Andrea Cacciavillani alla PGR con Ostinato ad Libitum

Io voglio un vita serena perché è da quando sono nato che è disperata, spericolata…

È questa la frase che dà il LA al romanzo di Andrea Cacciavillani ma poi, sarà davvero così? Chi sa quanto è vero che desideriamo una vita serena perché poi, quando abbiamo realmente raggiunto la tanto agognata serenità, sembra sempre che ci manchi qualcosa, come se questo portasse con sé solo monotonia e abitudine. Eppure, a pensarci bene, anche le abitudini sono belle, come il caffè al mattino, che sale lento e avvolge con il suo profumo tutta la casa, ma questa poi è un’altra storia.

La storia di cui voglio parlarvi oggi invece, non riguarda me, almeno non direttamente e non solo. Eh si, perché quando mi è stato chiesto di leggere e recensire il libro di Andrea Cacciavillani, dal titolo Ostinato ad Libitum ho pensato “e chi ha mai scritto una recensione per un libro”? Soprattutto ho pensato “ma come si scrive qualcosa, di chi scrive qualcosa”? Eppure le sfide mi sono sempre piaciute e leggere per me è sempre stato il rifugio necessario per affrontare le lunghe giornate in cui non mi va di vedere nessuno, quel piccolo angolo di paradiso che mi porta in posti lontani, immaginando di vivere vite che non mi appartengono.

Così, in questa afosa settimana di luglio, ho abbracciato il mio pinguino refrigerante, salvezza tra le salvezze per affrontare la calura improvvisa e, seduta sul mio bellissimo divano rosso mi sono immersa nella lettura di quella che, sulle prime pagine, mi sembrava una comunissima storia d’amore, che sta lentamente volgendo al termine, tra il protagonista Walter Carboni e la sua Emanuela. E invece no. Di certo la vita sentimentale del protagonista è parte integrante di questo romanzo, cosi’ come lo è il suo amore per la musica che lo accompagna da sempre, o il suo orecchio assoluto che ha scoperto di avere in un pomeriggio di pioggia, quando le gocce contro il vetro della sua stanza hanno iniziato a produrre suoni.

È così che Cacciavillani ci conduce per mano nella vita di Walter Carboni, tra i ricordi malinconici che accompagnano ogni storia d’amore che finisce, e le domande esistenziali che tutti abbiamo rivolto a noi stessi almeno una volta nella vita, tra pezzi di vita vissuta suonando il suo adorato e inseparabile Clarinetto, fino a portarci nella caotica e, almeno per me, sconosciuta Casablanca.

Come ci sia finito poi, il protagonista fino a Casablanca è qualcosa che dovrete scoprire da soli leggendo il libro, quello che posso rivelarvi qui è che questo romanzo non è solo il racconto della vita di un musicista che si trova coinvolto, suo malgrado, in una storia di omicidio, in cui rischierà più volte la vita per aiutare un ragazzo che a malapena conosce, ma è la storia di un uomo qualunque, che ad un certo punto della sua vita si rende conto che tutti noi continuiamo a vivere come detenuti in una prigione senza sbarre, condannati alla reclusione dal più severo dei giudici: noi stessi.

È proprio qui, a questo punto della narrazione, quasi alla fine del libro, che ho avuto la riprova della grandezza di Andrea Cacciavillani. Eh sì, perché se è vero che i personaggi sono ben sviluppati, che i dialoghi sono vivaci e realistici, che il ritmo stesso del romanzo, la suspance e la tensione che lo scrittore crea nel corso della narrazione mi hanno tenuta incollata alle pagine del libro, tanto da riprenderlo ad ogni possibile pausa della “mia vita”, è anche vero che un libro assume tanto più valore se, oltre alla narrazione pura e semplice, ci lascia dentro il bisogno di scandagliare sensazioni sopite e la curiosità di visitare i luoghi descritti.

Sarà che Cacciavillani, oltre ad essere un bravo scrittore, tra le altre cose, è anche autore, sceneggiatore e regista cinematografico-televisivo e questo lo si nota chiaramente dalla capacità descrittiva che ha contribuito a rendere la narrazione più profonda e realistica, ma è impossibile non riconoscere in lui quella capacità, necessaria ad ogni buon scrittore, di creare un mondo intorno al lettore che lo trascini e lo faccia diventare tutt’uno con la storia, come se fosse risucchiato nelle pagine del libro, protagonista silente di un mondo immaginifico che fino ad un attimo prima gli era completamente sconosciuto.

Ostinato ad Libitum è uscito a dicembre 2022 ma ahimè è finito solo ora tra le mie mani. Sarebbe stato un graditissimo regalo di Natale e invece è stato un rigenerante regalo di un caldo Luglio ed è nel caldo di questo mese, precisamente giovedì 27, alle ore 19.30 presso la Piccola Galleria Resistente di Antonio Conte, che tutti noi potremmo incontrare l’autore durante la presentazione del romanzo , le cui letture sono affidate alla voce di Salvatore Catanese. A condurci in questo incontro ci sarà l’amatissimo Max Poli, speaker di radio Kisskiss Network, a noi dunque non resta che tenerci liberi il 27 luglio, sfidare la calura estiva, magari muniti di ventaglio e presentarci puntuali all’appuntamento con Andrea Cacciavillani, che sarà ad aspettarci impaziente in vico Santa Maria a Lanzati 23 per condividere con noi un altro tassello della sua vita di artista. Non Mancate!

Ostinato ad Libitum
Presentazione del libro di Andrea Cacciavillani
Con la conduzione di Max Poli, speaker di radio KissKiss Network
Letture di Salvatore Catanese
PGR Piccola Galleria Resistente
Vico Santa Maria a Lanzati 23, Napoli
Ufficio Stampa Pamela Chiodi