Mentre la crisi pandemica sembra restringere ancora di più gli spazi per il cosiddetto cinema d’autore, la piattaforma MioCinema prova a dare una risposta controcorrente ospitando un’agguerrita selezione della migliore produzione internazionale. Dal 31 marzo arriva Apples di Christos Nikou, opera prima già presentata con successo all’ultima Mostra di Venezia, dove ha aperto la sezione Orizzonti. Apples si inserisce in quel filone che siamo usi denominare Cinema della Crisi ellenico, portato avanti da una serie di autori come Yorgos Lanthimos, Athina Rachel Tsangari, Alexandros Avranas e diversi altri, sorti nel cuore della grave crisi economico-sociale che ha investito la Grecia agli inizi del Duemila. Un cinema allegorico-metaforico ora ferocemente spietato, ora ruvidamente grottesco, che ha saputo declinare il concetto di “estremo” in maniera assolutamente originale, lasciando un marchio indelebile nella produzione cinematografica di questo breve scorcio di millennio.
Apples, sinossi e trailer
L’esordiente Nikou, già assistente di Lanthimos, racconta con Apples la storia di Aris, un uomo che viene iscritto a un programma di recupero nel bel mezzo di una pandemia di amnesia che ha colpito il Paese. L’esperimento scientifico è pensato per aiutare i pazienti che hanno perso la memoria e che non sono stati identificati da nessuno a ricominciare da capo, e il protagonista sembra tornare a una vita normale quando incontra Anna, anche lei a sua volta inserita nel programma di recupero, in cui ai pazienti vengono affidati dei compiti quotidiani che vengono prescritti mediante delle audiocassette.
Qui potete vedere il trailer di Apples
https://www.youtube.com/watch?v=LTNYGm_NQEY
Apples, un film sulla memoria e l’identità
Apples affronta il sempiterno tema della memoria e dell’identità, coniugando il percorso individuale del protagonista, un convincente Aris Servetalis, con un discorso collettivo che riguarda il nostro tempo, e come la nostra società tenta di allontanare il dolore dal proprio vissuto. Nella solitudine di Aris emerge infatti in maniera allusiva, rapsodica, la volontà selettivamente di allontanare le ferite e le angosce, sebbene mai esplicitate allo spettatore. Lo stile raggelato, innervato di umorismo stralunato e sogghignante, è quello tipico del cinema greco di questi anni che viene anche da taluni definito weird wawe, con le sue inquadrature simmetriche, perfettamente costruite, uno stile recitativo che bazzica volentieri anche l’antinaturalismo, un simbolismo metonimico – le mele del titolo – di concreta efficacia.
Raccontare il dolore nel nostro tempo
Interessante che il regista rifugga la messa in scena più cruda ed estrema, anche laddove le pieghe della trama potrebbero condurre a sequenze più forti ed audaci, cercando un suo percorso di singolarità all’interno di un modo di fare cinema oramai ben consolidato. Il rischio, per lo spettatore poco avvezzo a questa corrente del cinema greco, è quello dell’afasia comunicativa, di una vicenda che, rinchiusa nel suo hic et nunc narrativo, possa apparire fine a se stessa soprattutto quando cerca la via del black humour. Ma per chi abbia la volontà di andare oltre il primo impatto, Apples sa regalare momenti di alto valore linguistico, mettendo in correlazione l’abbandono del protagonista alla sua vita precedente con la nostra incapacità di uomini e donne di affrontare il dolore, cercando disperatamente di allontanarlo per sentirsi artificialmente felici. Ma la nostra identità è costituita anche, se non soprattutto sembra dirci Nikou, dalle esperienze dolorose che abbiamo vissuto, e da quelle non è possibile fuggire. E in questi tempi di pandemia reale il discorso si fa ancora più urgente e stringente.
Apples di Christos Nikou vi aspetta su MioCinema dal 31 marzo.