Io compro campano, il gruppo Facebook che sostiene l’artigianato locale

Una vetrina per le piccole aziende e artigiani locali. Stiamo parlando di Io compro campano, un gruppo Facebook che nel giro di un mese ha quasi raggiunto i 20.000 iscritti e continua a crescere al ritmo di centinaia di nuove adesioni al giorno.

Il gruppo, fondato da Roberta Iacoletti insegnante e cultrice di talenti, nasce dall’amore per la nostra terra e ha il solo scopo di promuovere la creatività, il commercio, i prodotti locali puntando a rinforzare i piccoli negozi di paese e di quartiere, le aziende campane e tutte quelle realtà che aiutano l’economia locale, facendo conoscere alle persone alternative etiche e di qualità alla grande distribuzione organizzata. In un momento in cui il commercio fisico è fortemente penalizzato, per non soccombere bisogna trovare vie alternative.

Conoscere, apprezzare e amare le eccellenze del nostro territorio sono i primi passi di un percorso fondamentale, che ci permette di rivedere le nostre abitudini di acquisto, riappassionarci alle nostre tradizioni e alla ricerca della qualità e del bello e, infine, di riappropriarci della nostra ricchezza materiale e immateriale. Si tratta di un percorso di consapevolezza, dunque, di cui la vendita è solo una parte, in cui riscoprire l’orgoglio di essere campano.

Dal gruppo e non solo, sono arrivati man mano diversi collaboratori, tutti volontari innamorati del progetto, tra cui l’artista Luigi Masecchia, copromotore del progetto, Giuseppe Orefice del comitato esecutivo nazionale Slow food, Marinella Molisso, Elena Galdo e Federica Fiorentino.

 «La chiusura di un negozio storico è una sconfitta per tutti – scrive Roberta Iacoletti – il rischio è di far diventare i nostri paesi e le nostre città dei dormitori. I soldi spesi nei negozi locali, dagli artigiani o dalle aziende agricole invece arricchiscono indirettamente tutti, perché le aziende locali reinvestono sul territorio».

Ed è per questo che il gruppo punta a creare una forte rete tra artigiani campani che possano autorganizzarsi per fare fronte comune e diventare più forti.

«Inoltre c’è l’aspetto culturale – prosegue Roberta – la nostra Regione ha dei saperi manuali antichissimi, un patrimonio culturale immateriale che abbiamo il dovere di tramandare, perché fa parte dell’eredità che dobbiamo lasciare ai nostri figli.

Far morire le produzioni locali significa perdere delle conoscenze fondamentali per il nostro futuro e diventare dipendenti da altri territori dove magari la manodopera costa meno e non ha i nostri diritti».
Oggi, se da una parte la spesa locale diventa un atto rivoluzionario, dall’altra è impensabile per un’azienda non sapersi proporre anche online. La rete serve a questo, a promuovere tutte quelle iniziative commerciali, culturali e solidaristiche che mandano avanti la nostra Regione e ci riportano a quell’economia umana, personale e di prossimità, basata sulla rispettabilità e i rapporti di fiducia.

https://www.facebook.com/groups/iocomprocampano