William-Adolphe Bouguereau nasce alla Rochelle nel 1825; già da piccolo emerge la sua predisposizione al disegno e alla pittura. I suoi genitori, pur essendo commercianti di vino intuendone e il talento, lo iscriveranno ad una delle più importati scuole d’arte della Francia, l’ Ecole des beaux-arts di Parigi di cui in seguito diverrà uno dei più prestigiosi docenti. La sua eccezionale tecnica lo porta presto a diventare uno dei più famosi e ricercati pittori della capitale francese. Nel suo atelier c’è un via vai di vip e personalità. Le sue opere sono fra le più ricercate e costose del tempo.
Ha ricevuto numerosi premi e decorazioni, a soli 25 anni vince Le Prix de Rome del 1850 . Il premio gli permetterà di andare in Italia dove apprezzerà da vicino le opere del Rinascimento, in modo particolare quelle di Raffaello. Nel 1885 riceve la Medaglia d’Onore del Salon de Paris e per la sua opera artistica sarà insignito anche della legione d’onore. Alla fine della sua carriera iniziarono critiche e opposizioni che porteranno il discredito sulle sue opere. Questo discredito nasce dalla sua opposizione, come membro della giuria ai saloni di Parigi della fine dell’Ottocento, all’ ammissione degli Impressionisti. Secondo la visione artistica classica e accademica le tele degli impressionisti erano solo abbozzate, per cui non potevano partecipare ad un salone di pittura.
La sua concezione della pittura
“Nella pittura, io sono un idealista. Nell’arte so e voglio vedere solo il bello, e per me l’arte corrisponde al sentimento della Bellezza. Perché replicare ciò che la Natura ha in sé di brutto, non vedo perché questo sia necessario. Dipingere esattamente quello che vediamo? No!.. Il talento redime tutto e tutti, scusa oggi i pittori di andare troppo lontano, così come gli scrittori e i romanzieri nel loro campo. Non si può mai sapere dove vanno a finire».
Dal successo all’oblio
Solo pochi anni dopo la sua morte nel 1905 fu presto dimenticato; i critici e gli studiosi lo stroncarono e lo cancellarono dalla storia dell’arte. Se qualche volta sarà menzionato, sarà come un esempio da non seguire. Tutto quello che era stato il mondo e l’arte accademica sarà travolto dalle critiche delle nuove correnti emergenti e dalle nuove avanguardie artistiche.
Studiosi e critici affascinati (giustamente) da queste nuove espressioni artistiche, bollarono (ingiustamente) tutta l’opera accademica come non arte. Fu condannata, svalutata e messa all’indice proprio da “quell’infatuazione modernista “che credeva solo ai nuovi orizzonti dell’avanguardia. L’accademismo fu oggetto di scherno, anche grazie a giudizi di letterati, pittori e studiosi promotori del fermento artistico che si era formato a Parigi (e dire Parigi in quel tempo era dire il mondo intero). Paul Cézanne soprannominò il Salon de Paris il “Salon di Bouguereau”, ad Émile Zola non mancava occasione di attaccarlo e ridicolizzarlo sulla stampa. Joris Karl Huysmans denigrava i suoi nudi , diceva che “non si tratta neanche più di superfici porcellanate, bensì leccate e flaccide”. Edgar Degas arriverà perfino ad inventare il verbo “bougueroter“, per indicare ironicamente lo sfumare e il lisciare la resa plastica dei nudi.
La guerra all’ art pompier
Ma se la pittura di Bouguereau sarà rifiutata non è per il suo accademismo (o meglio “Art pompier” come amavano definirla i critici) bensì per non aver mai accettato la pittura impressionista e anzi per averla avversata aspramente ed aver espresso feroci critiche a “le Salon des refusès”. Il salone dei rifiutati era stata una manifestazione che gli Impressionisti non ammessi al salone di Parigi avevano alternativamente allestito nel 1863. Per i critici d’arte questo non voler accettare le nuove avanguardie pittoriche era considerato come un atto di guerra.
“Io accetto e rispetto ogni scuola di pittura che abbia alla base un sincero studio della natura, la ricerca della verità e della bellezza. Così per i mistici, gli impressionisti, i puntinisti, etc., ma io non vedo le cose allo stesso modo in cui le vedono loro. Questa è la sola ragione per cui io non mi lego a loro“.
La vendetta degli impressionisti
La mancata ammissione delle opere impressioniste e postimpressioniste aveva scatenato l’ira e la vendetta di tutti gli artisti emergenti. Ormai era finito il tempo del Romanticismo, del Purismo, perdevano spazio anche gli Orientalisti, i Simbolisti, i Preraffaelliti, il futuro ormai apparteneva a Macchiaioli, Impressionisti, Puntinisti e alle nuove ed emergenti correnti post-impressioniste. Sicuramente la visione artistica di Bouguereau era diversa da quella degli astri nascenti dell’arte moderna e il suo grande errore fu quello di non riuscire a coglierne la grandezza e l’innovazione artistica, ma era ancora l’epoca in cui Van Gogh non riusciva a vendere nemmeno un opera. In ogni caso sicuramente fu ingiusto e sbagliato cancellarlo dalla storia dell’arte.
ll suo nome scompare dalle enciclopedie; gli impressionisti Edgar Degas e Claude Monet per canzonarlo lo definirono ironicamente, come “il miglior pittore dal diciannovesimo secolo al 2000″, facendo riferimento al presunto gusto artistico, legato al passato, che secondo la loro visione interesserà il mondo dell’arte nel prossimo secolo, e forse nella loro ironia avevano predetto una verità.
L’accademismo
La pittura di William-Adolphe Bouguereau spazia dal sacro al profano al mitologico. Abile ritrattista, ebbe al suo attivo una produzione prolifica che conta oltre 800 opere tra quelle ufficialmente conosciute. Il suo occhio era puntato sull’arte classica dei secoli precedenti, rivisitata con quel velo ottocentesco di purezza dei colori tipico del neoclassicismo. Riusciva a far emergere una “innocenza erotica ” anche dai suoi singolari nudi “vestiti ” di grazia e bellezza .
La pittura di Bougureau descrive un mondo irreale, mistico, dominato dalla bellezza, corpi perfetti dalle forme armoniche e suggestive. Le sue opere emanano una pace interiore, narrano un mondo sospeso e fantastico. Gli sguardi dei suoi personaggi sono puri, estremamente semplici, eppure calamitano l’attenzione dell’ osservatore. Maestro della velatura, le sue sfumature, la sua estrema ricerca dei particolari, la sua pennellata precisa, quasi fotografica, fanno di quest’autore “un ammaliatore”.
La rivalutazione di Dalì
Negli anni ’50 del secolo scorso, Salvador Dalí manifesterà la sua ammirazione per l’opera di Bouguereau opponendolo a Picasso ed aprendo la porta alla rivalutazione del pittore francese. Nel libro “I cornuti della vecchia arte moderna” Dalì scrisse:
“Picasso, che ha paura di tutto, fabbricava cose laide per paura di Bouguereau. Ma lui, a differenza di altri, le faceva apposta, cornificando così certi critici ditirambici che pretendevano di “ritrovare la bellezza”.
La prima retrospettiva a 80 anni dalla morte
Una vera rivalutazione inizierà solo nel 1984 (a 80 anni dalla sua morte) quando si organizza a Parigi una retrospettiva delle sue opere al Petit Palais. Critici e studiosi si contrastarono anche duramente anche su questa esposizione e sulla valenza artistica del pittore. Perfino, all’apertura del Museo d’Orsay nel 1986, l’esposizione di quadri accademici sarà ancora avversata dalla maggioranza dei critici. Solo successivamente, dopo ampie valutazioni e discussioni, sarà ammessa un’ opera di Bouguereau del 1879: La nascita di Venere.
Anche in Italia, esaminando Il grande atlante della pittura dal Mille al Duemila di Stefano Zuffi (Electa 2003), il nome di Adolphe Bouguereau non è citato. Non compare neanche nella collana I secoli dell’arte – L’ Ottocento di Gabriele Crepaldi sempre dell’ Electa del 2004. Lo ritroviamo però nel 2007 nel Dizionario di storia dell’arte sempre dell’ Electa, curato dallo stesso Zuffi. Al momento non esistono cataloghi o dettagliate biografie in lingua italiana; troviamo solo un’opera recente di Gianluca Lopresti – Le opere religiose di William Adolphe Bouguereau – pubblicazione indipendente del luglio 2020.
Totale riabilitazione da parte della critica americana
Una riabilitazione totale verrà solo dall’ America. Nel 2001 Fred Ross, imprenditore, autore e collezionista d’arte del New Jersey e presidente de L’Art Renewal Center fustiga senza mezzi termini le critiche a Bouguereau. Secondo Ross queste critiche erano pretestuose ed erano una forma “evidente di propaganda del modernismo“, una ingiusta censura generata da “un sistema di pensiero più oppressivo e restrittivo di tutta la Storia dell’Arte”.
Ross ha fatto pubblicare un catalogo ragionato delle opere, redatto da Damien Bartoli. Ha organizzato una grandiosa mostra sul pittore al Philbrook Museum of Art I il museo d’arte di Tulsa, Oklahoma. Dopo questa manifestazione le opere hanno avuto una lievitazione del prezzo che testimonia un forte ritorno di interesse da parte dei collezionisti e del gusto del pubblico per le tele di Bouguereau, sebbene qualche malpensante asserisca che questa rivalutazione sia stata fatta solo per interesse personale in quanto nelle collezioni di Ross sono presenti diverse opere dell’illustre pittore. In moltissimi musei americani sono esposte parecchie sue tele. In ogni caso le sue opere sono presenti anche in molti musei europei e suscitano sempre interesse ed ammirazione. Tuttavia il dibattito sulla validità artistica dell’accademismo era ed è ancora attuale.
Pubblicazioni su Bouguereau
Fronia E. Wissman – Bouguereau (Inglese) editore : Pomegranate 1991
Maria Tsaneva – William Bouguereau: Masterpieces in Colour (Inglese) – te Space Independent Publishing Platform; 1° edizione (26 febbraio 2015)
William-Adolphe Bouguereau – Paintings & Drawings (Inglese) di William-Adolphe Bouguereau (Independently published (20 agosto 2017)
Damien Bartoli – William Bouguereau: His Life and Works (Inglese), Frederick Ross (Collaboratore)Antique Collectors Club Ltd; Slp edizione (1 novembre 2010)
Sarah Williams – William Bouguereau: paintings. Ediz. illustrata ebook in inglese ed.Narcissus.me 2015
Marius Vachon – William-Adolphe Bouguereau (versione in eBook) di Marius Vachon ed.in tedesco edito da Parkstone International, 2018
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