Mostra Bastarda – Una donna, la pittura, una questione privata, è l’esposizione con cui Antonio Conte inaugura il proprio home studio e una nuova personale fase creativa.
Curata da Susanna Crispino, la mostra riunisce gli ultimi lavori dell’artista, ovvero le tele ed i bozzetti su carta per pacchi realizzati per la serie televisiva “I Bastardi di Pizzofalcone”.
La violenta fragilità di una quotidianità bastarda nella caleidoscopica arte emotiva di Antonio Conte: attraverso un brillante cromatismo ed attingendo ai molteplici significati degli archetipi femminili e dei miti letterari classici evocati dalle opere, l’artista partenopeo condivide così gli esiti della sua ricerca interiore.
Nei dipinti, che fanno da cardine investigativo della quarta puntata dell’ultima stagione, una donna bionda veste i panni di Ophelia, Medea, Giuditta, Salomè, Antigone. Il suo volto è quello di un personaggio della fiction, ovvero Francesca Valletta (interpretata da Andreina Buccino), la figlia di un boss, promessa sposa del rampollo di una famiglia rivale ed oggetto di una segreta ossessione da parte del futuro cognato. L’ossessione è il legame sottile che lega tra loro le protagoniste delle opere, le storie nella finzione della serie televisiva e la coeva realtà sperimentata dal pittore.
I colori dei ritratti, luminosi e vibranti, esaltano tutta la femminilità della giovane donna, inconsapevole musa, la cui versatile fisiognomica interpreta di volta in volta, le passioni e le emozioni delle eroine rappresentate. La cura e l’attenzione per gli accostamenti cromatici, per le vesti, per le forme e i dettagli delle opere danno la misura del grande talento visionario di Conte. Tutti i dipinti colpiscono per l’immediatezza dei soggetti raffigurati, per l’elevata dose di violenza che contraddistingue alcuni di essi, per il languido tormento esistenziale che traspare in altri e la sottile inquietudine del perenne altalenare tra delitto e castigo che permea l’intera mostra.
“Fuori dalla finzione scenica, l’ossessione dipinta da Conte non riguarda l’attrazione morbosa verso una donna, ma si pone come la pratica costante e appassionata dell’arte e della pittura”, scrive la Crispino. Una pratica evolutiva e salvifica che ha portato l’artista a condurre una riflessione sul suo percorso creativo e sulla sua direzione di ricerca, un’intima indagine imposta dalle costrizioni esercitate dal Covid e dalle loro conseguenze nella vita personale e sociale di tutte e tutti noi.
Senza tradire la matrice pop, ibrida, mass-mediatica e multimediale della sua indagine stilistica, nelle opere presentate, fa da contrappeso alla leggerezza e al brio di un tratto quasi fumettistico, la profondità di un viaggio interiore alla scoperta di sé che l’artista racconta al pubblico, sia televisivo che reale, condividendo i suoi spazi privati, siano essi fisici o emozionali.
Procedendo dal pubblico al privato come per cerchi concentrici, queste tragiche eroine sono le guide archetipali di un’intensa autoanalisi che ha fatto emergere le passioni, le paure e le debolezze di Conte, alle prese con una realtà filtrata dalle trame di una quotidianità meticcia, quasi distopica, di libertà e restrizioni, dove il contrasto tra le leggi della natura e le leggi scritte è così teso da minare addirittura la nostra identità, celata dietro le onnipresenti mascherine.
Ed è proprio l’identità, declinata nelle sue mille sfumature da Ophelia e le altre, il fulcro di questo corpus di opere, figlie di una quotidianità bastarda, che avrebbe potuto essere generatrice di nuove connessioni sociali, basti pensare al tempo degli “andrà tutto bene” e della musica dai balconi, ed ha finito invece con l’irrigidirsi nella dicotomia calcistica di pro e contro, sì e no, gettandoci così nel torpore vegetativo di una fissità etica ed intellettuale basata sullo scontro sterile di fazioni rivali, perlopiù subendo passivamente l’inesorabile svolgersi degli eventi.
“Questa mostra è per me un cerchio che si chiude, come un finale di stagione aperto. Opere che sanno di sofferenza, di passione, di dolore, quello del pittore di Nozze, l’episodio di Bastardi di Pizzofalcone che le vede protagoniste. Dopo tanto cercare, attraverso un uso sconsiderato dei mass media, proprio un mezzo di comunicazione di massa mi permette di abbandonare questa ricerca per iniziarne una nuova, fortemente voluta, che di massificato ha ben poco” conclude l’artista.
Sperare e sognare non basta, le persone sono obbligate ad agire per attraversare il torrente tumultuoso della vita umana, un grande vuoto che spesso incute timore, ed è proprio questa incertezza ad instillare la necessità di costruire un ponte tra individuo e collettività. L’artista dispone della possibilità di costruire il suo ponte in modo concreto: è la sua opera. Del resto è ben noto che l’arte sia generata dalla paura, dalla coscienza di un abisso, dentro il quale Conte non ha paura di guardare né di esserne osservato.
Mostra bastarda.
Una donna, la pittura, una questione privata
Opere di Antonio Conte – mostra a cura di Susanna Crispino
Studio del pittore – Vico Santa Maria a Lanzati, 23 – Napoli
Visitabile fino a sabato 11 dicembre
La mostra sarà visitabile dal mercoledì e venerdì dalle 17.00 alle 20.00, domenica
dalle 11.00 alle 14.00 e su appuntamento.
Info: facebook/konteanto – Cell.: 349 055 0376