Nel vasto panorama della musica globale, dove le influenze si intrecciano e le frontiere si sfumano, è estremamente difficile imporsi come figura di collegamento tra generi e culture diverse. Un compito gravoso, sicuramente, ma alcuni artisti riescono con originalità e gaiezza ad ottemperare a questa mission: una figura singolare come quella di Sandro Joyeux riesce con talento a fungere da linker per questa mescolanza, delineando uno stile che è al contempo unico ed universale. Questo talentuoso artista non si limita a creare semplici melodie, ma porta in musica la sua vita, le sue esperienze e i suoi viaggi, trasformando ogni nota in un viaggio emozionante attraverso culture e tradizioni.
Nato Alexandre Joyeux Paganini a Parigi nel 1978, Sandro Joyeux è il frutto di una mescolanza culturale tra Francia e Italia. Fin dalla sua infanzia, la musica ha rappresentato una costante, una fiamma che ha illuminato il suo cammino, nonostante le sfide legate a un grave problema all’udito che ha richiesto diversi interventi chirurgici. Crescendo, ha sviluppato un legame viscerale con la musica, esplorando le strade di Parigi, da solo, fin dalla tenera età di sette anni, familiarizzando con la mappa della metropolitana e trascorrendo ore nelle biblioteche per immergersi nella musica.
La sua formazione musicale è stata eclettica: a dieci anni entra nel Coro della Radio Nazionale Francese, esplorando un vasto repertorio che spaziava dai canti gregoriani alla musica contemporanea in varie lingue. Ma è a quindici anni, quando impara i primi accordi su una chitarra, che la sua passione per la musica prende una piega più personale e creativa. Da quel momento, inizia a viaggiare tra Francia e Italia, suonando come artista di strada e membro di band reggae, fino a quando non viene rapito dalla musica del Mali durante un viaggio in Africa.
Questo viaggio musicale lo ha portato a percorrere quasi un milione di chilometri con la sua chitarra, immergendosi nelle tradizioni, nei dialetti e nei suoni del Sud del mondo. Negli anni recenti, Sandro ha calcato numerosi palchi in Italia e all’estero, portando la sua musica a eventi di rilevanza internazionale come il Primo Maggio a Roma e la Giornata Mondiale del Rifugiato a Firenze.
Ora, Sandro Joyeux si prepara a presentare i suoi nuovi brani, frutto di una collaborazione con i talentuosi musicisti italiani Adriano Viterbini e Fabio Rondanini. Questa nuova direzione musicale fonde suoni distorti ed elettronici con le radici folk di Sandro, creando un sound accattivante che abbraccia lo stile World Beat. Il singolo “Jumua“, uscito il 29 marzo, anticipa il nuovo EP prodotto con Musicastrada Records.
Il concerto di Sandro Joyeux è un’esperienza di pura energia, un viaggio attraverso i ritmi del deserto e le strade polverose del West Africa, mescolando le influenze delle banlieues parigine con il reggae dei ghetti giamaicani. Sia che si esibisca da solo o con la band, l’effetto è sempre lo stesso: un irresistibile invito a muoversi al ritmo della musica.
Ed è proprio questa magia ad aver reso l’appuntamento di sabato 13 aprile a Napoli, presso l’Auditorium Novecento, molto più di anteprima e molto più di un concerto. Sul palco, Sandro è stato accompagnato da talentuosi musicisti come Emanuele Brignola al basso, Antonio Ragosta alla chitarra, Tommy Ruggero alla batteria, Sergio Di Leo al sax e Inoussa Dembelè alle percussioni, per finire con il dj set firmato Dj Kandirali.
Sandro Joyeux non è solo un musicista, ma un ambasciatore della connessione globale attraverso la musica. Attraverso la sua arte, celebra la diversità culturale e la forza dell’inclusione, trasformando le sue esperienze di vita in melodie che parlano direttamente al cuore di chiunque le ascolti. Con la sua musica, ci ricorda che, al di là delle differenze, siamo tutti uniti da un’unica lingua universale: quella della musica.
L’EP completo uscirà a giugno, intanto siamo tutte e tutti invitati a ballare sulle note cosmopolite di questo eclettico artista.
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