LE TROIANE regia di Muriel Mayette-Holtz.

Stanno per concludersi (23 giugno) le repliche de Le Troiane per la regia Muriel Mayette-Holtz e di Elena di Euripide , lasciando la cavea del teatro greco siracusano a Lisistrata.


La Trama

Troia è distrutta e la regola vuole che i vincitori si spartiscano il bottino di guerra: tutte le donne saranno future schiave o amanti in terra Greca. Il nome Elena è associato al significato di devastazione, di morte e sofferenze. Viene destinata a Menelao per essere uccisa ed è oggetto di un agone giudiziario, dove viene accusata di essere l’incarnazione del male assoluto. La prima amara critica giunge da Ecuba, ma tutte le donne lì presenti non le sono da sostegno. Elena, infatti, lotta da sola per salvare la propria vita. In fondo può una donna essere causa di tante colpe?
L’attore che interpreta Menelao (Graziano Piazza) rende bene l’idea di un uomo apparentemente forte ma, in fondo, debole e combattuto. Dice che ucciderà Elena, quando la stessa storia ci racconterà non essere così. Sappiamo che è fortemente soggiogato dalla sua bellezza e questo prenderà su di lui il sopravvento.

Ne Le Troiane, la sorte più triste spetterà ad Astianatte che verrà giustiziato per volontà di Odisseo, gettato dalle mura della città. La ragione è il timore di una futura vendetta in onore del padre Ettore.
Risulta profondamente toccante la battuta: «[…] tutta questa saggezza e poi… Avete paura di un bambino?[…]»

Lo spettacolo di Muriel Mayette-Holtz è quasi privo di effetti visivi se non nella parte finale. Lo scopo è quello di dare centralità alla sofferenza di queste donne e alla distruzione derivata dalla guerra, provocata dallo smarrimento della ragione. Vediamo sottolineata l’importanza di condividere quelle che sono le proprie emozioni, il proprio dolore. Si vuole far emergere il senso più profondo dell’umanità nelle sue varie sfaccettature, compreso l’amore. Le Troiane è prova che tutte le guerre sono le stesse, costituite da pulsioni e desideri effimeri. Ancora più importante è che creano solo disastro e i vincitori non ne sono immuni. Vengono intraprese, poi, sempre per ragioni frivole .

Crippa- Piazza- Graziosi Ph. Maria Pia Ballarino.

Le belle voci degli attori sono riuscite a descrivere questo aspetto, soprattutto in alcune scene. La forza dei loro timbri vocali hanno regalato alla cavea alcuni istanti di forti emozioni. Da Poseidone (Massimo Cimaglia) e Atena (Francesca Ciocchetti) a Ecuba (Maddalena Crippa) e Andromaca (Elena Arvigo), hanno sfruttato al meglio questo dono naturale.
Ecuba, donna che ha perso ogni cosa, ne Le Troiane si aggrappa alla speranza. Dona così una luce in fondo a questa tragedia, auspicio che sostiene ognuno di noi nei drammi della vita. Invece Andromaca è apparentemente debole ed esprime un concetto in contrapposizione a quello della regina: morire è meglio che vivere nel tormento. In realtà però si rialza in piedi, senza mai porre fine alla propria esistenza.
Elena (Viola Graziosi) difende la propria verità per salvarsi, esprime indipendenza, voglia di libertà e forza. Muriel Mayette-Holtz la immagina con un tocco di femminilità in più e la presenta con una lunga chioma bionda di extension, che palesemente la differenzia rispetto alle altre protagoniste.

Un forte plauso è stato destinato a Cassandra (Marial Bajma Riva), probabilmente il personaggio più amato della tragedia. Lei non vede la realtà per come la dipingono gli altri, viene definita invasata. Qui emerge una donna non ascoltata, disperata, che crede di aver trovato la soluzione al suo drammatico destino. Ha voglia di gridare al mondo ciò che prova e senza alcun timore. L’interpretazione dell’attrice è impeccabile. In un certo senso, rappresenta il fardello di tutte quelle donne che ancora oggi non sono ascoltate o credute, quando raccontano le proprie fragilità o particolari vicissitudini.

Cassandra ( Marial Bajma Riva). Ph Maria Pia Ballarino.

Ancora, il meritato applauso va al piccolo Astianatte (Riccardo Scalia), strappato dalle braccia della madre e che crea un’atmosfera a dir poco struggente.
In scena troviamo anche l’amatissimo Paolo Rossi (Taltibio), il ruolo sembra però a lui poco calzante. Probabilmente perché lo si ripensa nei suoi fantastici sketch comici, dove risplende in bravura.

Andromaca (Elena Arvigo) e Astianatte (Riccardo Scalia) Ph. Bianca Burgo sito INDA

La scena e i costumi

Per creare lo sfondo de Le Troiane , lo scenografo racconta di aver trovato ispirazione da una rilettura sulla guerra di Algeri scritta da Sartre, ma anche dagli stessi elementi caratterizzanti la cavea. L’immagine di pini e cipressi lì presenti, lo riporta a quella di migliaia di abeti sradicati a Carnia, a causa di un forte vento dello scorso ottobre. Si tratta di una catastrofe climatica che ci pone d’innanzi ad una dura realtà: anche ciò che si ritiene più forte e indistruttibile, come un bosco secolare , può subire danni irreversibili.
Ancora più triste, risulta l’associazione mentale alla nostra grave mancanza di rispetto nei confronti della natura.
L’ingegnosa idea è, quindi, quella di recuperare il materiale legnoso, realizzando così un bosco privo di vita. L’iniziava è di Stefano Boeri Architetti, divenuta possibile grazie all’ausilio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Finito il ciclo di spettacoli de Le Troiane di Muriel Mayette-Holtz, i tronchi saranno poi affidati alla filiale siciliana del legno.


Lo spazio teatrale siracusano è stato pienamente utilizzato dalla regista e in maniera efficiente. In tal modo il pubblico è rimasto maggiormente coinvolto durante la rappresentazione.

Le musiche de Le Troiane di Muriel Mayette-Holtz sono interamente cantate a cappella, altre vengono accompagnate da una chitarra. A suonarla era proprio un’attrice che faceva parte del coro. Alcune melodie sono parse poco indicate all’atmosfera, ma lascia il segno quella finale. Questa va a richiamare un motivo già suonato durante lo spettacolo e che risulta essere una malinconica e dolce ninna nanna. Gli astanti sono quindi salutati sulle note di questa piacevole cantilena.
I costumi non prevedono distinzioni fra vincitori e vinti, in fondo di fronte alla sofferenza si è tutti uguali. L’ambiente è interamente color grigio, poiché la guerra è inutile: spegne l’anima e ci ricopre solamente di cenere. Però verso la fine si tinge tutto di rosso fuoco, come fiamma di vita, di forza e di amore.
Delle piantine di leccio vengono consegnate ad ogni spettacolo per essere ripiantate a Siracusa, simbolici di progresso e rifioritura per la città.

Fino al 23 giugno – Biglietti acquistabili online oppure presso le biglietterie ufficiali: BIGLIETTERIA FONDAZIONE –  presso Corso Matteotti 29, Siracusa – Tel: 800 542644 – Tel: +39 0931 48 72 48 dal lunedì al sabato
dalle ore 10:00 alle ore 13:00

BIGLIETTERIA TEATRO GRECO –  presso Teatro Greco a Siracusa – Tel: 800 542644 – il lunedì dalle 10:00 alle 17:00 -dal martedì alla domenica – 
orario continuato dalle ore 10:00 alle ore 19:0q

Inizio spettacoli ore 19