Attesa. Un presepe vivente… d’arte contemporanea

Dal 12 al 25 agosto 2024, Morcone, un borgo antico in provincia di Benevento che ogni anno si trasforma in un suggestivo presepe vivente, quest’anno apre le porte all’arte contemporanea con la mostra “Attesa”, collettiva d’arte contemporanea.

Un’esperienza unica che unisce la tradizione millenaria della rappresentazione della Natività alla creatività di 18 artisti, italiani e internazionali.

Ne abbiamo parlato con la curatrice Alba La Marra.

Giovanni Polzella, Senza titolo - © Ljdia Musso Attesa Morcone
Giovanni Polzella, Senza titolo – © Ljdia Musso

Come nasce l’idea di portare l’arte contemporanea nei luoghi del presepe vivente di Morcone?

Riccardo Ruggiano, Miracolo totale – © Ljdia Musso

L’idea nasce per celebrare un anniversario importante: i quarant’anni del presepe vivente di Morcone.

Marcello Silvestre, Cemento © Ljdia Musso

È una manifestazione che si è trasformata in una giovane tradizione, è entrata a far parte del DNA del paese e dei suoi abitanti e, dunque, andava celebrata nel miglior modo possibile.

Da qui al prossimo gennaio, quando appunto si svolgerà la quarantesima edizione de “Il Presepe nel Presepe”, si organizzeranno altri eventi nati con lo stesso scopo: io, da curatrice, ho immaginato che questo potesse essere il momento giusto per proporre un progetto artistico ambizioso, che si muove tra identità e sguardi altri, tra memoria e contemporaneità, tra il già noto e amato e l’inaspettato.

Così nasce Attesa, la prima collettiva d’arte contemporanea nei luoghi del presepe vivente di Morcone.

Attesa: un titolo evocativo. In che modo il concetto di attesa si lega ai luoghi, agli artisti e alle opere presenti in mostra e con il percorso espositivo?

L’Attesa è, appunto, quella dell’evento evocato nei luoghi in cui le opere sono esposte, ovvero il presepe vivente. Ma non è una mostra sul presepe: di quest’ultimo prende in prestito i luoghi ma il tema, che coincide col titolo, è molto più ampio ed ha permesso ad ogni artista di svilupparlo e di esprimersi con molta libertà. 

Tra scultura, pittura, videoarte e musica, le opere dei 18 artisti partecipanti interpretano il tema proposto intrecciando un racconto sorprendente e convincente. E che spero provochi dapprima straniamento, poi stupore, infine curiosità e voglia di approfondire. 

Il centro storico di Morcone diventa una galleria d’arte a cielo aperto.

Julia Di Martino (Frost Bitee), Senza titolo – © Ljdia Musso

Come ha lavorato per integrare le opere d’arte nel contesto urbano e valorizzare al tempo stesso il patrimonio storico del borgo? Quali sono state le maggiori difficoltà che ha incontrato nel realizzare il progetto?

Ho immaginato l’intero allestimento seguendo una regola precisa: non modificare in alcun modo i luoghi che avrebbero ospitato le opere.

Pierluigi Mastrobuoni, L’attesa del re – Fabio Santucci, L’attesa di un abbraccio – © Ljdia Musso

Il dialogo tra spazio e opera doveva avvenire nel modo più naturale possibile, per quanto alla base della mostra ci sia proprio l’idea della contrapposizione tra contenuto e contenitore, tra spazi dal fortissimo carattere e dall’antica memoria e arte contemporanea.

Amedeo Sanzone, Noumeni – @mimmo_salierno

Conosco molto bene i luoghi che ospitano la mostra, ci sono nata: immaginare di utilizzarli per offrirne una fruizione inedita, legata al mio lavoro, è stato piuttosto immediato e, confesso, molto emozionante.

Aniello Scotto, Schiacciare una stella – ph. @mimmo_salierno

Anche il progetto grafico, ideato dall’architetto Marta Lombardi, nasce dall’idea di anticipare e poi sottolineare ciò che Attesa è e vuole comunicare: lo fa in armonia con i luoghi che accolgono i vari banner sparsi lungo il percorso e, nello stesso tempo, da questi si stacca completamente con la forza di un lavoro attento, minimale ma che non passa inosservato, aggiungendo valore a valore.

Claudio Cuomo, La canaglia, ph. @mimmo_saliernoph.

È un progetto complesso che ha richiesto molto lavoro, indubbiamente, ma parlare di difficoltà sarebbe eccessivo: a parte qualche comprensibile disguido tecnico legato alla natura stessa dei luoghi, non ci sono stati grossi problemi da risolvere. Mi ha aiutato molto anche l’entusiastica collaborazione di tutti coloro che sono stati coinvolti, a vario titolo, nella preparazione dell’evento. Non era affatto scontato, ovviamente, ma per fortuna è stato così: ho potuto contare su una squadra davvero eccezionale.

Mara Mazzucco, Output @mimmo_salierno

La mostra presenta una varietà di linguaggi artistici. Quali sono i criteri che hanno guidato la sua scelta degli artisti e come ha costruito un dialogo coeso tra le diverse opere?

Di tutti i lavori che ho scelto ho immaginato innanzitutto la capacità di dialogo con i luoghi in cui li avrei collocati. La varietà di linguaggi artistici è essa stessa una scelta ben precisa, legata all’idea di offrire pittura, scultura, videoarte e musica all’interno di un unico percorso espositivo che potesse essere, così, il più coinvolgente possibile, anche per chi all’arte contemporanea non è – ancora! – avvezzo.

Carla Viparelli, Snow Eclipse @mimmo_salierno

Il dialogo tra le varie opere viene fuori dall’attinenza di tutte al tema della mostra e dalla narrazione che intreccio ogni qualvolta un visitatore mi chiede di accompagnarlo lungo il percorso: condividere visioni, suggerire punti di vista, accompagnare lo sguardo ed i pensieri di chi visita la mostra è uno dei grandi privilegi del mio lavoro.

Come ha vissuto l’esperienza di lavorare con gli artisti coinvolti nel progetto?

Come sempre accade nel mio lavoro, è stata sicuramente la parte più bella del progetto. L’entusiasmo con il quale hanno accettato il mio invito, l’impegno di alcuni nel creare un’opera site specific, la gioia nel partecipare alla prima mostra allestita nei luoghi del presepe vivente sono stati i primi indizi che mi hanno fatto capire che la direzione era quella giusta e che il progetto iniziava ad avere delle basi solide su cui poggiare.

E, soprattutto, ha confermato che qui a Morcone era il momento giusto per presentarlo. Non a caso, la mostra è sostenuta dal Comune che si è fidato ed affidato, riponendo grande fiducia nel progetto che, come tutto ciò che è inedito ed inusuale, non era certo esente da rischi.

Gianni D’Andrea il cielo sopra Berlino © Ljdia Musso

Una considerazione a parte va fatta anche a proposito degli artisti morconesi coinvolti, la cui partecipazione va oltre il mero valore artistico delle opere proposte: la loro presenza offre la base, imprescindibile, su cui si poggia Attesa, ovvero coniugare l’identità e l’appartenenza ad un luogo con altri sguardi, diversi e lontani.

Per le strade di Morcone © Ljdia Musso

Non a caso li si incontra a metà percorso di visita, a sottolineare il loro importantissimo compito di tenere tutto insieme: appartenenza ai luoghi, identità e memoria da una parte, sguardi altri e linguaggi contemporanei dall’altra. Senza la loro partecipazione avrei costruito sulla sabbia.

L’arte contemporanea spesso viene considerata elitaria, ma “Attesa” vuole abbattere ogni barriera, rendendo l’arte accessibile a tutti. Passeggiando per le stradine del borgo, i visitatori potranno incontrare opere d’arte inaspettate, stimolando la curiosità e la riflessione. Un’esperienza che potesse essere vissuta da tutti, anche da coloro che non sono esperti d’arte.

Portare l’arte contemporanea in luoghi non deputati all’esposizione è, già di per sé, un atto che la rende non elitaria. Seguendo il percorso della mostra, la si incontra passeggiando, tornando a casa o mentre si va a fare l’aperitivo. È quasi un incontro casuale, sicuramente inaspettato, spero suggestivo ed accattivante: Morcone

Credo fermamente che poter fruire dell’arte, contemporanea nello specifico, non debba essere un privilegio: chi non la conosce e ne è lontano per mille motivi difficilmente può immaginarne l’importanza, l’imprescindibilità per lo sviluppo di un pensiero critico o anche, semplicemente, il balsamo che può rappresentare nella frenesia del nostro quotidiano.

Morcone vista campanile © Ljdia Musso

Nel caso di Attesa ho utilizzato i luoghi del presepe vivente, conosciuti e molto amati dai morconesi, come grimaldello per far entrare più facilmente l’arte contemporanea nella quotidianità di chi vivrà in maniera così diversa questi luoghi. Una sorta di facilitatore, il già noto e amato che fa conoscere l’inaspettato.

Per chi morconese non è, Attesa può rappresentare un’occasione di scoperta inusuale della parte più antica del paese e un modo per approfondirne la conoscenza puntando sulla sua forte peculiarità.

 Per le strade di Morcone – © Ljdia Musso

Ancora: l’impianto testuale che si incontra lungo il percorso della mostra è volutamente ridotto all’osso, essenziale. Ci sono, infatti, dei banner che riportano il concept della mostra e poco altro e questo sia perché ci sarà un momento di approfondimento successivo, quando verrà presentato il catalogo della mostra – circostanza in cui gli artisti si confronteranno tra di loro e con il pubblico – sia perché io e alcuni miei collaboratori e collaboratrici siamo e saremo sempre presenti negli orari di apertura della mostra, per accogliere i visitatori e dialogare con loro. La fruizione della mostra è libera, ovviamente, ma sarà sempre possibile confrontarsi per uno scambio di opinioni, per il suggerimento di un punto di vista, per offrire una chiave di lettura da cui iniziare ad entrare in contatto con l’opera. Questo credo che sia uno degli aspetti più importanti per la buona riuscita della mostra, in un luogo non più in grande confidenza con l’arte contemporanea (lo era, in decenni passati) ma che potrebbe tornare ad esserlo, ad iniziare da Attesa.

Del resto, se qualcuno mi chiedesse, in questo preciso momento storico, cos’è o cosa dovrebbe essere per me l’arte, risponderei certamente che l’arte, ora, è o dovrebbe essere dialogo. E di questo potremmo discuterne all’infinito!

Per le strade di Morcone, © Ljdia Musso

Qual è l’impatto che si aspetta che questa mostra abbia sulla comunità di Morcone e sul territorio circostante?

Spero che questa mostra innanzitutto crei stupore e che, attraverso di esso, faccia riscoprire luoghi conosciutissimi ma che spesso diamo per scontato.

Vorrei anche che, attraverso questa mostra, si percepisse che l’arte contemporanea può essere un’occasione di riflessione di cui sarebbe un vero peccato non fruire. Vorrei che, attraverso Attesa, all’arte contemporanea si iniziasse a dare del tu, incuranti di quei pregiudizi frettolosi o poco attenti che troppo spesso la fanno percepire come lontana, elitaria, addirittura inutile.

Progetti futuri: dopo “Attesa”, quali sono le sue speranze e i suoi obiettivi per la promozione dell’arte contemporanea nel territorio?

Innanzitutto è già previsto un secondo ed importante momento a cui già accennavo: la presentazione del catalogo della mostra. Si tornerà a parlare di Attesa, se ne approfondiranno i temi e si conosceranno meglio gli artisti e le loro opere. Sto immaginando, poi, un evento che, durante il presepe vivente, richiami e ricordi Attesa. E poi non ci si dovrà fermare: immagino collaborazioni con altre realtà legate al mondo della cultura e con altri professionisti del settore. È il difficile lavoro che mi aspetta nel 2025!

Un messaggio per i visitatori: quali emozioni e riflessioni vorrebbe che i visitatori portassero via da questa esperienza?

Stupore, innanzitutto. Credo che per tornare ad innamorarci di luoghi che ormai diamo per scontato la meraviglia e lo stupore siano degli ottimi viatici. Per chi morconese non è, invece, mi piace l’idea che il primo incontro con il paese avvenga attraverso sguardi altri, quelli degli artisti coinvolti nella mostra.

E poi spero che il trovarsi in luoghi diversi da gallerie e musei possa trasmettere un senso di maggiore libertà nell’approccio all’arte contemporanea. Spero che, in tale contesto, le opere non incutano quel timore reverenziale che spesso si traduce in un frettoloso “non ne capisco niente” che fa distogliere lo sguardo e passare oltre.

Attesa vuole essere un’occasione, per tutti, di confronto e arricchimento attraverso l’arte contemporanea: da un incontro quasi casuale potrebbe germogliare un reale e a volte salvifico interesse. Lo spero vivamente.