Abbiamo apprezzato il dott. Russo Krauss per i sui scritti sulla salvaguardia dell’ambiente e la tutela del territorio, per il suo impegno per l’educazione sanitaria ed alimentare, per il suo attivismo sociale e per la sue capacità di analisi sulle grandi contradizioni che caratterizzano il nostro modello di società e perfino come compositore musicale. Non lo conoscevamo come autore letterario. Eppure, in un determinato momento della sua vita, ha scritto Come la luce dell’alba un romanzo di 350 pagine dedicandolo “A tutti coloro che lottano per un mondo migliore”
Questo romanzo ha radici negli anni postconciliari in cui l’universo cattolico era in fermento. Nascevano le prime comunità di base. Da ricordare quella di Don Franzoni, quella della comunità di Sant’Egidio di Andrea Ricciardi. “Preghiera, poveri e pace” erano i punti di rifermento di queste comunità. Il mondo cattolico, grazie al concilio vaticano II, prenderà coscienza della propria funzione sociale oltre che ecumenica e spirituale, rapportandosi ai numerosi problemi che attanagliavano il mondo di quel tempo e che rischiavano di allontanare i fedeli dalla Chiesa.
Laici cristiani e molti giovani sacerdoti nel giro di pochi anni diffonderanno le loro esperienze in diversi ambienti studenteschi e di volontariato. Si concretizzeranno attività a favore degli emarginati. Nei quartieri più degradati iniziò un lavoro di sensibilizzazione che porterà alla nascita di nuove comunità. Saranno organizzati: doposcuola per i bambini disagiati, assistenza legale e sanitaria, assistenza sindacale. Anche nel convento frequentato dell’autore, nei pressi di casa sua, avveniva questa trasformazione.
In certi contesti, però, si scontravano ancora due modi di essere cattolici: quello preconciliare legato alla tradizione,alle rigide regole clericali inerenti alla secolarizzazione e quello della chiesa del rinnovamento che si rivolgeva anche ai problemi reali della gente, più consona alle problematiche reali e meglio recepita dai fedeli. Molti sacerdoti colsero in pieno lo spirito conciliare. I giovani che frequentavano la chiesa e il convento si adeguarono subito al nuovo corso, guidati da questi sacerdoti e da fratelli progressisti. Si organizzeranno manifestazioni per la pace; era l’epoca della guerra del Vietnam e dei suoi orrori. Si studiarono strategie e comportamenti per accrescere l’ attenzione ai disagi sociali e alla fame del mondo. Si avviarono studi sui problemi ambientali con le conseguenti speculazioni edilizie. Si cantava, si pregava, si organizzavano manifestazioni pacifiste, si lottava per l’obiezione di coscienza di cui l’autore fu uno “stendardo”. Si cercava di aiutare anche materialmente le famiglie più indigenti. Si cercavano di svegliare e sensibilizzare le coscienze imbalsamate da un vecchio clero formale e integralista risvegliando l’amore verso gli ultimi e ridando ai cristiani il messaggio evangelico di amore verso prossimo.
L’opera è strutturata secondo i canoni tradizionali del romanzo. Pur non essendo un’opera storica o autobiografica, l’autore è riuscito a condensare quelle che sono state le proprie basi formative e i trascorsi personali di giovane medico in contesti difficili, sullo sfondo della società del tempo.
La maggior parte dei fatti e dei protagonisti sono di fantasia anche se nel romanzo sono presenti alcuni nomi di personaggi che hanno avuto una partecipazione reale nella vita dell’ autore. Sono citate alcune persone veramente esistite e fra tutte desidero ricordare il sacrestano “Pierino” un vero angelo del Signore che per circostanze oscure si rese protagonista di una terribile tragedia. La stessa tragedia che si troverà ad affrontare il protagonista all’ inizio del romanzo.
L’opera è ambientata agli inizi degli anni 70, nei giorni del sacco edilizio della zona di Pianura quando in pochi mesi un’area ridente ed agricola venne interessata da una speculazione edilizia senza regole e senza freni. I palazzi sorgevano come funghi privi di licenza edilizia e senza nessuna prospettiva di servizi sociali. Una zona di poche migliaia di abitanti si popolerà in modo sproporzionato creando un contesto socialmente difficile. Da stime approssimative la densità abitativa sarà altissima e vi risiederanno circa ottantamila abitanti; era un villaggio agricolo, uno degli antichi casali, fu trasformato in una giungla di cemento priva di servizi sociali. Sarà anche per anni teatro di lotte fra malavitosi per il dominio del territorio con vittime innocenti, con danni enormi all’ economia e allo sviluppo civile della zona.
Mi auguro che questo romanzo sia di sprone per tutti e particolarmente per le nuove generazioni affinché possano avere uno spaccato di quei periodi di lotta e spiritualità di cui spesso è priva la società contemporanea, distratta e avvelenata dal presunto buon senso di un certo” mondo al contrario”.
Il romanzo si struttura in 12 capitoli. La lettura è molto scorrevole e di semplice comprensione ed è anche condita con colorite espressioni in napoletano (Camilleri docet). Il protagonista è Sergio, un giovane prete agostiniano di estrazione borghese che dalla tranquilla diocesi di Sorrento agli inizi degli anni ‘70 si troverà coinvolto nella realtà sociale e cruda di un convento di Pianura circondato da confratelli molto diversi fra di loro che pur animati da spirito cristiano si trovavano su posizioni differenti. Entrerà in contatto con una realtà terribile a lui sconosciuta se non per “sentito dire”. Una società dove stenti e miseria erano il pane quotidiano. Già dal primo capitolo il giovane frate si troverà testimone di una terribile tragedia, il suicidio del proprietario di una masseria. Un episodio che scuoterà profondamente la coscienza sua e dei suoi confratelli. Si troverà in un contesto sociale terribile di persone che vivono in baracche senza servizi igienici, senza la più elementare istruzione eppure in un mondo di umanità e solidarietà.
Alcune donne, seppur sgomente da quel terribile spettacolo, avranno subito un gesto di amore e di pietà per quello sventurato. La prima richiesta al sacerdote è quella di concedergli i conforti religiosi “e datencillo stu sacramento! A Benedizione”.
Un conforto che si sarebbe dovuto negare secondo la legge canonica ad un suicida. Una scelta che padre Sergio opererà senza esitazione. Il romanzo si svilupperà sulla solidarietà verso coloro che subiscono la prepotenza e l’inganno di speculatori senza scrupoli. Il giovane agostiniano si prodigherà per quella povera gente, coinvolgendo i frati e alcuni giovani parrocchiani con cui darà inizio ad un’ azione sociale che si svilupperà su più settori, per alleviare le sofferenze e le difficoltà reali di quelle povere persone. Si troveranno a combattere contro la dispersione scolastica e contro le speculazioni camorristiche. Lotteranno per il rispetto dei diritti sindacali, per il diritto all’assistenza sanitaria e nello stesso tempo avranno esperienze personali che li aiuteranno nella loro crescita umana. Il loro ideale di vita e d’amore li spronerà a togliere acqua alla camorra che nel degrado e nella miseria sviluppa i propri loschi affari. Tutto questo sullo sfondo di un’Italia in grave crisi energetica e in pieno confronto ideologico per i diritti civili, in primis la legge sul divorzio.
Come la luce dell’ alba
Romanzo di Pio Russo Krauss
Edizione : La valle del tempo 2023
I fondi raccolti con il romanzo saranno devoluti a Il Camper che gestisce il Centro Buglione per i senza fissa dimora.
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