggi fondamenta del palazzo Peschici-Maresca, in via Arena della Sanità.

Nel sottosuolo, tra gli antichi archi di mattoni rossi dell’acquedotto augusteo, le installazioni in terracotta “affogate” nel cemento costruiscono l’Archeologia dell’avvenire, ovvero la fitta relazione tra queste opere e il posto che le ospita. Il percorso è un indiscriminato andare avanti e indietro nel tempo che cerca di stanare un presente più che mai “indicativo”, accompagnato da un brano dj 2Phast.

Per dirla con i loro creatori: «Solidi è un film di fantascienza di infimo ordine. Inizia con una tempesta incandescente che riduce a poche centinaia la nostra specie. La terra, cotta, andando a spegnersi imprigiona in un inconsapevole ultimo atto molti esseri viventi (il flashback pompeiano è pressoché immediato). Anni dopo un’equipe di archeologi scavando trova. Cosa? Pezzi di mediaevo, vuoti da cementificare: è la loro più ghiotta occasione di capire chi (o cosa) siamo stati in questo sprint di partenza del ventunesimo secolo rivelatosi poi, a ben vedere, un rush finale senza vincitori».

Acquedotto Augusteo del Serino
via Arena della Sanità, 5
lunedì chiuso – martedì > venerdì • visite su prenotazione min 10 persone
sabato e domenica • h 10:30 / 13:00 prenotando al +393407031630

Be That Woman: la Mitologia Contemporanea di Donatella Donatelli

Apre al pubblico il 4 marzo 2020 alle ore 17,00 nella Sala delle Veneri – del Museo Archeologico Nazionale di Napoli l’installazione fotografica di Donatella Donatelli dal titolo Be that woman – Mitologia Contemporanea.

La mostra, a cura di Chiara Reale, sarà visitabile fino al 30 marzo.
Dodici donne, allo stesso tempo sconosciute e icone dell’immaginario contemporaneo costruiscono una visione moderna dell’essere femminile, che si emancipa dai riferimenti classici per divenirne complementare. L’installazione “sostituisce” la Venere Callipigia (in prestito fino a giugno 2020) prendendone fisicamente il posto, contornata dalle altre opere greco-romane di inestimabile valore storico-artistico che omaggiano l’essere femminile.

Una combinazione tra l’accezione classica di femminilità intesa come bellezza, leggiadria e fecondità ed il nuovo universo iconografico costruito dall’artista, in cui la donna è anche anche simbolo di forza, sapienza, diversità, accoglienza, multietnicità, tolleranza.

Be that woman – Mitologia Contemporanea
MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Piazza Museo 19, Napoli
Aperto tutti i giorni (chiuso il martedì)
ore 09.00 – 19.30, Le operazioni di chiusura iniziano alle 19.00
www.museoarcheologiconapoli.it

Quebradeira e Ringe Ringe Raja: doppio Appuntamento al Dopoteatro – la rassegna Brasigna è rimandata a data da definire

Continuano gli appuntamenti musicali al Dopoteatro: mercoledì 4 marzoi Ringe Ringe Raja e venerdì 6 marzo i Quebradeira con Dj Armi.

I Ringe Ringe Raja, nella formazione composta da Massimiliano Sacchi (clarinetti), Giulio Fazio (fisarmonica), Marco Di Palo (violoncello), propongono delle inedite contaminazioni di Swing e Kletzmer, la tradizionale “musica da festa” ebraica dell’Est Europa. U viaggio attraverso il repertorio tradizionale, dalla Russia alla Grecia, percorrendo i Balcani sotto lo sguardo benevolo di Manush, il dio del vento.

I Ringe ringe raja

Si tratta di musiche antiche, dimenticate dai grandi flussi di comunicazione, di cui i Ringe Ringe Raja esaltano le melodie espressive, il loro richiamarsi alla voce umana, al riso ed al pianto. Tra giochi improvvisativi e rigore formale, è impossibile non cedere alle lusinghe dell’impulso ritmico.

Nato all’interno delle comunità ebraiche dell’Europa orientale, il Kletzmer è giunto negli Stati Uniti grazie agli immigrati di lingua yiddish che vi si trasferirono nella prima metà del Novecento, ed è evoluto combinando le strutture melodiche, ritmiche ed espressive originali con il Jazz statunitense.

Venerdì 6 marzo, si rinnova l’appuntamento con Brasigna la rassegna di musica brasiliana a cura di Nenne Martongelli.

Protagonisti della seconda serata musicale sono i Quebradeira, nella formazione composta da: Gino Latino (timbau, charuto, repinique, bongos), Enzo Ambrosio (timbau, caixa), Cristiana Luna Sannino (caixa, timabu), Diego Alterego (surdu, primeira), Mastro Novizio (surdu, terceira, ganzà), Marino Robinson (tarol, caixa), Tony Vitiello (rullante e caixa).

Quebradeira
I Quebradeira

I Quebradeira sono il primo di gruppo di Samba nato a Napoli, il loro nome significa “schianto” e le loro performance musicali sono come una goccia che smuove un’anima a volte assopita, risvegliando le energie primordiali e quell’allegria senza confini che solo i colori e la musicalità del Samba Bajano sanno trasmettere in modo così forte.

Il Samba ha origine a Salvador di Bahia, luogo in cui venivano sbarcati gli schiavi rapiti nell’Africa occidentale. In esso si fondono il Candomblé, la religione afro-brasiliana in cui convivevano sincreticamente i diversi culti africani dopo la cristianizzazione forzata degli schiavi, le loro tradizioni musicali, i ritmi delle liturgie delle differenti divinità. Un’origine umile, che ha relegato il samba originario alla marginalità sociale ed all’affinità con la delinquenza comune ed al disturbo sociale.

Dj Armi

A seguire dj set con DJ Armi e Gino Latino alle percussioni: Latin Beat tra Salsa, Rumba e Tribal house per chiudere la serata a tutto ritmo.

Per l’occasione il Dopoteatro propone i cocktail Brasigna e O Zahir, ispirati alla rassegna, e la coxinha, il popolare antipasto brasiliano.

Per entrambi i giorni, l’ingresso è libero ed è previsto uno sconto sui drink per chi presenterà alla cassa il biglietto del Teatro Bellini.

Serata Jazz e Jam Session al Santa Cecilia Jazz Club

Il Bruno Salicone Trio formato da Bruno Salicone (piano), Francesco Galatro (contrabbasso) e Rocco Sagaria (batteria) presenta, martedì 3 marzo 2020 alle 21 al Santa Cecilia Jazz Club, l’ultima fatica discografica, intitolata Happy.

Concepito in solco modern jazz, ma dalle evidenti influenze che ammiccano al contemporary jazz, Happy è un disco energico, dal sound caldo, avvolgente, in cui Bruno Salicone e i suoi compagni di viaggio si prefiggono l’obiettivo di far emergere una propria identità musicale corroborata da una personalità piuttosto marcata.

Martedì 3 Marzo 2020 h 21
Ingresso al concerto con prima consumazione euro 10, seconda consumazione libera: drink e bibite a partire da 3 euro.
E’ possibile prenotare la cena in convenzione euro 15 incluso drink e concerto.
Evento riservato ai Soci ARCI – Club Santa Cecilia.
A conclusione del concerto, alle 23, prenderà inizio la consueta jam-session aperta a chiunque desideri partecipare.
Ingresso alla Jam Session euro 5 con prima consumazione inclusa.
Seconda consumazione libera: drink e bibite a partire da 3 euro.
Per informazioni 081 406800 presso Hotel Toledo adiacente la Sala Santa Cecilia Napoli
prenotazioni WhatsApp al 3357466327.
Sala Santa Cecilia Napoli Jazz Club
Via Montecalvario, 34

All’Ennò, dal ‘600 ad oggi con i Suonno D’Ajere

Il progetto musicale dei Suonno d’Ajere nasce nel 2016 dall’esigenza di conoscere e approfondire ciò che la città di Napoli ha prodotto nella sua storia musicale vocale.
Pur partendo da esperienze musicali diverse, che spaziano dal jazz alla musica leggera, alla musica popolare e a quella classica, la loro ricerca esplora il repertorio canoro napoletano dal ‘600 fino ai nostri giorni.

In equilibrio tra passato e presente, con un’esecuzione contemporanea ma che tiene i piedi saldi nella tradizion, i Suonno d’Ajere cercano un’tra il popolare e il colto, rappresentativa del continuo scambio tra i due mondi, punto cardine della musica partenopea.

Ennò
Via Bellini 43
Suonno d’Ajere live
Venerdì 6 marzo ore 22
Entrata libera