Il Gattopardo di Netflix, più Bridgerton che Visconti

Il “Gattopardo”, la nuova miniserie Netflix, in onda dal 5 marzo 2025, per budget è a tutti gli effetti un colossal e, come tale, è stata pubblicizzata a dovere dalla piattaforma. Prima di iniziarne la visione, mi sono ripromesso di non riguardare il film di Visconti del 1963 per non essere condizionato nel giudizio sulla serie.

Peccato: se lo avessi fatto, almeno avrei rivisto qualcosa di bello.

 

Siamo nella Sicilia del 1860, in fermento per l’imminente sbarco di Garibaldi a Marsala, della conseguente resa borbonica e dell’annessione dell’isola al nascente Regno d’Italia.

Al centro della narrazione c’è Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina, interpretato da Kim Rossi Stuart. Il “Gattopardo”, così chiamato per lo stemma nobiliare della antica casata da lui portata avanti con fierezza, non riesce ancora a capire in che direzione muoversi per sopravvivere di fronte alla enorme portata del cambiamento in atto e del probabile sconvolgimento dello status quo.

Direzione che, al contrario, è ben chiara nei progetti del suo ambizioso nipote Tancredi Falconeri, Saul Nanni, garibaldino della prima ora e disposto a morire (ci andrà molto vicino) pur di rovesciare quel sistema aristocratico di cui egli stesso fa parte per diritto di nascita.

Tancredi sembra, e dico sembra, innamorato di sua cugina Concetta, Benedetta Porcaroli, la quale ogni volta che lo vede è sul punto di svenire. I due, quasi quasi, potrebbero sposarsi e tutti sembrano essere d’accordo, solo che sulla scena appare Angelica Sedara, interpretata da Deva Cassel, che nella vita reale è figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel mentre nella serie lo è del sindaco di Donnafugata, un neoborghese di umili origini che tenta la scalata alla ricchezza e al potere, educando anche sua figlia in tal senso.

Il racconto storico e politico è povero, quasi caricaturale (spoiler: compare anche Garibaldi in persona), e si alterna all’intreccio amoroso tra cugini, romanticizzato all’ennesima potenza e sviscerato in tutte le sue forme.

“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”

Anche le frasi celebri delle precedenti opere sono buttate lì quasi come un omaggio ma senza che riescano ad assumere una sufficiente credibilità.

Le note liete sono i costumi, le musiche e la scenografia. La bellezza dell’ambientazione siciliana appare in tutta la sua grandezza.

La sceneggiatura, invece, è carente. I personaggi non sono adeguatamente caratterizzati, sembrano tutti calati dall’alto e fuori contesto, compreso il Principe di Salina, nonostante Kim Rossi Stuart resti il migliore e a cui viene dato il giusto spazio forse solo negli ultimi episodi.

Ma non c’è spazio per il personaggio cinico, malinconico e solenne interpretato da Burt Lancaster, non c’è il fascino esplosivo di Alain Delon e non c’è nemmeno la bellezza naturale ed ingenua di Claudia Cardinale.

“Il Gattopardo” di Netflix è un’altra cosa.

Non mi soffermo sul fatto che gli attori di siculo abbiano davvero poco, non ho le competenze per esprimermi sulla sicilianità dell’accento messo in scena. Del resto, neanche Lancaster e Delon lo erano (doppiati, ovviamente) ma la grandezza attoriale e la solidità granitica della sceneggiatura del film di Visconti erano tali da farlo passare in secondo piano.

La serie italo-inglese, diretta da Tom Shankland, Laura Luchetti e Giuseppe Capotondi, prende il capolavoro letterario di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e quello cinematografico di Luchino Visconti, elimina le sottigliezze psicologiche, la stratificazione dei personaggi, mette sullo sfondo il contesto storico-politico e ci aggiunge una noiosa trama sentimentale da perfetto teen drama in stile Netflix.

Non si fa così: non si può intitolare una serie “Il Gattopardo” e poi costringere lo spettatore a guardare Bridgerton. Non ho nulla contro questo tipo di prodotti, sia chiaro, ma, se volessi vedere una storia d’amore tra adolescenti in costume, gradirei essere informato con preavviso.

Il mio voto è mediocre, 5.

“Principe, anche se lei non ci crede, questo stato di cose non durerà. La nostra efficiente, moderna e agile amministrazione cambierà ogni cosa.
Non dovrebbe poter durare, ma durerà sempre. Il sempre umano, certo, uno o due secoli, e dopo tutto sarà diverso, ma sarà peggiore.”

 

Il Gattopardo – teaser ufficiale

 

Il Gattopardo

Paese: Italia, Regno Unito

Data di uscita: 5 marzo 2025

Distributore: Netflix

Stagioni: 1

Episodi: 6

Durata singolo episodio: 45-50 min ca.

Regia:

  • Tom Shankland (ep.1-2-3-6)
  • Giuseppe Capotondi (ep.4)
  • Laura Luchetti (ep.5)

Sceneggiatura: Richard Warlow, Benji Walters

Soggetto: Filippo Tomasi di Lempedusa

Fotografia: Nicolaj Brüel

Musiche: Paolo Buonvino

Scenografia: Dimitri Capuani