996. Le arance, quelle buone: Every brilliant thing in scena al Teatro Nuovo

Sotto il riflesso di una luna nuova, in una serata piovosa ma inaspettatamente speciale, il Teatro Nuovo ha saputo regalare ai suoi ospiti intense emozioni, ricordandoci la bellezza della vita, con la sua semplicità e le sue piccole sfaccettature. “Every brilliant thing – Le cose per cui vale la pena vivere” di Duncan Macmillan.

Diretto da Fabrizio Arcuri e co-diretto ed interpretrato da Filippo Nigro, è uno spettacolo-sorpresa, autentico ed “illuminante”, al pari di tutto ciò che ci circonda e che spesso diamo per scontato. Il giorno prima della felicità, così scriveva Erri De Luca in una sua opera ambientata nella Napoli del dopoguerra, tramite gli occhi di Smilzo. Tutte le cose belle della vita, racchiuse in una lista.

Every Brilliant Thing, foto Daniele Fona
Every Brilliant Thing, foto Daniele Fona

Sin dall’ingresso in platea, lo spettatore è intercettato dallo sguardo attento di Nigro, impegnato a “studiare” i suoi personaggi. Non appena ho preso posto vicino ai miei amici, un gentil signore ci ha porto tre bigliettini con su scritto un numero e una frase: a me è capitato “996. Le arance, quelle buone”. La curiosità è cresciuta sempre più, finché lo spettacolo è iniziato in maniera prorompente, quasi con il suono graffiante di un giradischi.

L’attore ha interpretato in modo magistrale l’evoluzione di un ragazzo che deve imparare a gestire la depressione della madre, senza lasciarsi sopraffare da essa. Tale tema delicato è stato trattato con estrema raffinatezza, quasi a rammentare che il male di vivere può esser alleviato proprio dall’arte e dal confronto con gli altri. In un gioco introspettivo e al contempo condiviso con la platea, il protagonista si racconta in un flusso continuo di coscienza alternato dall’invocazione di alcuni numeri. Questi corrispondono ai bigliettini di ogni spettatore e compongono la lista delle cose per cui vale la pena vivere che il ragazzo stila per la madre tormentata.

Ognuno di noi ha quindi decantato le piccole e grandi cose che ci possono rendere felici, dal gelato (posto al numero uno) all’odore dell’erba, dalla sensazione di perdersi alla colazione a letto la domenica mattina. Personalmente ho trovato questo “stimolo della memoria” un esercizio ironico ed importante perché tutti dovremmo scrivere ogni giorni una lista della gratitudine, per imparare ad emozionarci sempre come i bambini e a non dare nulla per scontato. Il male di vivere è, purtroppo, un insidioso nemico che attanaglia le nostre vite frenetiche e ci costringe a pretendere sempre di più, inducendoci a tralasciare l’essenziale.

Every Brilliant Thing, foto Daniele Fona
Every Brilliant Thing, foto Daniele Fona

Questo spettacolo ha davvero trascinato il pubblico nel vortice delle mille emozioni della vita, sollecitando anche una piccola riflessione. Ho trovato riuscita la trasposizione del testo nell’ottica di coinvolgere e di eliminare le barriere del palcoscenico, facendoci sentire integralmente parte dello spettacolo, toccando con mano e guardando negli occhi il protagonista.

Non è facile trattare il tema della depressione con lo sguardo di un bambino che diventa poi uomo e spera di non essere anche lui preda di essa. Ancor più difficile è rendere questa tematica appassionante e trascinante senza tediare il pubblico e, anzi, coinvolgendolo in prima persona. Ecco che l’attore ha convocato tra gli spettatori coloro che potessero corrispondere ai ruoli di un veterinario, la prima persona da cui il protagonista apprende il dolore per la perdita del cagnolino, del padre, della psicoterapeuta, della moglie Sam. Tutti loro si sono ritrovati a condividere con Nigro l’emozione di un dramma trattato con leggerezza, tra le risate dell’improvvisazione teatrale.

Il tutto è stato reso ancor più interessante dal confronto diretto post spettacolo, con Filippo Nigro davanti al Teatro Nuovo. L’attore ci ha spiegato la nascita di questo testo e delle musiche straniere, della scelta delle scene-gioco con i singoli personaggi, di come ogni spettacolo sia a sé ed offra sempre nuovi spunti. Non un velo di tristezza ma una continua esortazione alla meraviglia. Grazie, perché sicuramente nella mia lista delle cose per cui vale la pena vivere contemplo anche spettacoli come questo.

Every Brilliant Thing, foto Daniele Fona
Filippo Nigro, Every Brilliant Thing

Every Brilliant Thing- Le cose per cui vale la pena vivere

13 Aprile – 16 Aprile
di Duncan Macmillan
traduzione Michele Panella
impianto scenico e regia di Fabrizio Arcuri
co-regia e interpretazione di Filippo Nigro
oggetti di scena di Elisabetta Ferrandino
cura tecnica di Mauro Fontana
una produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG/Sardegna Teatro

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