Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 – Milano, 3 dicembre 1938) è stata una delle voci poetiche più affascinanti e intense della storia della letteratura italiana. Ma quanti, oggi, ne conoscono l’opera? Sicuramente gli amanti della poesia hanno ben impresso il suo nome e i titoli delle sue numerose opere, ma non tutti (forse) hanno avuto la fortuna di leggere e apprezzare la sua poetica.
Per ovviare a questa grave mancanza la casa editrice Ponte alle Grazie manda in libreria il volume L’Antonia. Poesie, lettere e fotografie di Antonia Pozzi scelte e raccontate da Paolo Cognetti. Ai lettori più scaltri non sarà sfuggito quel nome, Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega nel 2017 con il suo bellissimo romanzo Le otto montagne. L’autore milanese è noto per la sua passione per la montagna e non poteva che essere uno scrittore con tale indole a raccontare la poetessa Pozzi, una donna che per tutta la sua breve vita seppe unire in un incontro emozionante poesia e montagna.
La poesia e la montagna lecchese
Il libro è un ottimo esempio di come si possa ripercorrere la vita e le opere di un artista grazie ai suoi lasciti, sia letterari sia epistolari. Grazie infatti a un’attenta cernita, Cognetti è riuscito a creare un ricco percorso biografico fatto di lettere e poesie inframezzate da brevi appunti scritti dallo scrittore che permettono di delineare il contesto storico, letterario e personale. Sin dall’inizio, Cognetti delinea il ritratto di Antonia Pozzi, “una ragazza milanese innamorata dalla montagna”. Nata il 13 febbraio 1912, il suo cuore non era particolarmente legato alla città natale: la sua anima gentile infatti era stata colpita indelebilmente alla casa che il padre, Roberto, aveva acquistato a Pasturo, in provincia di Lecco.
Questo paese, situato ai piedi del monte Grigna e punto di partenza per splendide escursioni, resterà per sempre il protagonista della vita della Pozzi che, dopo la morte, verrà sepolta proprio nel locale cimitero. Quei luoghi erano per la poetessa la propria casa, il proprio luogo di ispirazione, l’oasi dove vivere la sua vita. Scrive Cognetti che dalla finestra della stanza di Antonia Pozzi “vedeva la Grigna Settentrionale […] Pasturo è a 600 metri d’altezza, la cima a 2400: sul retro della villa c’è un giardino, alla fine del giardino un cancelletto e dal cancelletto parte il sentiero che va su: basta mettersi gli scarponi e partire. L’Antonia l’avrà percorso chissà quante volte”.
Nelle pagine del volume Cognetti ripercorre quindi la vita di questa poetessa dal verso intenso che non disdegna di raccontare le proprie emozioni attraverso riferimenti alla montagna, ai suoi luoghi e alla sua frequentazione. Grazie anche a una ricca selezione di fotografie, L’Antonia ha la capacità di non essere la classica biografia fatta di uno sterile susseguirsi di date ed eventi. Proprio la scelta di raccontare la vita dell’artista attraverso le sue lettere e le sue poesie, infatti, permette al lettore di provare immediata empatia con Antonia Pozzi, come se fosse lei stessa a raccontare la propria esistenza in un monologo fatto di ricordi e pensieri. Un’opera assolutamente da leggere per chiunque voglia riscoprire una delle voci più autentiche e ispirate della poesia italiana.