Boldini il pittore delle belle donne
Giovanni Boldini è stato l’artista che ha saputo raccontare meglio di altri la Belle Époque.
Soprattutto ha descritto le donne con uno sguardo appassionato.
«Le donne di Boldini sono nature flessuose e disinibite che mostrano senza reticenza un modello di bellezza erudito e, spogliandosi, affermano la loro autodeterminazione di individui maturi e emancipati, pienamente consapevoli della propria femminilità. Nature fantastiche e conturbanti, raggiungono eccitate lo studio dell’artista, impazienti di sfuggire al protocollo dei loro palazzi, di slacciare i rigidi corpetti di stecche di balena, per abbandonarsi, libere finalmente, nel tepore del boudoir, di sentirsi loro stesse protagoniste, ammirate e soprattutto comprese, di fronte al “fauno”, a quel piccolo uomo al quale non sanno tacere i loro più reconditi desideri. (Tiziano Panconi)
Nato a Ferrara nel 1842, Giovanni Boldini è figlio d’arte. Suo padre era un pittore restauratore, così come due dei suoi fratelli, Domenico e Girolamo. Frequenta l’accademia d’arte di Firenze e i caffè artistici e letterari di quella città, dove sarà influenzato dalla pittura impressionista ed ha l’opportunità di conoscere molti Macchiaioli, fra cui Giovanni Fattori. Pur facendo tesoro delle loro tecniche, le sue opere rimasero sempre autonome.
Boldini a Parigi
Era molto amico degli italiani che frequentavano la capitale francese di quel tempo, fra i quali De Nittis e Zandomeneghi. Boldini era mal sopportato da Monet per i prezzi esorbitanti che riusciva ad ottenere per le sue opere nelle aste e per il successo che riscuoteva nella ricca borghesia parigina.
Questa diffidenza degli Impressionisti fece molto male all’artista, anche perché cucì addosso al pittore l’etichetta di ritrattista di maniera della nobiltà e della borghesia. Giudizio che ha condizionato molto la sua opera e che solo ultimamente la critica è riuscita, in parte, a superare.
I suoi amici famosi
Viaggiò molto, conobbe i più grandi artisti del suo tempo – Degas, Manet, Sisley – e ammirò i quadri di Corot, Reynolds, Romney e Gainsborough, completando la sua formazione d’artista ed esponente della “Belle époque”. Infine si stabilì definitivamente a Parigi, che in quegli anni era la capitale della moda mondiale.
L’atelier de Paris
Nel suo laboratorio nei pressi di Pigalle era un via-vai delle donne più belle e chic. La pittura di Giovanni Boldini, nonostante i soggetti femminili estremamente seducenti, gli abiti lussuosi e gli ambienti tipici degli scenari borghesi e nobiliari, lascia trasparire un’innata malinconia per la fugacità temporale della bellezza esteriore. Le ricche dame del tempo, attrici, principesse, nobildonne, tutte volevano essere ritratte dal Boldini. L’artista non era solo noto per i ritratti…ma anche per essere un famoso dongiovanni. Anche se era ammaliato dal fascino femminile, non disdegnava dipingere i suoi amici e colleghi.
La Belle époque
Boldini è estasiato dalla capitale francese. Sentiva la città fatta per la propria anima e per il proprio corpo. L’artista comprese subito le opportunità che si possono cogliere in una città in pieno fermento culturale ed in evoluzione. Si respirava nell’aria una nuova cultura, bisognava condurre un’esistenza dettata dai liberi, rapidi, frenetici ritmi della società moderna. Boldini è giovane, ambizioso, abile e riesce ad imporre la sua pittura. Subito stringe un ottimo rapporto con la Maison d’art di Goupil, che paga bene; trova un’amante, Berthe, che gli fa anche da modella e si dà a lavorare con foga.
È bravo, ma non è quello il punto; il suo successo deriva anche dall’essere entrato subito in sintonia con il gusto del momento, dall’aver intuito e soddisfatto, con la sua pittura, i desideri di un pubblico vasto e vario.
I ritratti
Boldini ebbe una notevole produzione di ritratti in cui era maestro per il tocco e per saper esprimere il sentimento e la personalità del soggetto. Molto noti sono i suoi ritratti a Giuseppe Verdi, per il quale aveva una specie di venerazione. Il compositore spesso lo invitava alle prime delle sue opere. Famosi sono anche i suoi autoritratti.
I nudi
L’artista era considerato fra i migliori esecutori di nudi dell’ epoca , le sue figure flessuose, armoniche, slanciate mai volgari ma cariche di pathos suscitavano un erotismo velato, malizioso ma mai “prepotente” che coglieva subito l’osservatore con un’armonia di forme e colori. Molte signore dell’alta società vollero posare senza veli per essere immortalate in tanta bellezza.
La sua vasta produzione
Fu inoltre anche un valido esecutore di paesaggi: le sue piazze, le vie animate, i suoi giardini, le sue “Venezie” al chiaro di luna, tutta la sua pittura, esalta il suo genio e la sua estrema sensibilità. Nel 1919 l’artista viene insignito della Légion d’honneur . Nel 1917 si ritira dall’attività artistica a causa di un grave e improvviso abbassamento della vista. Ha ricevuto anche il titolo di grande ufficiale della Corona d’Italia. Morirà a Parigi nel 1931 all’ età di 89 anni. Georges Goursat scriveva nell’ illustration del 31 gennaio 1931 che il pittore, morto venti giorni prima, dipingeva belle donne come compenso alla sua bruttezza. Dopo la morte, il nome di Boldini venne dimenticato, come se la sua arte fosse stata frutto di una moda passeggera.
Conclusioni
Le sue figure femminili slanciate, evanescenti, eteree, furono precorritrici di una moderna concezione ritrattistica. Ebbe solo un difetto: quello di avere molto successo commerciale, che suscitò le invidie dei suoi colleghi, anche dei più illustri e dei critici. Questo ha contribuito al fatto che sia stato un trascurato dalla storia dell’arte fino agli anni ’60 del secolo scorso quando l’opera di Boldini è stata progressivamente rivalutata ed inserita a pieno titolo nella storia dell’ arte.
Bibligrafia:
Gabrieli Crepaldi: L’ Ottocento, Electa 2004
Stefano Zuffi: La storia dell’ Arte, Electa 2007
M.Tazartes e V.Benetello: Boldini , Ed.Skira 2017
Internet: Da Whipart.it – G.Boldini Mezzacapa 2005
Internet: Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Per saperne di più:
V.Sgarbi, T.Panconi, B.Avanzi: Giovanni Boldini Il Piacere. Ed. Sagep 2020
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