Intervista a Lucio Massa, produttore e sceneggiatore del cinema italiano

Abbiamo realizzato un’intervista con Lucio Massa, sceneggiatore, produttore, organizzatore di un festival a Roma, figura poliedrica del cinema italiano più borderline, quello che ama il genere e rifugge l’intellettualismo fine a se stesso, ma capace di parlare a un pubblico ben al di fuori degli angusti confini nazionali. Il cinema che Lucio Massa realizza può piacere o no, ma di sicuro non lascia indifferenti, ed evidenzia come la creatività possa sopperire alla ristrettezza dei mezzi e agli ostacoli di varia natura che sorgono quando ci si inoltre nell’angusto ma eccitante sentiero che porta alla creazione di un film.

Ciao, innanzitutto presentati ai lettori di Whipart: chi è Lucio Massa? Come arrivi a lavorare nel mondo del cinema?

Lucio Massa nasce come appassionato di cinema horror e di serie B soprattutto italiano. Fin da piccolo ero affascinato dai ‘caratteristi’ del cinema italiano, attori con dei visi da cinema che purtroppo non esistono più. Oggi tutto è molto uniformato ed omologato. Nel 2004 mi occupai dell’ufficio stampa dei 3 volti del terrore (secondo lungometraggio di Stivaletti) e da li presi i primi contatti con un certo cinema. 

I primi lavori che scrivi e produci sono Hippocampus M 21th e un nuovo episodio della saga Violent Shit, due horror estremi che hanno avuto anche distribuzione all’estero almeno in homevideo. La scelta di iniziare con questa tipologia di film nasce da una passione personale oppure per la facilità con cui si vende l’horror?

Sì, nel 2014 ho partecipato alla produzione di due film estremi come Hippocampus M 21th e il reboot di Violent Shit. Entrambi distribuiti dalla 8 film di Steve Aquilina all’estero. Inizialmente è stato un misto tra passione e scelte di mercato.

Tu sei produttore cinematografico, una professione che in Italia oggi appare quasi eroica, soprattutto se non si gode dei finanziamenti televisivi e statali: ci racconti in breve la tua esperienza? Quali sono le difficoltà maggiori che incontri quotidianamente nel tuo lavoro?

Io sono cresciuto nel mito della Filmirage di Joe D’Amato che aveva realizzato una piccola factory all’inizio degli anni 80. L’idea di produrre in modo indipendente dei film ti da la possibilità di farli come li vuoi e di non fare compromessi con nessuno. Questo è un grosso vantaggio e privilegio, ma devi poi anche cercare di rientrare dei costi che è il problema principale del nostro lavoro. Per fortuna c’è una nicchia di persona che ricerca ancora dei prodotti estremi da collezionare. I produttori indipendenti non ci sono più, ma in giro per il mondo tante persone cercano di produrre e autoprodurre il proprio lavoro. Il problema principale è mantenere una qualità elevata del prodotto finale.

Sei uno degli organizzatori dell’Hacker Porn Film Festival che si tiene a Roma: dal tuo punto di vista privilegiato ti sembra che il cinema hard sia stato definitivamente sdoganato nell’ambiente ufficiale o ci sono ancora resistenze? In Italia esperienza di questo tipo dedicate al cinema erotico e pornografico si stanno moltiplicando sempre di più, penso anche al Fish & Chips di Torino.

Beh HPFF nasce proprio per ‘hackherare’ il sistema. Un sistema che è ancora molto perbenista ed ipocrita. Il modello culturale del post porno come strumento politico per liberare i corpi ed affermare un modo di raccontare ciò che la televisione e la società globalizzata non vuole vedere o vuole cercare di normalizzare. Anche a Torino stanno facendo un festival interessante ed è positivo che ci siano realtà differenti che cercano di parlare e di far vedere porno.

A proposito di cinema hard “sui generis”, hai prodotto Oltre la follia di Luigi Zanuso, personaggio unico del panorama italiano (e non solo), e Sexual Labyrinth e Female Touch della misteriosa Morgana Mayer: cosa ci puoi dire di questi film? Soprattutto per i film targati Mayer, che non ho visto, ho letto arditi paragoni ad esempio personalità come Alberto Cavallone, un genio troppo misconosciuto del nostro cinema degli anni Settanta…

Beh dopo Violent Shit ho iniziato a pensare che il modello che volevo seguire era quello sperimentato in Hippocampus, ma spingendomi oltre. Ed ecco l’incontro con Luigi Zanuso. Con l’Atomico abbiamo scritto e realizzato Oltre la Follia un film incredibile ed unico al mondo. Alla proiezione fatta durante il festival di Berlino ci hanno fatto 1 ore e mezza di domande! Incredibile. E poi a Berlino l’incontro di Morgana Mayer e una serie di film che indagano la sessualità dal punto di vista dell’assurdo e del surreale: Sexual Labyrinth e Female Touch. In cui l’antiporno, la musica e l’antinarrazione spingono lo spettatore verso il disagio e l’abbandono della confort zone.  Questi due film sono stati dedicati a Joe D’Amato e Alberto Cavallone. Devo dire che considero Cavallone un genio della narrazione con visioni surreali incredibilmente audaci.

Chiudiamo con la classica domanda sui progetti futuri: cosa c’è in ballo prossimamente? Proseguirai nell’hard d’autore, tornerai all’horror puro, ma soprattutto passerai prima o poi alla regia in prima persona o preferisci rimanere “dietro le quinte”?           

Io preferisco rimanere dietro le quinte e dedicarmi a scrivere, preparare e promuovere i film. Il prossimo progetto sarà sempre con Morgana Mayer e sarà il completamento di Female Touch: Male Touch in cui indagheremo un punto di vista maschile sulla ricerca del piacere. Un maschile queer in cui vi è una fluidità di corpi e generi fino ad arrivare all’identità di specie.